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venerdì 26 febbraio 2010

ODDIO!!! ODIO SANREMO!

Mica me ne verrà fatta una colpa! Da qualche anno mi sono completamente disintossicata dall'assimilare la rassegna canora che arriva sul Carnevale o giù di lì con i suoi carri e fiori e can can ospiti stranieri e nostrani.
Quest'anno a parte l'evento personale che non mi dava spazio a null'altro non ho visto di SanRemo neppure trenta secondi secondi.
Ho cercato di rimanere distaccata anche dalle critiche che i media hanno gettato senza purtroppo riuscirci completamente e quindi gran parte di quello detto sulla Clerici, sul caso Morgan e ambaraban ci ci co cò d'angolo l'ho acchiappato.
Sarà che un pò sono di parte anche se non è che vada mattissima per l'Antonellona, lei comunque mi piace... mi piace la sua freschezza, le sue braccia piene scoperte, i suoi seni compressi in scollature improbabili... l'hanno un pò vestita, diciamocela tutta, per enfatizzare ancora di più il suo personaggio di fatalona imbranata fuori dal focolare, ha pure appena sfornato un libro sull'esperienza materna.
Poi perchè quel mostro, perchè altro non è quella Cristina del GF, con una sesta esagerata su un corpo che male le ospitava poteva schiaffarle in faccia a tutta l'Italia Isole comprese e l'Antonellona invece si mostrava ingombrante, non l'ho capito! La presentatrice è stata criticata in sala stampa da un giornalista che le dice apertamente che quel seno è troppo... troppo? Aho Bello! noi seste nature siamo fatte così, come natura crea, non siamo di plastica, ti rode la cosa? Invidia del seno? o che? forse che su un puttanone sotto la doccia che si sentono scricchiolare come due palloncini di gomma vanno bene e non su una mamma ultra quarantenne che invece dovrebbe mettersi il saio altrimenti vai con le critiche?
Discriminatori! Vabbè... andiamo oltre. Il Principe... ebbene si, ho ceduto alla tentazione mi sono voluta fare del male, una sorta di piacere masochistico e su You Yube non ho resistito, ho pianto e mi sono messa in ginocchio davanti all'apparizione dell'Uno e Trino in tricolore: Pupo in primis, il Toto che è una scommessa e Lui il Principe...
No, a parte gli scherzi... dove sta Nilla Pizzi? Persino l'Orietona nostra con "Finchè la barca va"! La Cinquetti, La Vanoni, Tenco... Tenco si è rotolato per tutte le serate di programmazione del Festival, oramai da tempo fattosi polvere sollevando particelle di incredulo stupore: "Ma è SanRemo? sicuri? No dai... è la Corrida!" In Paradiso non si riusciva a consolarlo voleva resuscitare e cantare "Ciao Amore... ciao amore!"
Non è più credibile il sistema, non è più spettacolo... solo luci, voci confuse e la poesia? Mah!
Ma io ho decretato i miei vincitori, quelli ideali per la gente che ancora crede nel lavoro serio degli artisti, che comprende l'esperienza acquisita da chi si propone e a parte una menzione al frizzantissimo Cristicchi perchè appare il più umano tra gli umanoidi, c'è lei con quella sua voce che arriva niente popò di meno che dal Coro di Voci Bianche del Teatro della Scala ha un curriculum lungo quanto la scala della Scala e ha all'attivo sonorità Jazz, Blues, Gospel e moderno e la differenza PER CHI HA ORECCHIO ED ONESTA' DI VALUTAZIONE  è tutta in quella sapiente interpretazione, un testo poetico e una musica concertistica che vibra nel diaframma, molti i delusi per averla vista uscire di scena con il solo Premio della Critica.


