segui i miei passi

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sabato 30 maggio 2009

Una modella del XXI sec.




Ho catturato quest'immagine dal web.
Da due giorni  la osservo nei minimi particolari, ogni volta provo una differente emozione.
Al di là della scelta sulla modella, di quella sua leggera imperfezione appena intuibile, sul labbro superiore sinistro, il suo volto, lo sguardo, la limpidezza dell'iride, il costume di scena post-rinascimentale, compaiono solo a  cornice di un rimando più spirituale.
Lontani dal materialistico e più vicini  ad un'immagine intimistica.
Un'alchimia fra i dettami imposti dall'arte fotografica e la bellezza iconografica .
No, non è solo questo!
Per quanto sia entrata perfettamente ad impersonificare un soggetto fotografico, lei ha concesso molto di più ad un occhio fuori dall'obiettivo.

La perfezione è stata ricercata con esasperazione dei dettagli (nelle pieghe del tessuto)
il monocolore spadroneggia sulla scala di grigi, lo sfondo impersonale quasi astratto è in secondo piano, tutta l'attenzione viene catturata dal volto reso statuario dal trucco (Professionale).
Nonostante tutto, a guardarla, provo un senso di purezza
si, di verginale purezza.
Una modella del XXI secolo mi offre il volto di una Maria Maddalena.

Mic

venerdì 29 maggio 2009

Vorrei non essere....



Vorrei non essere cemento come sono adesso,
per lasciare da parte l'orgoglio che mi divora,
la possessione che mi ossessiona
e i pensieri rivolti a un nulla
che non mi appartiene.

- anonimo -


"...l'amore è là dove sei pronto a soffrire!" - C. Cremonini


giovedì 28 maggio 2009

lociM#Micol = Angel&Davil




Non ho scelto quest'immagine con l'intento preciso di corredarci un pensiero, una frase.
Mi è piaciuta nell'insieme, forse mi rappresenta.
Chi non si sente un pò angelo e un pò demone?
Chi può dire di essere totalmente un'anima candida
e non un'anima nera?
Oggi  la mente è in totale confusione e quindi ritengo che sia meglio
non dire nulla
quando non si ha nulla da dire.

(vorrei uccidere Micol, ma lei è diventata un'adorabile persecuzione,
per ora le lascerò credere che vivrà a lungo... per ora!!!)

lociM#Micol


Il Paradiso è un punto di vista...
il tuo qual'è?



martedì 26 maggio 2009

Sguardo fisso di nuvole e cielo.





