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domenica 12 dicembre 2010

RIFLESSIONI SU UN EQUILIBRIO INSTABILE




Mi vedo su un banco di scuola ogni giorno nuove lezioni, imparare a completare la mia formazione, quota da raggiungere per ora senza veri obiettivi, i sogni chiusi nel proverbiale cassetto odorano di chiuso e fibre d' indumenti intimi.

Sono apatica e devo fare uno sforzo maggiore per indurmi alla concentrazione, ho bisogno di un alito di soddisfazione per alimentare entusiasmo e ripropormi nella mia stessa vita, con un pò più di saggia decisione.



Mi manca qualcosa o qualcuno che mi faccia sentire leggera. La sobrietà che mi caratterizza è ingombrantei, sono molte le cose che non faccio più da diverso tempo ed erano quelle che rendevano saporita l'esistenza.
Basterebbe tanto poco per dare gusto a questa pietanza sciapita, una spezia per condire o un bicchiere di vino bianco che esalti il sapore in cottura di un cibo.
Manca qualcosa o qualcuno e questo destabilizza le mie percezioni sul concreto.
Penso, ragiono e rifletto, ma una parte di me va per la sua strada a ritroso nel tempo, cercando quelle emozioni perdute che vivevo in perfetta linea ed equilibrio su un piede ignorando il precipizio che mi avrebbe teso quella trappola in cui ho ceduto per la vertigine.

Mic

3 commenti:

ailacoinotna ha detto...

Se vuoi qualcosa che ti soddisfi basta che rileggi ciò che scrivi.
Hai una leggerezza quando scrivi invidiabile, scrivere di temi impegnativi senza che appaiano pesanti, ma che son pieni di contenuti, ti riesce benissimo.
Credo che il modo migliore per combattere le vertigine e guardare in alto.
Alza lo sguardo e vedrai le stelle che ridaranno luce ai tuoi bui.

ossessionefreud ha detto...

la rimpianta ed auspicata leggerezza che consentiva l'equilibrio sul precipizio, la corda rappresentata da quel qualcosa o qualcuno, per riproporsi nella tua stessa vita...
parole Tue, sculture forse solo,  da rinnovare...

MicolForever ha detto...

ossessionefreud
apprezzo la tua analisi... il tuo pensiero
Grazie

Antonio
mi spaventa un pò rileggermi, scoprire d'essere in empasse da secoli mi fa sentire inadeguata, di un'altra epoca, specie in estinzione.
La leggerezza che riconosci nei miei scritti è data dal ritmo della musica che ascolto.
Se hai un orecchio musicale potrai renderti conto leggendomi se ascoltavo della musica classica o del rock, o del melodico o un solo pianoforte o altro genere.
Qualcuno la definisce musico-terapia, io non so se sia ciò che la musica esercita su di me, so solo che sotto la sua influenza le mie emozioni s'amplificano e hanno il potere di aiutarmi a disinibire la mia introversione e quindi mi lascio andare sublimando il momento.
Le stelle... già si tratta proprio di stelle!