Lei è la mia vincitrice:

MALIKA AYANE




Un inchino alla bellezza, all'arte del Canto e della Musica.
Un applauso!


mercoledì 24 febbraio 2010

Buon Compleanno! - 1




Che fatica, vero Amica mia! Guarda un pò dove siamo arrivate
(e come ci siamo arrivate...) Ci avresti creduto?
Quanti doni ci siamo scambiate, quanti beni ci hanno sottratto
Ma noi ci abbiamo creduto e ogni giorno abbiamo superato
prese per mano.Con la tua voce gentile e così cara
più volte mi hai consolata e annodo ogni buongiorno
ad ogni buonanotte per tenerli stretti e formare quella lunga stola
da calare giù dal tempo per scappare dalle nostre prigioni verso una carezza.
Quante parole vado a cercare faccio un giro grande per arrivare
davanti a te... perchè poi alla fine
volevo solo dirti che quando non ci sei mi manchi
e a dire che ci sei sempre, eppur mi manchi
e sai riempire ogni bicchiere di risata fresca che disseta.

Ti voglio bene donna faro per i tuoi naviganti. 


~BUON COMPLEANNO MARISA~


tua tatina!
 

lunedì 22 febbraio 2010

Quelli della 5^ A




Non riesco a comprendere le nuove usanze comportamentali della società moderna di noi italiani, quando poi per moderna non necessariamente si riferisce alle nuove generazioni.
C'è questo gran prodigarsi di richiesta e bisogno di socializzazione soprattutto dal boom paradossale e catalizzatore dell'evento mediatico più subdolo ed osceno quale Face Book o come io amo definirlo "face doucul" (non a caso il dittongo "ou" per rendere ancora più aperta la "o" oppure allungare la "u" dipende dal momento)
Così capita che anche ad una persona come me asociale per natura e refrattaria al social network sopra citato giunga a fine serata domenicale una telefonata sul numero di casa.
Io:"Pronto?"
Dall'altro capo del filo:
"Buonasera, sono Paola X."
(già so chi è ma essendo insolita una chiamata dalla stessa... tergiverso)
Io: "si?"
P: "Cercavo Daniela S."
(cercavi...  o cerchi? vabbè sorvoliamo)
Io: "Sono io!"
Si odono vocaboli incomprensibili che dovrebbero essere di giubilo del tipo "Finalmente ti ho trovata..."
Ironizzo:
Io: "Devo preoccuparmi? quale buon vento ti porta?" (
ridacchio tra me e me!)
P: "Senti Daniela, io ed Andrea ... Ti ricordi di Andrea X (
?)(ecccome no? boh! a meraviglia...!)
stiamo cercando di ritrovarci quelli della scuola elementare ... ti abbiamo cercata... ma tu non stai su Face Book?"
Io: "No, non sto su FB"
P: "Ma daiii, devi entrare, ci siamo trovati lì per la maggior parte ed è partita l'idea... siamo un bel gruppo sai? possiamo organizzarci un sacco!" (
e una sporta... ma daiiiiiii)
P: "Ma tu vai su internet?"
IO: "Certo che "ci vado su internet" (
ogni venerdì sera per fare la spesa della settimana)!
P: "... embè vai su internet e non hai un profilo su FB?"
Mi limito a sorridere e a cambiare discorso... potrei diventare antipatica...
P: "Comunque, Daniela, abbiamo organizzato per venerdì sera una pizzata all' XXXXX ore 20.30, ci sarai vero? dimmi di siiiiiiiiiii!"
Io: "Paola non mi hai detto come sei giunta a trovarmi!"
P: "Oddio... non ti ho detto? Allora Andrea (
figurati quanto si ricorda di me questo... paro paro a quanto mi ricordo di lui) ti ha confuso con un'altra che però si chiama Simona e ha chiamato lì, ma lei che ti conosce (per forza è mia cugina) gli ha detto dell'errore e gli ha dato indicazioni per trovarti e l'incarico l'ho preso io... ecco!"
Io: "Ho capito... quindi mi dicevi della pizzata!"
P: "Sì, 20.30 all'XXXXXX venerdì prossimo"
Io: "Ho capito, ma alcuni di voi nel tempo vi sarete incontrati, magari per strada... pure io, te e qualcun altro vi incrocio... ma alla fine Paolè... sono trascorsi trentacinque, trentasei anni... mese più mese meno... ma ci si riconosce secondo te?"
P: "Oh, ma a questo ci abbiamo pensato... ci presentiamo tutti con una foto dell'epoca"
(
oh! Signuuuuuuuuur... sono a Zelig, da un momento all'altro sono sicura che sentirò la fresca risata dell'Incontrada che incita all'applauso per la fine dello skech)
Io: "Ah! io manco so dove ho messo la foto di gruppo di quell'anno... anche perchè  con voi ho frequentato solo la quinta elementare, l'anno precedente stavo a Torino e pure l'anno successivo sono tornata a Torino... quindi diciamo che vi ho conosciuto en passant..."
P: "Ma daiiiiii non hai piacere? Ci ritroviamo, ricordiamo quei tempi ... passiamo una serata insieme, dai che è bello!"
(
oh, io faccio difficoltà a ricordarmeli, mi avevano messo nel banco con un bambino grasso, che faceva le puzzette e s'addormentava... figurati che trauma quell'anno scolastico e me lo devo pure ricordare)
Io: "Senti, farò il possibile per esserci (
bugiaaaaaaaaaaarda!)... Il problema è che dovrò organizzarmi con la famiglia, solitamente non esco mai da sola... capisci?"
P: "No, daiiiii... devi venirci, ascolta vieni almeno per cinque minuti a salutarci... se proprio non vuoi trattenerti per la pizzata... e apriti il profilo su FB così ci si ritrova anche lì... daiiiii abbiamo fatto tanto pr trovarci, non riperdiamoci!"
Scambiatisi i numeri reciproci di cellulare si passa al congedo.
P: "Dani, ci tengo davvero tanto a ritrovarmi con te e con gli altri. Che emozione no? un tuffo nel passato..."
Io: "Ti ripeto, farò il possibile e hai il mio numero, possiamo farci una chiacchierata ricordando i tempi andati comunque ... che ne dici?"
P: "Aspetto che mi chiami per la conferma di venerdi ok?"
Io: "Contaci!" (
see)
P: "Sapessi come mi ha fatto piacere risentirti... mannaggia... che storia!"
Io: "Già, che storia!" (
con un filo di voce, oramai esausta dalla conversazione...)
P: "A presto, allora!"
Io: "Sì ... a presto, Grazie per l'invito!"
P: "Ma ti pare, sei dei nostri!"
IO "Vabbùò! Cià Cià Cià Ciaoooo!"
Clik