Davanti all'ascensore.
Spingi il tasto, un grosso bottone d'acciaio lucidato a specchio.
Due o tre tentativi e la fretta diventa impazienza e allora allunghi il passo.
Guardi su non ha importanza quanti piani saranno, tu sai che ce la farai.
Corri su per le scale, aiutandoti con il corrimano afferrando il ferro battuto nero.
Marmo grigio fumo, ogni gradino è una piccola sfida, vorresti contarli sotto lo sforzo per la salita.
Alla seconda rampa ti fermi ansimante.
Il vestito si solleva e le natiche poggiano sul piano freddo del gradino.
Un attimo di sollievo.
Piegata in avanti slacci dalla caviglia il cinturino della scarpa.
Prima quella destra.
Poi quella sinistra.
Ora sei prona a ricominciare.
Con le scarpe agguantate in una mano e l'altra impegnata
a creare la spinta di forza sul corrimano.
Vai!
Corri!
Gradino per gradino.
Due per volta per recuperare il tempo in cui ti sei seduta.
Secondo piano.
Terzo piano, quarta rampa... quinta...
Il finestrone ampio a doppia altezza si apre su fronde d'alberi sul giardino di sotto.
NOn fermarti.
Corri...
Punta.
Tallone.
Ginocchia flesse.
Ancora, dai... una rampa ancora prima di spezzare il fiato.
Il palazzo sembrava isolato fino a quando l'audio di un televisore ha rotto il silenzio.
Stanno trasmettendo la pubblicità.
La pubblicità ha sempre due toni sopra al programma in onda.
Per catturare l'attenzione, grida più forte.
"Sono il più sbiancante dei detersivi."
"Sono il migliore dei cibi surgelati."
Non hai mai sopportato la pubblicità di quei ridicoli espedienti agli acidi bifidus essensis.
La stitichezza sembra sia diventata un'altra colpa che la donna deve sopportare
con la diarrea che sorprende proprio mentre devi metterti in fila in banca e il ciclo mestruale
che "porca puttana" arriva inaspettato proprio mentre una fa il provino per diventare V-J
Senza dimenticare quel fastidioso prurito vaginale (lavati spesso, non usare profumazioni intime, salviette, saponi aggressivi, non avere rapporti promiscui, non usare biancheria sintetica, colorata o acquistata dai cinesi etc - e vedrai che non dovrai usare la cremina contro il prurito che poi se il prurito c'è vai da uno specialista che non è mai nulla di buono o per lo meno va curato in altro modo)  e poi l'incontinenza, le rughe e la dentiera.
Sollevi le spalle, il pensiero è durato più del rumore di sotto, sei già ad un piano più in alto e ti scontri con il desiderio di fermarti.
Un breve istante.
Chi si ferma è perduto!
Non guardare di sotto, no non è per le vertigini è per l'attrazione di scendere, ti sembrerà meno faticoso.
Non farlo.
Ora non piangere.
Prendi fiato.
Ti sei prefissata una meta, devi raggiungerla.
Costi quel che costi.
Tu sei quella caparbia, sei quella che non ammette nè accetta sconfitta e allora vai...
VAI!
Non stai fuggendo, o forse sì.
Da che cosa scappi?
Da CHI scappi?
Corri... per l'amor di Dio!
DEVI Correre...
salire più in alto con i crampi che mordono le gambe,
con lo stomaco sottosopra segnala la spia che sei in riserva, ma tu sali.
SALI!!!
Le scarpe, solo ora ti accorgi di non averle più strette nel pugno.
Non guardare di sotto, non scendere a cercarle, non ha importanza qualcuno te le porterà
Se sarà una persona gentile, potrebbe addirittura calzartele.
Ora la vedi? Sorridi soddisfatta.
Si la vedi... allunghi la mano per posarla sulla maniglia di ottone brunito.
La tocchi e scansi la mano come avessi preso una scossa elettrica.
Posi l'indice e il medio sulle labbra.
Quella porta si aprirà sul cielo.

Qualcuno per le scale troverà le tue scarpe e con premura le porterà fin da te
sarà una persona gentile sul tuo sguardo fisso di nuvole e cielo.
 

Mic/ black fantasy

sabato 23 maggio 2009

Soltanto il vento rispose...






Il caldo è arrivato improvviso.

Lei indossa una canotta nera in stile vogatore  che amplifica la dimensione del suo seno maturo e un ampio pantalone di foggia orientale grigio perla sotto leggere fantasie floreali stilizzate ton sur ton, leggero il tessuto lungo a lambire i piedi scalzi fino a toccare il pavimento. I capelli color tabacco sono stati raccolti appena sopra la nuca stretti da un lungo fermaglio a becco metallico di un delicato rosa anticato, copia discreta dei preziosi visti sulle chiome delle principesse elfiche uscite dalla fantasia di penne sul motivo de "Il Signore degli anelli".




Davanti alla libreria passa in rassegna i titoli messi in bell'ordine, cerca un libro.
Poi decide per un cd... Infine accende il pc.
Raccoglie con sorpresa il messaggio che arriva da un amico dopo un certo periodo di assenza.

Lui le lascia sempre schegge dei suoi esercizi.
Piccoli racconti (probabilmente autobiografici) che lei gradisce non fosse altro per la piacevole sensazione che le lasciano quelle letture.

Legge con attenzione il lungo racconto.

Ma sono solo alcuni versi a farla vacillare, riportandole un senso d'oblio nostalgico.
Quei versi sotto i suoi occhi divengono complici sulla leva che farà saltare la molla fino a quel momento lasciata contratta all'inverosimile dallo sforzo.


"Soltanto il vento rispose ai tuoi passi.
L’uomo se ne era andato, per sempre. Poi venne il deserto.
Tutt’ intorno un pianoro color caffelatte, un due di settembre,
"....J.W.

legge e rilegge, poi lei stessa comincia a scrivere freneticamente, come dovesse fuggire lontano da quella sensazione di inquietudine, di frustrazione e malessere.
Quelle parole hanno dato il via all'attrazione impossibile da contrastare, del gigantesco vortice  d'energia creata da un simbolico scarico sul fondale oceanico della sua anima.
.............................

