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lunedì 30 novembre 2009

LA PERFEZIONE

Non so da che cominciare, è un concetto, una figura, un'idea che ho ben fissa nella mente, ma che mi risulta difficile decifrare in parole.
Perchè della perfezione non si possono usare termini banali per descriverla.
E' qualcosa che consci ma anche inconsciamente perseguiamo e bramiamo nella vita.
Ma come spesso accade quando siamo concentrati su una meta questa appare lontana se non addirittura inesistente poi, senza preavviso, nel momento di assoluta estraneità dall'intento lei con tutta la sua potenza ed irruenza arriva.
La perfezione prende corpo dando testimonianza della sua presenza e da quel preciso istante si diventa preda di una follia sotterranea sia per l'incredulità d'averla tra le mani che il bisogno estremizzato di imprigionarla tra dorate sbarre e assecondare l'esteta che c'è in noi con il folle che già si batte il petto e grida disperato  la sua perdita.
continua>>>>>

sabato 28 novembre 2009

Sono stata sincera!



C'è nell'aria quel profumo di nostalgie che fanno mucchio con i panni da lavare.
Nostalgie colorate da separare da quelle bianche e quelle nere. Lenzuola con l'ombra stropicciata di corpi che si sono posati a riposare con i loro sogni. Cuscini sprimacciati un pò usurati.
Così le nostalgie sarebbe bello poterle lavare, stendere al sole e rinnovarne le fantasie con quelle stesse azioni, situazioni, persone, parole per cui sono state invece riposte nelle scatole cinesi serigrafate di rose orientali laccate di rosso del passato.
Ok! un bel sospirone mentre mi sporgo a mezzobusto in avanti sul davanzale di questo novembre che va a completare il suo ciclo.
L'aria è fragile, ha bisogno d'essere ascoltata e forse allargherà un sorriso per questa predisposizione alla disponibilità o  più probabilmente allagherà con il suo pianto!
Saprà confidarmi che sono stata sincera.


Mic

giovedì 26 novembre 2009

Voglio ringraziare...





"Tutte le persone che sono passate o passeranno nella nostra vita sono importanti per la nostra crescita, perché tutte indistintamente ci lasciano qualcosa.
Non importa, se quello che raggiunge la nostra mente e il nostro cuore non è sempre di nostro gradimento, la cosa veramente importante, sarà tutto quanto noi riusciremo a trarre dal loro passaggio.
Ogni loro parola, ogni loro gesto, tornerà utile per comprendere e imparare qualcosa di nuovo.
Impariamo ad ascoltare, impariamo a guardare, impariamo a sentire e in ognuna di quelle persone, troveremo una parte di noi, una parte che forse non riteniamo nostra, ma che è lì ad insegnarci tutto quello che non vorremmo mai essere o diventare in futuro.
Gli eventi, gli incontri e tutto quanto si muove intorno a noi non avviene mai a caso, c’è sempre una ragione, magari non facile da accettare, oppure troppo bella per non essere presa al volo, ma questo non cambia lo stato delle cose e lo scopriremo se impareremo a pensare alle ragioni che possono aver mosso tali evenienze.
Per questo motivo
voglio ringraziare tutte le persone che hanno avuto anche solo una piccola parte nella mia esistenza e dalle quali ho avuto l’opportunità di imparare molto."

 



(Rossella Pirovano, “Ho chiesto perdono a mio figlio” )



 



 

martedì 24 novembre 2009

Ho il cuore che ancora canta per un sogno.

Quest'oggi sto bene, erano giorni che non mi sentivo così.
Scherzavo  con alcuni colleghi e uno di loro ha maliziosamente strizzato l'occhio esclamando: "Oggi ti trovo in forma!".
Chiusi nei nostri guai non ci rendiamo sempre conto che gli altri ci osservano ed invece devo aver espresso tutto il mio malumore in tutto questo tempo.
E dopo settimane che il mio cellulare squillava solo per incombenze familiari e di "marito" finalmente questa mattina la dolcissima voce della mia amatissima Marì, appena visto il suo nome sul display ho sentito un moto di gioia e con lei il risultato che si ottine sono lunghissime conversazioni pari a trattamento di benessere nemmeno fossi stata ad un centro di bellezza!
Ma la verità è che sto bene, forse quest'euforia durerà solo poche ore, il tempo di realizzare che è stato solo un sogno dal quale dovrò svegliarmi per la seconda volta in un giorno.
E di sogno si tratta. Di quei sogni lucidi che uno si trova proiettato a vivere in una realtà parallela se pur nell'onirico.
Ho sognato una persona che ho perso da non molto, la sua perdita mi ha profondamente segnata e per certi versi è lontana ancora l'elaborazione del lutto da parte mia.
Ricordo che stavo seduta su un divano di foggia antica di quelli in velluto e brocato, la stanza era polverosa e in gran disordine.
C'erano  scatole di diverse misure piene di argenteria e vasi e arredi diversi... come se ci fosse stato un trasloco o uno sgombero poi dimenticato in quella stanza. Mi ha impressionato la confusione... ero preoccupata per aver preoccupata d'aver perso il cellulare e non potevo avvertire a chi sarebbe dovuto venire a prendere quando improvvisamnte nella stanza da un corridoio è arrivato lui. Sentìì immediatamente l'emozione sulla pelle salire, il cuore battere e la mia coscienza che diceva che non poteva essere lui e allora mi sono alzata dal divano e gli ho accarezzato il viso. La sensazione tattile è stata così vera da sentire il calore di quel volto, la sua consistenza, quel sorriso e gli occhi vivaci,  lumnosi per me e sentire quella voce amata, eravamo felici di ritrovarci.Quando mi ha abbracciata l'ho sentito forte, carnale e m'infondeva sicurezza e perdono.
Mi parlò di qualcosa che forse si riferiva ad una malattia e toccandomi m'indicava la parte destra del corpo, ma qui qualcosa si fa confuso anche quando mi ha ripresa a se e mi ha sussurrato all'orecchio parole che non ho saputo decifrare. Ma so che erano parole di grande affetto.
Il primo pensiero quando ho paperto gli occhi questa mattina è stata di gioia.
Ancora dico fra me e me : "Mi hai abbracciata, sei venuto da me e mi hai abbracciata!"
Tienimi sempre abbracciata ho il cuore che ancora canta e non vuole tacere.
Mic

