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giovedì 23 dicembre 2010

DOVE SEI FINITA?


 



Giornata caotica quella trascorsa, uscita dall'ufficio e senza pranzare sono corsa a scuola dalla mia piccola che si sarebbe esibita alle 14.30 con l'inizio della recita di Natale. Trecentoventi bambini uno più uno in meno su un palco allestito per il "percorso di Gesù nei secoli".



Le due settimane precedenti sono state concentrate sull'organizzazione. I figuranti vestiti in abiti d'epoche diverse per raffigurare i momenti più salienti della storia della nostra Italia. Personaggi dell'Arte si sono avvicendati,Galileo Galilei ammantando la scenografia di un gioco di luci e stelle, Dante, Leonardo da Vinci, Garibaldi coi Mille (erano una quarantina con le giubbe rosse e i moschetti, ma sembravano tantissimi sul palco). La Breccia di Porta Pia, il 900 e via fino ai nostri giorni tra il Va Pensiero per concludere con l'Inno di Mameli invitando la platea a sollevarsi in piedi con la mano sul petto e cantare in coro.



La Topastra era in abito cinquecentesco, quando è salita sul palco con le sue compagne anch'esse in costume, mi è sembrata la più bella per portamento e grazia, orgoglio di mamma commosso alla vista dell'amata figura eretta e graziosa.



All'uscita della scuola ci siamo trovati fra genitori a scambiarci saluti, auguri in prossimità delle feste e le impressioni sulla teatralità della recita.



Accompagnata a casa la piccola sono tornata in ufficio dove avrei continuato a lavorare per un altro paio d'ore, solo un caffè ha confuso la sensazione di fame. Alle 18.30 ero ufficialmente in ferie per ciò che resta di quest' anno.



Sarei stata l'ultima a chiudere la porta della Sede e per un attimo ripulita la scrivania e messo tutto sottochiave ho provato improvvisa una morsa di sofferenza. E' come se fermandomi in quell'istante non più distratta dal lavoro e tutto quanto il resto avessi incontrato quello che veramente prova la parte più congenita di me stessa. Spegnendo le luci nei due piani il passo sembrava terribilmente stanco, mi sono allora seduta nella saletta d'attesa per il pubblico lasciando che nel buio la luce del distributore del caffè illuminasse dalla sua finestra invitando alla scelta di bibite e snack. Le tensioni sono cadute con le mie borse sul pavimento ho portato le mani sul volto e ripetendo con un filo di voce qualcosa che qualcuno incontrandomi mi aveva detto all'uscita di scuola ho pianto.
"Dove sei finita?"



Mic



3 commenti:

SemifreddoalCaffe ha detto...

ti ho vista...

[IMMAGINE]

ailacoinotna ha detto...

"Le lacrime sono la luce che ci permette di mostrare quello che abbiamo dentro"
Ci scrissi una poesia a proposito.
Non dimenticarti che le tue gioie di mamma faranno di tutto per non permetterti di disperdere tutta quella luce.
Un abbraccio. Buone vacanze!

MicolForever ha detto...

Cassandra [IMMAGINE]
... SEI UN'ACUTA OSSERVATRICE! [IMMAGINE]


Antonio
terrò a mente quel che dici, la luce alimentata dall'amore per e dei miei figli è una stella cometa, sono innamoratissima di loro due, sono il mio orgoglio e il mio futuro, guardo loro e provo una gioia immensa per averli con me.
Grazie!