(...) quella figura femminile del racconto... potrebbe essere l'altra me che vive nascosta nell'angolo claustrofobico tra la sclera e il condotto lacrimale del mio occhio destro, quella storia descritta potrebbe essere anche... certo si... molte storie si somigliano... ma era un trenta di novembre, non un due di settembre...  questo fa la differenza nelle due storie, ma non per me... non per quella storia che io ho vissuto.
E poi non pioveva... avrei voluto che piovesse quel mattino.
Avrei preferito, sì.
Forse il mio umore sarebbe stato diverso quella mattina.
La pioggia mi rende più docile.
La luce, il sole mi rendono più aggressiva, intollerante, troppa luce acceca la mia percezione di visione sulle cose. I colori, la loro aura mi investono e intravedo altre forme che non mi sono familiari.
Avrei voluto che cadesse tanta pioggia da lavare il presagio, da cancellare la mia voce guidata da un'entità superiore.
NOn potevo essere io quell'interlocutrice.
Io stessa stavo sotto un getto d'acqua che mi avrebbe rilassato, per questo non avrei mai potuto avere quel tono di sfiducia e amarezza con Lui.
NOn ero io al telefono con LUi.
Lui non lo capì...
Non fui io a scrivergli.
NOn so chi fosse stato a farlo.
Ma lui non lo comprese... come poteva comprenderlo?
Quella... quell'altra donna fu capace di sostituirmi e firmarsi con il mio nome, perchè io quella notte andai a letto molto presto, avevo avuto una giornata difficile.
Ma lui credette che fossi stata io a scrivere quelle terribili accuse e scuse nei suoi confronti.
Comunque ora non ha più senso.
Non per me, per me avrebbe ancora un senso.
Ma il traffico è intenso e io non sono più andata tanto lontano più di così.
Non potrò più discolparmi... neppure mostrargli le prove, quelle che non fui io... ma qualcosa che sfuggì dal controllo della situazione.
Quella mattina non pioveva, dai vetri della finestra  erano lame di platino dorato quelle che ruppero il silenzio, quelle che attraversavano la camera da letto, squarciarono impalando il futuro nel preciso istante che chiudemmo la comunicazione.
Chissà se percepì che era l'ultima volta che mi avrebbe sentito?
Ricordo che c'era il sole quella mattina,  fino a due giorni dopo che iniziò Dicembre.
Ancora la visione che dalla finestra il raggio superò aereo il letto disfatto fino ad infrangersi accidentalmente sullo specchio perpendicolare al pavimento.
Aveva trafitto i nostri cuori, ma non presero a sanguinare subito.
Subdolo veleno era entrato in circolo senza che ce ne avvedemmo in fretta.
Potevamo fermarlo?

I miei occhi color di quercia da quel giorno sono diventati più scuri.
Fanno paura se vi si guarda dentro.
Sono quelli di un vampiro che più non troverà pace perchè ha perduto la fonte per il cibo prelibato.
Il sapore del sangue della passione.
La sensualità carnale che da il morso sulla miglior vita.
Gli spasmi della fame e della sete rischiano di uccidermi... ma io sono un'anima dannata.
Eternamente dannata.
Questi occhi  sono lo schermo di un cinema d'essai...
un cortometraggio viene di continuo  proiettato...
Lui - lui - lui e sempre lui-
Lui è il protagonista.
Non era neppure tanto bravo come attore,
ma era uno capace di allentarsi la cravatta e lasciarsi andare su lenzuola d'emozioni.
Un romantico che probabilmente nella vita non ammetterà mai d'essere
Aveva spade e un  cavallo di metallo grigio e nero (come la sua armatura).
Un angelo bianco dall'anima nera.
Nessuno seppe più nulla di lui, quando gli dissi di tornare alla sua vita.
Era troppo doloroso amarlo.
Era troppo doloroso lasciarlo.
Così mi feci odiare.


Ora non ho più tempo.
Non è più mio il tempo dell'Amore.
L'amore ha le sue stagioni.
Io ho perso ogni raccolto.
Il cielo ha visto esplodere galassie dentro il [mio]cardio.
Tzunami e catastrofi nucleari hanno devastato quel pianeta quale io sono.
Era glaciale e desertificazione si sono alternate nel tempo della sua assenza... ed io... non ho fatto nulla se non accartocciare in un pugno stretto e arrabbiato l'ultima sigaretta di un pacchetto oramai vuoto e ho esclamato con decisione: "Basta! Non fumerò più" - è stato molto più semplice che dire a me stessa:
"Non devo più amarlo!".





...............