lunedì 23 novembre 2009

- Augurare -

Guardare al di là della frontiera,
seguire l'esitazione del ciglio
che intrepido raccoglie
il riflesso del bacio
nascosto dietro la lente.
Non appare nè scompare,
rimane statico come acuto infinito
che spacca vetri ma mai montagne.
Allontanare, per un giorno la mano
che copre la vista, e augurarsi


 


- augurare-


che ogni cosa sia dentro e fuori
candore e soffice neve. Mic







domenica 22 novembre 2009

Non rileggo - scusate gli errori!

Non so cosa spinga la gente a cadere in una perversione di cattiveria così gratuita.
Ora mi tremano le mani e la rabbia contrasta con il sapore del caffè che ho su per il palato e l'impulsività avrebbe fatto da padrona e sarebbe andata a rispondere, ma ho imparato a contare fino a 10 se serve anche 100.
Due bei respironi e cercare di calmare il cuore che batte all'impazzata per il moto di stizza che è arrivato leggendo a questo indirizzo una persona a cui non ho fatto alcun male e che continuamente vomita addosso a me e ad un piccolo gruppo, parole ed insulti da megera.
Ho compreso che il suo bisogno di essere sempre al centro dell'attenzione non gli bastava perchè io ero di troppo, anche se stavo in un angolino ad osservare, le rodeva il fatto che io fossi comunque lì.
La sua mente tesseva ogni giorno ordite trame contro di lei... ma era tutto inesistente solo frutto della sua mente.
Ed io ero lì per forza maggiore, e voleva farmi fuori. Probabilmente se mi potesse incontrare per strada mi si avventerebbe addosso e mi stringerebbe al collo fino a soffocarmi, perchè invidia e gelosia sono anche una malattia.
Così è riuscita a fare fuoco e fiamme, spalmare una serie di considerazioni sulla sottoscritta come per gli cche he in qualche modo sia per amicizia che per ruolo mi erano state avvicinate finchè non ci fosse più traccia di noi.
Non amo più quel luogo che pure mi ci ero affezionata tanto da essere considerato più che virtualmente un angolo della mia vita dove trovare l'affetto delle persone che mi volevano bene e provare a giocare con le parole le mie e quelle degli altri giocolieri di parole. Millestorie non ha più storie.
Gli è forse rimasta marchiata un'idea che non si è realizzata, perchè non è vero che gli artisti sono pazzi o che un pazzo è un artista per i suoi eccessi e questi non devono per forza essere considerati eccletismo.
Sono una persona semplice abituata ad ascoltare il vento a percepire la modulazione che si canalizza quando cambia, avverto con uno strano formicolio alla nuca quando qualcosa sta per accadere e il formicolio non passa finchè non vado in quella direzione a constatare gli accadimenti.
Così oggi dopo giorni entro in quel luogo conosciuto fino alle virgole e gli accentati e leggo qualcosa che non mi piace, non mi piace affatto... vengo presa di mira da un cecchino e sparata alle spalle, perchè io non replicherò, senza alcuna difesa vengo offesa e calpestata e nessuno mi diffenderà, perchè nessuno vorrà prendersi il merito di un calcio sul culo per venire a diffendere Micol (ex redattrice - ex Amministratice . (ex)(ex)(ex))
NOn esisto più in quel sito perchè darmi addosso con quegli insulti.
minchia! La Blonde ha la pressione alta, ci vuole qualcuno dei suoi amici che la corteggi con parole suadenti all'istante così si calmerà! A proposito dove saranno finiti tutti i suoi amici che la lodavano? Si siano resi conto di quanto fosse sbagliato sostenerla nelle sue lotte contro di me che mai ho mancato di rispetto a qualcuno?
Millestorie... e mettila sta parola FINE!
Un sito di scrittura che contava centinaia di presenze. Autori che pubblicavano, commentavano, fruivano, discuttevano  tutto questo quando esisteva un onesto gruppo di redattori e amministratori che curava ogni argomento, forum, iniziativa... ma si sa gli onesti non hanno fortuna al giorno d'oggi e allora siete tutti licenziati tuonò il capitano e anche senza preavviso, così da un aggiornamento all'altro della pagina redazionale ci siamo trovati fuori. Oggi fa pena vedere che è un sito che si vanta ancora di indicizzarsi fra i siti d'arte, questo con tre pubblicazioni e quattro presenze?