Credo che la gente ci goda proprio a ritrovarsi dopo trentacinque, quaranta, cinquant'anni e non era forse meglio rimanere ignari su quella bella bimbetta dalle treccine bionde tutta inamidata al quale avresti voluto tirare lo sgambetto ogni volta che passava accanto al banco perchè faceva sempre la lecchina con la maestra, era però tanto caruccia nei tuoi ricordi e oggi magari peserà 120 Kg, avrà perso i capelli insieme alle treccine, sarà alcoolizzata e ti racconterà una storia strappalacrime su come il marito l'ha lasciata per un'altra oppure scoprire che il bambino che faceva le puzzette è diventato un uomo attraente e pieno di soldi? ma poi che ti cambia la vita?
Perchè la gente ha bisogno di tutto questo movimento d' "amicizie" sul reale e sul virtuale?Dal virtuale al reale e viceversa, centinaia di contatti e li chiamano a m i c i.
"Sai di chi sono amico?"
... ma daiiii!!!
Si pensa mai al valore inestimabile, alla rarità preziosa di un' amico?
Quantità! Ho sentito gente congratularsi con se stessi perchè aveva raggiunto un numero decisamente congruo di "contatti"
Sì perchè oggi anche l'amicizia ha un altro metro di paragone, la chiamano "contatto": sei tra i miei contatti... ti ho messo tra i miei contatti... ho accettato il tuo contatto.
Che significato ha il termine contatto? CON TATTO - CONTATTO.
Facciamo attenzione all'uso che si fa delle parole. Ci riempiamo la bocca di parole perchè anche quelle vanno di moda come una volta lo fu la mini gonna, oggi usiamo i rapporti interpersonali "senza TATTO," gentilezza, approffondimento, conoscenza.
Avere amici, senza sapere esattamente cosa sia l'amicizia o averne perso il senso, il CONTATTO reale del suo valore.
Può nascere qualcosa di bello? E' possibile... ma c'è troppa confusione... troppa confluenza di nozioni e dati che disorientano i comportamenti, i sentimenti, le emozioni.