La donna si ferma in un istante.
Come se un clik avesse rintronato nella sua mente.
Dopo un breve momento in cui appare immobile fa scivolare dolcemente le mani dalla tastiera, come se avesse avuto fino a quel momento un collegamento diretto con una linea criptata ai più.
Sollevando le braccia le porta dietro di sè, tra il collo e la nuca, intreccia le dita e preme con forza inarcandosi sullo schienale alto della sedia.

Non rileggerà...
Spegnerà il pc e cercherà un libro da leggere oppure ascolterà un cd sdraiata sul letto fino ad addormentarsi.

Micol


venerdì 22 maggio 2009

Avatar

Milo Manara

Più volte in questo ultimo periodo ho pensato di cancellare l'avatar che mi rappresenta su Splinder.
Ma non so se è possibile ammetterla come constatazione... è che mi ci sono affezionata.
E' da tre anni, mese più mese meno, che ci guardiamo in faccia più o meno ogni giorno che il nostro rapporto è diventato praticamente di parentela, anche se acquisita.
Se non la vedessi, mi domanderei di quel che starà facendo o come starà.
Sono quei fenomeni assurdi di auto-suggestione.
Un simbolo, una piccola icona, talmente piccola che sembra uno scarabocchio, ma la mano di chi l'ha creata tutto aveva da pensare che farne un pasticcio.
Ricordo  che quando mi trovai nella condizione di scegliere un avatar, fui molto decisa a scegliere fra le pin-up di Milo Manara quella che mi avrebbe presentato il mio profilo utente a simbolico riconoscimento, d'amica, e perchè no d'invidiata nemica.
Così ecco che mi affascinò questo ritratto, sensuale sì ma con moderazione.
Una bellezza che si avvicina ai tratti mediterranei, avvenente ma non aggressiva.
Qualcuno un giorno mi disse:"Ma sai che a guardare bene il tuo avatar ti somiglia? Dì la verità lo hai scelto per questo motivo?" Beh! assomigliare ad un fumetto mi sembra paradossale ed eccessivo, ma di una cosa sono certa, lei è il mio Alter-ego ma soprattutto è più bella di me!

Goodnight
Micol




mercoledì 20 maggio 2009

Piccole frasi di una donna in apnea



"Stai affogando e non puoi, non devi!... ricordati le tue origini di donna-pesce e respira anche sott'acqua.
Meglio se riuscirai a far emergere rimembranze di quello che rimane di te donna - sirena.
Canterai ancora, sopra scogli, davanti ad orizzonti d'apocalisse, dopo aver sondato fondali che ti hanno permesso conoscenze in apnea"


Micol


4*12*07





"Il tempo può scorrere senza lasciare segno o imprimersi a fuoco sulla pelle.
Di tutto il tempo che ho vissuto, il mio corpo è pieno di cicatrici."

Micol


12*12*07



"Mi domando spesso perchè non riesco più a scrivere poesie, ma in fondo a me stessa la risposta è limpida come una goccia d'acqua: La poesia più bella, quella che non scriverò mai per gli occhi della gente, è dentro di me."

Micol


08*08*08

Girovagando sono inciampata sopra una poesia

Girovagavo in un luogo che più non mi gradisce e che a dire il vero nemmeno io più gradisco e sono inciampata sopra una poesia.
Quel che più piace oggi è tutto tranne che la purezza d'animo e sentimenti.
Come quella che trovo in questa poesia, nei semplici versi ma pieni di un significato armonioso. Parlano d'amore, di unione e complicità in un luogo ostile a questo rapporto descritto con tanta dolcezza.
Questa poesia di Verlaine è stata pubblicata da un iscritto a me sconosciuto e che non avrò modo di mostrargli il mio apprezzamento per questa scelta, perchè la mia chiusura verso quel sito è diventata tanta e tale che non sento il bisogno di dare più nulla.
Ho raccolto questa corolla di versi e ne ho assaggiato il profumo... il resto sono solo parole di una storia chiusa dietro ad una porta.
Una storia che non può più far parte delle altre mille. La mia!

Buona lettura.
Mic








Noi Saremo

Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,

talvolta, fieri e sempre indulgenti, è vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta

che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, è vero?

Nell'amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,

saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,

non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.

Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.

Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l'anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?

PAUL VERLAINE


domenica 17 maggio 2009

A lui che mi sorride da sotto un sigaro cubano

SENZA TITOLO


In piedi il ricordo caduto sulla strada,
stanco di seguirmi senza storia,
dimenticato in un albero del cammino.

Andrò così lontano che il ricordo muoia
disperso tra le pietre della strada,
continuerò ad essere lo stesso pellegrino
con dentro la pena e fuori il sorriso.