Questo voglio conservarlo quando mi passerà l'amarezza ci ritornerò per riderci su:

http://www.millestorie.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=23765
Micol

venerdì 20 novembre 2009

HO STIVALI MACCHIATI DAL DNA DI STRADE






Massive attack - Tear drop (lacrima)
ndr*[assolutamente da vedere]




Non esiste un momento opportuno per cui fare bilanci.
Ma una riflessione su come sono andate le cose ha sempre del persuasivo.
Ritorno da un viaggio che mi ha lasciato l'odore della nebbia e di un freddo cattivo sopra il lungo pastrano nero e la punta degli stivali è macchiata dal DNA di strade asfaltate dalla mia essenza, che hanno raggiunto miei simili ma pur tanto differenti da me.
Ho percorso strade che mi hanno allontanato sempre e comunque lontana.
Agli incroci ho imboccato sempre la strada sbagliata.
Che fare di una bussola geneticamente starata? Vorrei assicurarmi quanti sono pronti ad accettare insindacabilmente  il proprio destino senza cadere nell'enigma del se avessi fatto... se avessi detto... se avessi scelto... se... se... se...
La mia testa pullula di "se" e l'appartamento della mia anima è sovrastato dall'opacità dei teli polverosi a coprire gli arredi in taluni casi per proteggerli in altri per nasconderli ai miei stessi occhi.
Quanta strada ho fatto! Quanto affollamento nelle sale d'aspetto: orari di punta e confusione. Momenti d'assoluto deserto. Eppure anche se amareggiata non c'è possibilità di confortarsi e confrontarsi con un esempio entusiastico, meglio, si intravedesse mai il fulgido balenare di una ulteriore possibilità.
Spesso non c'è una nuova possibilità. Non la dà il destino. Non la danno gli uomini.
Rimango appesa in quella linea sull'asfalto che ti indica una sosta forzata, in attesa di prendere una decisione.
L'inversione a U non è consentita e devo fare i conti anche con la titubanza e il timore di attraversare il confine per proseguire, perchè comporterebbe un proponimento che data l'esperienza si disconosce sul nascere.
Inchiodata su quel punto. Freno a mano tirato. Ferma e attenta sulla precedenza da dare obbligatoriamente al traffico trasversale, forse sto osservando, forse mi sono  persa e non ho un punto d'orientamento.
C'è invece una profonda necessità di catarsi. Riavvolgere il nastro e ripartire da zero.
Chiedere di più, l'impossibile.
Chiedere di avere una seconda possibilità, quella di rinascere.
Di azzerare i conti,  i mesi e gli anni e riprogrammare il lancio dall'urlo drammatico e virulento di uno spermatozoo che si immola per generare una vita.
Lo so è da pazzi... ma è cosa nota: io non sto tanto bene! Mic


mercoledì 18 novembre 2009

Al caro estinto!





Un'irragionevole calma si è impossessata della nostra casa.
Il silenzio di chi vive un verdetto ineluttabile.
Siamo sfiniti, non lottiamo più, non ci si dispera più, neppure si piange.
Quando i bambini riescono a strapparci da tutto questo cerco di godermi il più possibile l'attimo.
Come se il valore di una sana risata, di un gioco, l'allegra festosità dei loro giovani anni per un breve attimo mi contagiasse e subito dopo mi accorgo di quel che è appena stato vissuto e ne ho profonda nostalgia.
Tutto ritorna piatto.
Gli orari di lavoro, i pasti da cucinare, si sta insieme a guardare un pò di tv.
Da quando abbiamo più di 100 canali, è una sfida a tenere disoccupato il telecomando e il risultato è ache non si guarda nulla a far zapping qua e là, forse per scazzo, ma cazzo io mi rompo le palle e vado a far altro.
La casa ci sta crollando addosso. Il forno si è rotto. Il piano cottura mi ha lasciato con due soli fuochi cosicchè devo rimanere qualche ora a cucinare per quattro.
Il cibo è passato in secondo ordine. Non c'è entusiasmo, non c'è nessuno stimolo, non c'è fame... si mangia perchè l'orologio biologico ci impone un'abitudine ad alimentarci.
Il frigorifero è sempre quasi vuoto, pochi alimenti si cerca di economizzare.
Ai piedi abbiamo scarpe usurate da un paio d'anni e abiti che si è scordato quando li abbiamo acquistati.
Non si parla più... neppure di lavoro.
Quando ci si domanda com'è andata la giornata lavorativa ci si risponde con un'alzata di spalle, quando va bene... altrimenti la risposta è un silenzio pesante.
Non si esce più la domenica. Non si va più neppure per una pizza. .. e ci sembra un gran regalo portarci a tavola una bottiglia di Novello.
Stiamo così a guardare le bollette da pagare in sospeso da mesi, solo ciò che è di stretta necessità va saldato, ma poi il monte dei debiti sale, qualche tempo fa mi prendeva un'ansia fastidiosa, io che arrivavo addirittura a pagare in anticipo i conti mi trovavo a posticipare a considerare entrate e uscite con un incastro certosino verso altre necessità familiari. Oggi mi prende una strana stanchezza quando guardo quelle buste annottate della mia calligrafia di date e scadenze. E' come se non le vedessi, anche se so che ci sono.
Lui sta male, un male cronicizzato dal tempo, dallo stress, dalla mia disattenzione nei suoi confronti... e poi sappiamo cos'ha, sta male e non si cura, ha paura di varcare la soglia dell'ospedale.
Quando m'innervosisco per il suo stato di salute gli ricordo che non possiamo neppure permetterci di morire non so chi potrebbe pagare il nostro funerale. Lui mi risponde "Buttami in discarica!"
Siamo diventati cinici, sarcastici, cattivi.
Ma per la maggioranza del tempo incombe il silenzio che si è fatto padrone di casa, si siede comodamente sul divano, si sdraia sul letto supino a fissare il globo luminoso sul soffitto.
L'astenia, il reprimere l'urlo e la fuga ci ha reso muti.
Probabilmente non siamo neppure così passivi nemmeno rassegnati, siamo solo disarmati da ciò che ci è capitato.
E l'amore che ruolo gioca in questa partita? Si economizza anche quello o probabilmente è sembrato un debito troppo oneroso e alla prima occasione l'abbiamo estinto.