Ciao ragazzi della 5^ A della Scuola Elementare "M. Grazia Deledda" preferisco ricordarvi con i calzoni corti e le treccine... eravamo molto più puri e la vita non ci aveva ancora tentato.

Goodnight
Mic



giovedì 18 febbraio 2010

R.M.RILKE

 



 








Non fu l'arrivo di un Angelo, riconoscetelo, che la spaventò. Non provò violenta sorpresa più di quanto provino altri quando un raggio di sole o di luna si agita con le sue faccende per la loro stanza. E neppure si curò di essere indignata per la forma che un angelo aveva assunto...
No, non il suo arrivo, ma lui così piegato, l'Angelo, la faccia di un giovane verso la sua, che si accordava con lo sguardo che aveva quando lei alzò gli occhi, e i due si accesero insieme, come se tutto fuori improvvisamente fosse vuoto.
Quello che milioni vedono, sentono, fanno era condensatro in loro; lui e lei soli; guardare ed essere guardato, occhio e delizia dell'occhio, null'altro in questo posto.
Oh, vedete, questo spaventa. Ed entrambi erano spaventati. Quindi l'angelo intonò il suo canto.



[R. M. Rilke - Annuncio a Maria]



  GOODNIGHT in name of an ... ~ ~
Mic


 


mercoledì 17 febbraio 2010

Mente in ingorgo




Qualcuno mi sa dire perchè sono qui? Come sono arrivata, dove stavo prima di oggi?
Quale influenza astrale, confluenza energetica, coincidenza medianica ha voluto che mi trovassi ad avere questa vita tra le mani?
La mia mente è in ingorgo, nessuna capacità di regolare il traffico dei miei pensieri, dei miei dubbi, delle mie domande.
Perchè qui e non altrove? Potevo nascere in Australia. Mi piace l'Australia, oppure la Scozia, l'Irlanda perchè non in quei Paesi di verde lussureggiante, di scogliere battute? 
Sto cercando di comprendere l'incomprensibile, sto cercando di soffocare la smania di fuggire dalla paura.
Fuggire dall'invisibile che m'insegue.
Brucia e non è fuoco. E' una distesa d'acqua e non è lago.
Perchè i sentimenti sono invisibili eppure li percepiamo come tangibili?
Perchè io posso sentire l'ardimento della passione e non posso toccarla?
Perchè sento il dolore con il suo peso che mi  offende ma non posso schiaffeggiarlo?
Perchè devo inghiottire bile di assenza e non poterla vomitare?
Perchè devo sentire quanto cazzo urla il silenzio e non avere più il potere di ascoltare la melodia di una voce amata?


Micol©


waiting... ~~




domenica 14 febbraio 2010

NEL BUIO VUOTO COLMO DI SUONI



NEL BUIO COLMO DI SUONI (SUONI NEL BUIO)*


Blu note ad arco si propagano
come vuole musica di un piano solo
lo spartito estemporaneo è accartocciato
perito nel pugno stretto di un tempo imperfetto.
E non somiglia ad un volo ma di rabbia
s'inerpica il suono e poi giunge in dolce melodia
confina di labbra e accenno di canto.
Suoni nel buio avvolgono un respiro
aprono mani inseguendo scale
guidate da un profumo d'intimo sospiro.
Assisto celata l'Anima che compone sinfonie,
tende l'orecchio in cerca di sè e della sua alma ideale
e attendo la notte che arrivi in questi occhi bruni
che si fanno più scuri nel buio vuoto colmo di suoni.

Micol©forever



venerdì 12 febbraio 2010

ALLORA ERA FACILE.