Questo sguardo circolare e forte
in una magica mossa di muleta
schivò dalla mia ansia ogni meta
convertendomi in vettor della tangente

.E non volli guardare per non vederti,
arrossito torero di mia sorte,
che mi invitavi con gesto di disgusto.

Ernesto che Guevara











HASTA SIEMPRE - COMANDANTE CHE GUEVARA -


(testo originale)

De pie el recuerdo caído en el camino,
cansado de seguirme sin historia,
olvidado en un árbol del camino.                

Iré tan lejos que el recuerdo muera
destrozado en las piedras del camino,
seguiré siendo el mismo peregrino
de pena adentro y la sonrisa fuera.

Esa mirada circular y fuerte
en un mágico pase de muleta
esquivó en mi ansia toda meta
convirtiéndome en vector de la tangente.

Y no quise mirar no verte,
sonrosando torero de mi dicha,
invitarme con gesto displicente.

Ernesto che Guevara

venerdì 15 maggio 2009

Freddie Mercury Tribute

Questa notte non scriverò, parlerà per me la musica che sto ascoltando... vi racconterà quali emozioni sto raccogliendo!
BUONA VISIONE
Mic







Freddie Mercury Tribute - Elton John, Axl Rose & Queen - "Bohemian Rhapsody"






Freddie Mercury Tribute - George Michael & Queen - "Somebody to love"






Freddie Mercury Tribute - David bowie & Queen - "Heroes"

mercoledì 13 maggio 2009

La gatta pezzata

Sono sveglia dalle cinque del mattino.
Cercavo la posizione giusta per alleviare la crisi.
Seduta sul letto anche dopo la dose.
Non posso riprendere il sonno, il sibilo e l'affanno, con quel comporta cercare aria e non trovarla, l'autotrening per non cadere nel panico, mi spingono ad alzarmi.
Così ho salutato il nuovo giorno prima ancora che si svegliasse la sveglia.
La cucina era già invasa da una lingua di sole, da settimane il nastro della tapparella si è rotto e quella rimane chiusa un pò meno della metà o aperta un pò più della metà dipende dal punto di vista e da quanto si necessita di luce o di privacy.
La caffettiera svettava sul fornello pronta dalla notte prima, aspettava solo di essere accesa e il sibilo con insieme l'aroma si propagano per annunciare il liquido denso e scuro che avrei versato di lì a poco nella tazza. Sorseggio con il telecomando in mano.Ancora stordita dalla levataccia non comprendo bene le notizie. La Ferrari minaccia la ritirata dalla F1 - Dove sta la crisi? non ci sta nessuna crisi - Il Papa davanti al Muro del Pianto - Clandestini e sbarchi, sì e clandestini e sbarchi, no! - Città più sicure, un pensionato viene trovato privo di vita dopo che viene derubato nella sua abitazione...
Terremoto Abruzzo - Notizia non pervenuta.
Dopo la stampa cambio canale per ascoltare musica.
Tecno e gambe vertiginose sono in primo piano.
HO mal di testa, ma dopo l'antistaminico e il cortisone, un antidolorifico mi sembra eccessivo e passo.
Poi mi affaccio alla finestra e le rondini che puntano verso di me spaventate dalla mia presenza, cambiano repentine la traiettoria, il loro nido sta sopra la mia testa fra il cornicione e la finestra.
Gridano i piccolini e sui loro becchi teneri e aperti sorrido un pò acceccata dalla luce ancora non del tutto definita del sole che spacca sul monte.
Poi guardo sulla strada la vita che già si è avviata per raggiungere i posti di lavoro, le scuole, la messa del mattino.
E' allora che vedo la gatta pezzata.
Così era stata soprannominata, arrivava nel nostro cortile da chissà dove per nutrirsi dal piatto dei nostri gatti di casa.
Ora la vedevo con la schiena poggiata sul bordo del marciapiede e parte del suo corpicino peloso nascosto dalla mia auto.
Sul marciapiede passa qualcuno e la guarda.
Le rondini e le tortore cantano la lode alla loro giornata d'ali e cibo.
La gatta pezzata è immobile.
La gatta pezzata non ruberà più gli avanzi del pranzo e della cena dai piattini di plastica e vaschette d'alluminio destinati ai gatti del cortile.
Ora è una rondine, una tortora, un verdone... fra i rami degli ulivi, dei mandorli e dei peschi... ora è quell'uccellino che istintivamemnte cercava di cacciare.
E' contenta delle sue nuove ali, lo capisco quando scendo per salire in macchina e vedo sul suo muso il sorriso del sogno eterno.
Al cospetto della vita e della morte tra le quali sto nel mezzo col grembiulino profumato d'ammorbidente e seduta sul banco di un'aula piena di libri,  dimentico il mio affanno in mezzo al petto e vado per quella strada che ogni giorno si apre a nuovi disegni e lezioni.



lunedì 4 maggio 2009

Volevo stringere una mano...