Micol

domenica 15 novembre 2009

Festa d'autunno... i tempi son cambiati!




E' passata anche la "Festa d'autunno" detta anche la "Festa delle castagne".
E' una festa che si svolge puntualmente ogni anno nel periodo di San Martino nella scuola frequentata da mia figlia.
In un salone organizzato per l'occasione musica, canti e balli di gruppo.
Bancarelle di dolciumi, libri, pesca di beneficenza, fiori. Poi quelle di ristoro per il pubblico pagante.
Odori di cipolla e hamburger, pop corn e appunto rostaria di caldarroste.
A parte le castagne che vengono abbrustolite nel piazzale adiacente il salone tutto viene cucinato in mezzo alla calca di genitori che si urlano addosso per una semplice chiacchierata, bambini schiamazzanti e giocosi.
Neonati che strillano (strillerei anch'io con quel casino) e sopra le canzoni di piazza. Karaoke e compagnia cantante.
L'unica nota positiva è quello d'incontrarsi fra amici e conoscenti tra parenti e genitori dei bimbi.
Ritrovarsi lontano dallo svolgersi frettoloso degli orari scolastici d'ingresso e uscita.
La gente ha sorrisi larghi come se non ci si vedesse da una vita e abbracci stretti e calorosi per gli incontri.
La mia bambina era felice e ai miei ripetuti richiami per rincasare si indignava gettandomi un: "Mà! non vedi che ho da fare?"... ecco lei ha sempre da fare e io devo solo aver pazienza e osservarla girottare con il suo fare di piccola donnina con le sue compagne tutte simili a lei, taglio di capelli, abbigliamento, portamento, persino le voci sembrano simili.
Sono cambiati i tempi in cui i genitori avevano la meglio sui figli.
Ieri mentre stavo in cucina mio figlio mi ha chiamata dalla postazione del pc.
"Mamma vieni che ti devo far vedere una cosa!"
gli rispondo: "Fede ciò da fare, si può fare più tardi quando ho finito?"
lui replica: "No mà vieni dai... "
Penso che deve essere qualcosa d'importante se insiste, così lo raggiungo.
Sulla schermata campeggia la sua home di Face Book, clikka su fotografie e appaiono una serie d'immagini, ne sceglie una e mi guarda emozionato e rosso in volto.
Una ragazza sua coetanea mi guarda sorridente e un pò timida.
E' caruccia, ha uno sguardo furbetto sotto il taglio di frangia nera.
Accarezzo il mio bambino sulla testa spettinata e chiedo con un filo di emozione: "E' lei?"
Lui annuisce con un "mm mmm" e si volta verso di me con un'espressione tra imbarazzo e compiacimento  e mi domanda se quella ragazzina è di mio gradimento, la guardo meglio e cambio il tono della voce: "Mah! non sarà troppo tettona per te?"
Lui ride: "Oh!mà parli tu? comunque è inesperta... non ti devi preoccupare!"
"Ambè se è inesperta!" gli do una pacca sulla spalla, come per dirgli a chi vuoi darla a bere.

Lo dicevo io che i tempi son cambiati, ora le ragazze dei propri figli per essere presentati alle mamme non vengono più portate a casa, basta accedere su internet e le presentazioni sono fatte.
Spero non accadrà lo stesso quando dovrò conoscere i miei futuri nipotini.
Non so se sia meglio così come vanno oggi le cose tra genitori e figli, certo i rapporti sono più rilassati, c'è più dialogo forse anche più accondiscendenza memori dei vecchi rapporti di un tempo autoritari fino agli scontri.
Ma non so se sia totalmente un bene.
I figli soprattutto in età adolescenziale non riconoscono più vieti e regole e il genitore che vorrebbe nell'eventualità imporle finisce per non essere più credibile.
Comunque, al di là di tutto fortunatamente la Festa d'Autunno è passata... non se ne può più.