Questa notte no, non ho voglia di sentirmi malinconica.
Voglio ascoltarti parlare del tuo viaggio senza ritorno.
Se ti senti solo o sei felice, meglio saperti così.
Quand'ero bambina volevo imparare a suonare,
immaginavo d'andare lontano e mi sognavo già donna.
Credevo fosse facile come un giro di valzer
e ridevo al solo curiosare i grani di polvere
sulla punta delle scarpe della domenica.
Allora era facile ma questa notte no!
Le mie scarpe si sono sporcate su strade interrotte
senza una vera ragione che mi facesse bene al cuore.



Micol©forever

giovedì 11 febbraio 2010

Dal giardino





Qualche mattina fa ammiravo dalle mie finestre il mandorlo e il pesco in fioritura. Ho pensato a quanto fossero precoci in un inverno tanto impervio come questo. Questa mattina quando sono uscita per recarmi al lavoro piccoli petali bianchi e rosa erano caduti sotto le raffiche di vento e pioggia notturna.
Le previsioni prevedono neve nella prossima serata. A me non dispiace che nevichi, la neve è un ricordo d'infanzia e mi rallegra soprattutto in questa zona che poco si ammira.
Ma penso anche a quei rami carichi di gemme che già teneramente sbocciavano cercando il tepore di raggi di sole invernali.
Fa freddo e questo inverno mi sembra più lungo a chiudere il sorriso sul giardino della mia casa.

Goodnight Mic

lunedì 8 febbraio 2010

L'importanza di chiamarsi Ernesto



Porto Botte (barchetta di papà) agosto 1966



Perchè dedicare a mio padre questo post?
Perchè non gli dimostro mai abbastanza quanto lo amo
perchè oggi quando ha alzato la mano per salutarmi,
quella mano piena di fatica e di calli si muoveva lenta come una carezza.
Perchè ha sempre un sorriso per me dopo gli anni della mia ribellione
in cui ero sempre sottoposta al suo sguardo severo.
Perchè è il mio ideale di uomo, quell'uomo che non ho mai avuto.
Perchè io sono il suo primo frutto d'amore che ha dato vita
e io non gli sarò mai riconoscente abbastanza per avermi dato l'opportunità
d'amare io stessa... di soffrire io stessa e di sacrificarmi sotto il suo esempio.
Perchè ho nostalgia del suo petto largo dove posavo la mia piccola testa ricciuta
per addormentarmi o come faceva lui per stringermi lì al battito del suo cuore
per quietarmi quando piangevo.
E' bello mio padre anche oggi che i suoi capelli sono soffici nuvole bianche
e i suoi occhi sono più piccoli e acquosi, il suo naso ancor più curvo
e il suo passo più pesante che cede sotto un dolore che nasconde.
Io lo amo anche se non riesco a dirglielo apertamente...
ma lui lo sa che certe cose vanno tenute segrete dentro al cuore
perchè quando sono lì sono nel posto giusto ad alimentarsi col sangue
e a diventar grandi ogni giorno che passa nella vita sempre di più.



Ti amo papà!
D*


lunedì 1 febbraio 2010

Traducendo emozioni!

Avevo nostalgia delle mie stesse parole e come faccio spesso nei miei istanti introspettici sono andata là dove la nostalgia ed il ricordo si fanno più forti.
Ho così colto dall'aiuola del mio giardino invernale un fiore nero.
Ripropongo un componimento di circa tre anni fa che nacque da un'atmosfera musicale che mi entrò a violentarmi la mente con immagini che ho tradotto in emozioni.



Galleria fotografica - René Maltête




PianoForte

Labbra rosse spudorato colore su gradazione di grigi a sfumare



e un volto di sensi sotto un foulard di voile noire. Fiori screziati

sfidano il riparo dalla pioggia
dentro lo scandire pesante e liquido



di  note che cadono  da un cielo-pianoforte. La sua coda è agile,

somiglia ai capelli
di una donna innamorata in corsa lontano dal dolore.



Sopra il nastro d’asfalto nero e avorio si rincorrono dita e sguardo sullo spartito,

non più preludio
di una melodia, ora picchia delirante tacchi lucidi di lacrime.



Micol©