Ho il volto tirato e stanco, questa mattina solo una traccia di trucco per levare il pallore e nascondere il segno sotto gli occhi delle gocce saline che hanno lasciato impronta.
Una notte insonne popolata di fantasmi e ricordi.
Un cane abbaiava instancabile in uno dei cortili fra le case.
Il silenzio della notte non riusciva a darmi pace, il letto divenne un rosario di grani di pietra di fiume.
Il mio corpo sussultava al dolore che provocava quella membrana opale che s'allunga dentro.
NOn c'era respiro che chetasse la mia mente.
Ho il volto insonne di una notte bianca.
Così bianca che il buio ebbe paura di venire fuori.
Volevo stringere una mano che mi fosse di conforto il suo calore e la sua forza, stringevo invece un crocefisso d'argento.

Mic

domenica 3 maggio 2009

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi




La morte porta inevitabilmente a delle riflessioni.
Quando sopraggiunge la notizia che lei è arrivata e senza bussare è entrata nella tua giornata, con un pass di chi può e non deve chiedere mai, lascia sopraffatti, svuotati.
Un richiamo innaturale ci aveva svegliato tutti molto presto, per essere un giorno senza impegni era come se avessimo invece qualcosa da fare, le campane a morto e il telefono suonarono quasi contemporaneamente.
Così poco prima dell'albeggiare se ne è andato un'altro pezzetto di cuore che formava la nostra grande famiglia.
Renato dovette crescere in fretta. Ma era un ragazzino sempre in cerca di avventure e alla morte non ci credeva e se cadeva nel discorso le rideva in faccia. Mi disse dopo una primo intervento chirurgico della speranza "Mi è stata data un'altra possibilità e perchè me la devo lasciare scappare? me la godo!!"
Dolce Renato, l'ho sempre tenuto nascosto ma nonostante avessi nove anni più di me mi facevi una grande tenerezza e sembrava tu avessi sempre bisogno di protezione o di un rifugio.
Ma la vita ci imbalsama nei giochi che ci sono stati assegnati ognuno nelle proprie case senza riuscire a sfondare le pareti per  un ultimo abbraccio.
La morte arriva e non ti da più una possibilità....e anche se potrà apparire sciocco o semplicemente inutile essere qui a parlarti e a scriverti, in qualche modo per me significa sintonizzare delle energie sulla stessa frequenza d'onda e anche se questa è una fortissima illusione voglio gridartelo con tutta la forza che posso metterci per tutte le volte che non te l'ho detto: " Ti voglio bene!!!"... ed ora vola... libero finalmente dalla sofferenza, dalla rabbia, dall'ingiustizia.
Vola e... Rena... grazie per averci sempre donato la tua allegria!!!

Dani

 



Verrà la morte e avrà i tuoi occhi - di Cesare Pavese - Interpretata da Vittorio Gassman





Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Cosí li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
C. Pavese
22 marzo '50





 


sabato 2 maggio 2009

Forse domani andremo al mare.



Forse domani andremo al mare.
Non cammineremo presi per mano.
Guarderemo i nostri figli rincorrersi lambendo il risvolto di sabbia scura e bagnata.
Forse ci sarà vento, lì sulla spiaggia, io tirerò su il collo della camicia a ripararmi la gola.
Non mi passerai un braccio intorno alle spalle e non mi attirerai a te per aiutarmi a ripararmi.
Non sentiamo più la stessa sinfonia.
Non guardiamo più nella stessa direzione.
Programmati e logici nelle azioni come automi.
Non riesco più ad essere felice, ah che dico felice...
non è di casa l' allegria.
Sono un oggetto caduto nel posto sbagliato, c'è confusione e malinconia.
Anche la fantasia si è infilata dentro l'angolo delle cose perdute.
Ci aggiriamo in pochi metri quadrati cercando distanze in due diverse stanze.
Forse mi stai cercando e non riesci a trovarmi.
E' colpa mia.
Senza salutarti sono andata via.

Mic