Goodnight Mic



venerdì 13 novembre 2009

VAFFANCULO PETER PAN!...VENERDI'13



STAMPA E COLORAMI CON I COLORI CHE PIU' AMI.
TRILLY ALIAS CAMPANELLINO



C'è il sole.
Le finestre sono aperte come bocche smaniose di giorno sulla strada con rinnovato stupore.
Un nuovo giorno! Guarda il cielo è azzurro che più azzurro non si può.
Gradevole contrasto cromatico dei tetti color argilla rossa su quell'azzurro, vien voglia di riprendere i colori che da troppo tempo riposano dentro una panca impregnata d'odor di solventi.
Via da questo pensiero vado per stanze e m'insegue la musica.
Entra un pianoforte, un basso, una batteria i miei gesti mimano una professionalità da strumentista da far invidia.
I miei vocalizzi imitano a memoria senza fallire una nota la sinfonia.
Non ci sono parole ad interrompere l'incantesimo di questo matrimonio tra me e il fluire di poesia.
Sono sola.
Oggi a casa sono sola e me lo merito.
... e sono felice di liberare la mia anima, di farla esibire in volteggi e quella leggerezza spesso imprigionata.
Sono una donna ANOMALA, ho il virus che non lascia scampo della sindrome di Campanellino.
Che c'è di male? Qualche volta spazio e volo verso l'Isola che non c'è.
In perfetta solitudine a godermi dall'alto quello che voi adulti privati di un cuore  bambino non potrete mai vedere, con le vostre facce truci e scale da conquistare buttando giù chi vi ha aiutato a salire, abbottonati in quegli abiti blu e cravatte strette su colletti bianchi.
Io sono libera, perchè posso sempre rifugiarmi in un mondo nascosto agli occhi della presunzione di chi mostra un petto senza cuore.
Io amo e vivo di respiro. Di cos'altro avrei bisogno? Tutto il mondo è mio... i fiori, gli alberi, il mare, le stelle... Non ho neppure bisogno di prendere l'aereo per volare.
Posso fare ciò che voglio: cantare, giocare, ballare, ridere e piangere.
So d'esistere in quanto essere inesistente!
Sono Campanellino ti pare poco?


Vaffanculo Peter Pan!


Mic



giovedì 12 novembre 2009

LA PAROLA SOTTO SCORTA A ROBERTO SAVIANO





Roberto SAVIANO


"... qual è il mio delitto? Perché io devo vivere come un recluso, un lebbroso, nascosto alla vita, al mondo, agli uomini? Qual è la mia malattia, la mia infezione? Qual è la mia colpa? Ho voluto soltanto raccontare una storia, la storia della mia gente, della mia terra, le storie della sua umiliazione. Ero soddisfatto per averlo fatto e pensavo di aver meritato quella piccola felicità che ti regala la virtù sociale di essere approvato dai tuoi simili, dalla tua gente. Sono stato un ingenuo. Nemmeno una casa, vogliono affittarmi a Napoli. Appena sanno chi sarà il nuovo inquilino si presentano con la faccia insincera e un sorriso di traverso che assomiglia al disprezzo più che alla paura: sono dispiaciuti assai, ma non possono.... I miei amici, i miei amici veri, quando li ho finalmente rivisti dopo tante fughe e troppe assenze, che non potevo spiegare, mi hanno detto: ora basta, non ne possiamo più di difendere te e il tuo maledetto libro, non possiamo essere in guerra con il mondo per colpa tua? Colpa, quale colpa? E' una colpa aver voluto raccontare la loro vita, la mia vita?".
R. Saviano art.lo F.to G. D'Avanzo - La Repubblica.it - 15/10/08



Apro con un applauso a Roberto Saviano classe '79. Sul video buca il volto di un giovane uomo che tradisce il suo stato psicologico di resistenza, lo osservo nei minimi particolari per la durata di due ore (minuto più minuto meno) co-conduttore del programma di F.Fazio in serata ieri su "Che tempo che fa". Lo osservo completamente rapita dal suo accompagnare con le mani, le espressioni con abbozzi di sorrisi e occhi frenetici sul tutto, sul nulla, sulle parole che pondera prima di esprimere.

Spesso alle sue parole seguono forti emozioni che provo davanti allo svilupparsi di storie che lui amabilmente racconta, probabilmente non si rende conto di impressionare tanto la platea o forse è proprio questo il suo intento: rifletti uomo comune la parola fa paura... la parola ha un potere autonomo, indipendente che può uccidere con la bellezza della verità, con la propria natura libera e incondizionata. Su questo ci fa riflettere Saviano in due ore di assolo.
La parola fa paura al regime che per controllarla riduce in stato di schiavitù psicologica quegli uomini che avevano per unica colpa la necessità di rivelare ed esprimere il disagio delle proprie radici, della propria terra natìa, uomini e donne che arriva a perseguitare, minacciare ed infine emettere sentenze di morte perchè lottano per la propria libertà di pensiero, di parola.
Saviano sfoglia un album di foto, mostra filmati crudeli di morte e lo fa con il candore di chi fa dil mestiere di cicerone ad una mostra artistica. Questo è ciò che l'arte dello scrittore che offre la propria anima per la verità contro il sopruso e la violenza di chi ha potere ottiene. Questo è il messaggio.
Il suo candore, temo sia anche una sottile rassegnazione.
Spesso la sua definizione per uomini e donne che hanno dato la propria vita solo perchè "scrittori" non ultima la giornalista-scrittrice Anna Politkovskaia, nota per le sue posizioni critiche nei confronti del Cremlino,soprattutto per i fatti tristemente noti di Beslan (Cecenia) freddata a colpi di pistola all'ingresso della sua abitazione, portano Saviano a ricordarci che questi non sono eroi, non sono martiri, sono uomini che hanno seguito il proprio istinto di libertà della parola e di raccontare la realtà dei fatti che spesso il silenzio occulta.
Una grande lezione quella di Roberto, lo premiano 4 milioni 561mila telespettatori (fonte ANSA)
La mia sensazione conclusiva è stata che questi uomini con la sola arma della PAROLA siano invece stati dei veri eroi, con le debolezze di tutti gli uomini, ma con una determinazione che una coscienza sociale e pronta al riscatto per tutto l'odio e l'emarginazione ricevuta per le loro scelte siano da considerarsi di sopportazione sovraumana.
Penso che l'esempio non vada sciupato e che la serata di ieri sia stata educativa e d'esempio e per dirla come lui stesso ieri ha definito l'Omertà: "Esistono due tipi di omertà: quella per cui si è visto (si è stati testimoni) e non si parla e quella che non vuole vedere!"
Un monito a tutti noi italiani. Perchè molto ha parlato anche di quell'Italia che finge di non vedere o che non vuole vedere. Che preferisce stare comodamente seduta in poltrona a "godersi" il Grande Fratello.
Vorrei citare più parti della trasmissione in cui Roberto mi ha strappato un singulto, come quando ha sollevato la bottiglietta d'acqua ricordandoci che quello era il simbolo del sacrificio dei bimbi di Beslan.
Dell'Inferno alla bellezza dei racconti di Ken Saro Wiva, di quelli del gulag siberiani di Varlam Salamov, di Neda, involontario simbolo della rivolta dell'opposizione iraniana, e altri testimoni che hanno reso indimenticabile il loro sacrificio per giusta causa.
Dal 13 ottobre 2006, Roberto Saviano vive sotto scorta: l’11 novembre saranno esattamente 3 anni e 29 giorni di vita negata, 1125 giorni, 27.000 ore di vita blindata. (fonte La Stampa.it)
La sua parola è sotto scorta.
Quando ho spento la tv mi ha bloccato un pensiero, Roberto questa sera ci ha raccontato quanto la parola può far paura, quanto la verità fa paura e di quanto lui stesso abbia paura.
Perchè ogni sua definizione anche quando dice che chi ha dato la vita in queste circostanze non è da considerarsi un martire, nè un eroe il messaggio sembrava fosse: se mai accadrà qualcosa del genere a me non consideratemi un eroe, nè un martire ma un uomo con le sue debolezze, le sue difficoltà, diffidenze... il mio amore per la scrittura e la verità è andato oltre la coscienza.
Concludo con una frase di Varlam T.Salamov  "Stavo per morire per un qualcosa che non credevo neanche di avere, ma che quando mi è stata chiesta...ho capito essere la cosa piu' preziosa che avessi".
Parlava della sua Anima.
Solidarietà a Roberto Saviano
Un inchino!

Micol


lunedì 9 novembre 2009

UN SOGNO PER DOMANI/PASSA IL FAVORE




Un compito a casa e un esempio morale che si mette in moto ineluttabilmente per generare una catena infinita di solidarietà che investa l’intero mondo. Un bambino di dodici anni di Las Vegas bisognoso di attenzione (è senza padre, che non si sa che fine abbia fatto, ha un triste passato di violenze e vive con una madre alcolista altrettanto assente, anche se per lavoro). L’idea di Trevor è semplice e ripercorre quella dei diagrammi ad albero, pronti ad aprirsi a differenti soluzioni progressive: effettuare tre atti di solidarietà verso tre persone diverse che a loro volta dovranno impegnarsi a realizzarne altri tre per altrettante persone differenti. Così all’infinito, fino a quando il mondo riuscirà a vivere solo sulla solidarietà e a non preoccuparsi del male e della conflittualità. Un’idea talmente elementare da essere venuta in mente ad un preadolescente privo di pregiudizi, ingenuo nel suo umanesimo puro e incorruttibile, desideroso di regalare affetto in modo tale che la ruota prenda a girare e porti beneficio all’intero universo, e quindi anche a se stesso e all’adorata madre. (www.minori.it)


”Per me certe persone hanno troppa paura per pensare che le cose possono essere diverse e, insomma, il mondo, il mondo non è tutto quanto… merda… ma credo che sia difficile per certa gente che è abituata alle cose così come sono, anche se sono brutte, cambiare e le persone si arrendono e quando lo fanno poi tutti, tutti ci perdono. […] è difficile, non lo puoi programmare: devi, devi guardare di più le persone, ecco… tipo, tipo tenerle d’occhio, per proteggerle, perché non sempre vedono quello che gli serve. È come la tua grande occasione di riparare qualcosa che non è la tua bicicletta, ma puoi riparare una persona”……Passa il favore
[Trevor]

 

 


La mia ricerca nasce dopo aver visto il film "Un sogno per domani" del 2000. Nel cast Kevin Spacey nella parte dell'insegnante Eugene, Haley Joel Osmet nella parte del piccolo Trevor (attore protagonista anche del film "Il sesto senso") ed Helen Hunt nei panni della mamma del piccolo.
A parte i soliti triti ingredienti di buon sentimentalismo americano, la storia tocca davvero tanto.
E' il senso ed il percorso, ideato dal piccolo Trevor: PASSA IL FAVORE ha la sua morale ed il suo insegnamento.
... e come spesso mi trovo a fare divento spugna di un significato percepito fra i dialoghi più che nella storia che ha il suo moto ondoso fino all'epilogo.


 

Su google a proposito del film alla voce "UN SOGNO PER DOMANI" ho appreso l'esistenza di un libro il cui titolo omonimo a quello del film scritto da Robert Jhonson, non ha  alcun legame ma deve essere sicuramente importante per il messaggio che offre non fosse che un pò mi riconosco già dalla citazione che segue:



"Distinguersi per non estinguersi è il sogno dell’uomo dalla notte dei tempi.
Il distinguersi richiede una grande capacità nell’accogliere i cambiamenti e le crisi che l’uomo si trova di fronte.
Insieme possiamo percorrere questo viaggio verso la distinzione. Il Viaggio dei folli, degli anticonformisti, dei ribelli, dei piantagrane, di tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Possiamo citarli, essere in disaccordo con loro; possiamo glorificarli o denigrarli ma l’unica cosa che non potremmo mai fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perché fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli noi ne vediamo il genio; perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero."


(cit. Fonte:Un sogno per domani di Robert Jhonson)

Ritornando al film... Utopistico in fondo ... ma sarebbe infinitamente importante recuperare quei valori umani che sono andati perduti, uscire dal proprio egoismo individuale e offrire solidarietà, delle speranze se possibile, una catena intenzionale di affezione alla vita contagiosa come un virus.

Goodnight Mic




sabato 7 novembre 2009

INVERNO




Liquidi ricami s'allargano
lungo lastre di vetro battute
da proiettili di ghiaccio.
E' frastuono improvviso a svegliarmi
tra il tetto e il letto
che nel mezzo mi tengono distesa.
Inverno che avanza
sulle mani gelide di unghie blu,
sopra la tempesta
le grida del mio ventre
sordo al mondo.


Micol

giovedì 5 novembre 2009

SILENCE PLEASE!




Le  cose cambiano, le persone cambiano, io stessa mi accorgo di essere cambiata.
In questi ultimi due anni è accaduto qualcosa che ha interrotto il flusso regolare di aspettative e di abitudini segnando il mio carattere.
La chiusura è stata forte, il rifiuto d'influenze dal  mondo esterno: ferme e scure.
Alle 22.30 di ieri sera rientravo dal lavoro verso casa, ero sola in macchina e avevo pensieri pesanti e stanchezza sulle palpebre,  stavo per chiudere una giornata faticosa sotto tanti punti di vista e per un attimo ho pensato che avrei viaggiato tutta la notte per la strada, lasciando che fossero i miei pensieri a portarmi, così ho cambiato la rotta allungando di poco per il rientro. Le responsabilità non mi avrebbero permesso d'andare oltre.
E' così anche nella vita no? Qualche volta si ha desiderio di cambiare strada, visitarne una nuova, allargare lo sguardo su qualcosa di sconosciuto e magari fermarsi un pò per dissetarsi, per un caffè.
Ma poi si è coscienti che il dovere ci chiama e bisogna fare a ritroso quel percorso, tornare sui propri passi e far ritorno verso il viale di casa.
Ma il percorso che ho fatto ieri mi ha portato davanti alla porta di quella casa che fu di mia nonna.
La strada era deserta, e i lampioni illuminavano quelle zone di marciapiede dove tante volte mi sono fermata a parlare con qualcuno della mia famiglia.
E' molto forte il mio legame con essa. Anche se il tempo ha cambiato le persone, ha cambiato le cose.
Anche se la morte ha spazzato via sorrisi come foglie d'autunno spinte dal vento.
Se voglio trovare un pò di serenità devo chiudere gli occhi e rivedermi su quell'altalena fatta di corda sfilacciata e tavolaccio di legno come sedile, sulla sua ombra perpendicolare sulla terra battuta si era formato un piccolo fosso segnato e scavato dalla forza d'atrito della piccola rincorsa che si faceva per darsi spinta e oscillare sulla stella di sole che abbagliava gli occhi bambini e su in alto, si respirava il profumo violento della pianta di fichi che donava il suo ramo per i nostri giochi.
Non ho più rivisto quel cortile da molti anni, non so se i gerani e le peonie di zia Tata e fi nonna, stanno ancora in quelle aiuole circolari ai piedi del mandorlo e del pesco delimitate da maioliche d'avanzo dei rivestimenti di casa.
Non esiste più quella 500 abbandonata da uno zio, con le portiere ad apertura antivento dove noi bambini di casa abbiamo fatto grandi viaggi con la fantasia guidando quel volante a ruota gigantesco e spartano.
Penso d'aver imparato a guidare che avevo circa cinque anni!
No non dimentico nulla e sono cambiata per le delusioni e le ferite inferte dai cambiamenti, perchè probabilmente non li sopporto, ma tutto è differente da sempre anche se voglio convincermi che questi sono progresso, s'impara e si ha la possibilità di crescere anche e soprattutto attraverso questo stato di cose.
Così oggi comprendo molte più cose e la natura delle persone.
Allora mi sento a disagio quando ricevo il messaggio di persone che mi vorrebbero "più" vicino, che io dia un segno di presenza forte, che eviti pause, assenze e silenzi.
Mi dispiace per queste persone amiche se sono in diffetto e se in qualche modo procuro delle sofferenze ma la mia storia personale non mi permette più di rilassarmi e ricevere novità,  ho chiuso tutte le porte, sono stanca... ho sofferto e soffro ancora troppo per quello che i rapporti interpersonali hanno finito per lasciarmi.
La dimenticanza, le rotture, gli abbandoni, i silenzi, la perdita di persone a me molto molto care mi hanno completamente segnata.
E' forse incredibile ammettere di avere bisogno di rimanere sola, io che ho sempre cercato l'affetto e l'amicizia, io che mi sono sempre proposta per gli altri, resa disponibile... ora sono un' ombra che circola silente, nascosta agli angoli perchè non voglio incontrare nessuno. Voglio rimanere con i miei ricordi, voglio vivere di rimpianti.
NOn ho la forza e mi dispiace, mi dispiace enormemente perchè anche se in questi casi può sembrare il contrario sono molto sensibile... ma non ce la faccio, il mio è un rifiuto completo verso gli altri.
Sono cambiata, in peggio sicuramente... mi dispiace per gli altri, forse così in fondo ci sto bene se non lotto per essere diversa.
Ora voglio silenzio, ne ho proprio bisogno... a parte la musica!
Che parlino se hanno ancora voce gli angeli, sono gli unici che attendo nelle mie notti senza sogni!
... intanto il calendario fa cadere i giorni di questo novembre pregno di nomi e date da ricordare ...

Micol


mercoledì 4 novembre 2009

Costruire o piantare




Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza, può adottare due atteggiamenti: costruire o piantare.
I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito, ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo.
Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti.
Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato.
Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano.
Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa mai di crescere.
Esso richiede l'attenzione del giardiniere, ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere come in una grande avventura."

(Paulo Coelho)


Goodnight Mic



 

lunedì 2 novembre 2009

UNA STREGHETTA CON LE ALL STARS ROSSE






Nel pomeriggio di sabato c'è stato un gran movimento dopo che un'amichetta della mia streghetta l'ha invitata per festeggiare Halloween.
Per fortuna in casa c'è sempre un cappello di pannolencio nero con la punta alta e che s'affloscia di lato, un mantello lungo lungo di rasatello, e un abitino un pò sgualcito dalle precedenti avventure anche'esso rigorosamente di lucido tessuto nero.
Sono indumenti che teniamo per ogni evenienza ed occasione noi streghette di casa.
Un pò di trucco scuro tra il nero carbone e viola oltretomba, un rossetto che per naturale carattere di quelle labbrucce sbavava nonostante le correzioni e una spolveratina di polvere di stelle fra i capelli lunghi e capricciosi (ha proprio preso dalla sua mamma strega).
Panico... si cerca un sacchetto, una borsa ton-sur ton per contenere i dolcetti perchè di scherzetti non si ha avuto il tempo di prepararli ed intanto suonano al citofono.
Sono due streghette urlanti e festose.
Perchè nella scuola della magia nera alle allieve streghette gli è concesso di uscire con la luce del giorno ad Halloween, non vale per le anziane che quelle vanno a rumoreggiare di notte.
"daì mamma, già stanno di sotto, aiutami...."
"Tesoro, mi sembra che tu sia a posto" replico.
"Ma no mamma, non vedi che sono scalza? Che scarpe posso mettermi?"
Ahi ahi ahi!
Vado a cercare le scarpe e gliele calzo.
Lei mi guarda un pò affranta e io le dico quasi convincente: 
"Hai perso la formula magica? Se vuoi puoi farle diventare nere!"
Lei mi fa un versetto non le è piaciuta la battuta o forse sa che deve accontentarsi di ciò che passa la Grande Zucca!
Ma già non ci pensa più, corre per le scale incontro alle altre streghette che l'attendono.
Io mi affaccio alla finestra e la guardo sorridente.
E' proprio forte la mia streghetta con le All Stars Rosse!


... e voi siete usciti in strada a fare "Dolcetto o Scherzetto?


Micol