segui i miei passi

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martedì 29 giugno 2010

QUANDO...


QUANDO INSEGNIAMO L'AMORE
OGNI GIORNO LO VEDIAMO CRESCERE SOTTO
I NOSTRI OCCHI INCREDULI E UN PO' BEOTI.
QUANTO IMMENSO E' L'AMORE
NEI DONI OFFERTI E QUELLI RICEVUTI!


FEDERICO YOU ARE THE ONE!

CON TUTTO L'AMORE CHE POSSO 
THANKS
YOUR MAMY! 






 










UN KISSOTTO ANCHE AD ALEXIA LA MIA TOPASTRA...

P.S. è STATA UNA GIORNATA PIENA D'EMOZIONI
NOTTE COLORATA DI SOGNI A CHI SOSTA E A CHI VA
MIC






 

venerdì 25 giugno 2010

LETTERA (autor) PALIX



Amore mio
di questi tempi non ho neanche più una faccia,
un pezzo di pane per fare la scarpetta nei miei occhi,
eccomi che arrivo in questo giorno denudato
che sbatte la testa sopra al vetro, e zanzare bastarde,
non mi lasciano mai solo per davvero. Ho trent’anni, tra poco.
Qualche anno ancora di massima serie, poi potrò allenare
le mani a piangere più forte, vedere il riflesso dei panni stesi
nel palazzo di fronte ed avere sempre qualcosa da odiare;
tesoro, trovami una scala di sole dove mettermi ad asciugare,
mischiami birra ed anti influenzale, voglio fare sogni burrascosi,
voglio che tu muoia alla fermata della metro mentre il diavolo
mi vende l’anima ma hai risposto vaffanculo ad una domanda
che non ti ho mai fatto. Ed ora sento il rumore delle ginocchia,
il davanzale dell’angoscia battuto dal vento, amore,
amore fatto di puntini e parentesi, amore di qualcuno e non mio,
per grazia e fortuna per ritardo di fiato, tu che potresti essere
chiunque; Giugno è da sempre un mese brevissimo
e lento, è celeste che da fastidio agli occhi, ho persino cambiato
le tende, ho ripreso a fumare appena sveglio la mattina,
non ho niente da raccontare quando ti chiedono” come va’?”
socchiudo gli occhi per evitare che cadano in terra,
e i piccioni scambiarli per briciole, ricagato sulla testa della gente.
Amore, a volte ti penso, penso anche alla Falanghina 
in offerta al supermercato, ai vestiti gialli, al semaforo
di Porta Maggiore, ti penso senza strati di pelle, 
quando passeggio fischiettando e a vedermi sembro felice;
e torno a casa e il gatto vuole mangiare, io vorrei vivere
a Parigi negli anni settanta, vincerà lui e la notte 
bianchiccia che si spalma sulle antenne paraboliche,
sai, domani raccoglierò le forze e mi farò la barba,
il coraggio d’affacciarmi alla vita con le vertigini alla bocca
è un rumore di serranda, è la vacanza organizzata per tempo.
Amore, vorrei scopare con te, l’amore lo lascio a quelli che ricordano,
che mimano i sogni con le mani, ti scrivo parole di medusa
in un letto di filo spinato, di numeri telefonici, di grida dei vicini,
ti scrivo da Roma incatramata e scioperata, dove abito mura 
come un ragno da battaglia che si gode le crepe di un sorriso.

PALIX  (www.millestorie.it)



n.d.r.
non ho saputo resistere alla tentazione di averla qui, d'impatto forte e cruda.
L'autore nella casualità dovesse ritenere quest'azione indebita, potrà comunicarmelo 
e io provvederò a cancellarla.
Grazie PALIX qualche volta la poesia riesce ancora ad emozionarmi, tu l'hai fatto.

Micol

mercoledì 16 giugno 2010

LETTERE D'AMORE NEL FRIGO



NON FAI L'OREFICE PER CASO

si svegliava ogni mattina
o almeno così gli sembrava
porgeva il latte alla moglie
ne riceveva il caffè
porgeva quattordici parole alla moglie
ne riceveva sei
porgeva la sua assenza alla moglie
ne riceveva altrettanta
alle 8 e 28
apriva il negozio per sé
alle 8 e 30
per il mondo
faceva quello che fa un orefice
cercava di non sbagliare un colpo

ai clienti si rivolgeva con parole precise
e voce precisa
ed emissione precisa
e tono preciso
e abito preciso
e capelli precisi
e denti
alle 13 precise chiudeva il negozio
la telefonata ai due figli
una alle 14 e 15
l'altra alle 14 e 25
precise
alle 14 e 35 era sul divano
alle 15 e 58 riapriva il negozio per sé
alle 16 per il mondo
cercava di non sbagliare un colpo

erano di preciso le 17 e 22
quando entrarono
i due rapinatori
avevano per la precisione 23 e 28 anni
quello di 28 aveva la pistola
che gli avevano venduto come precisa
dissero precise parole di circostanza
l'orefice estrasse la sua di pistola
e con due colpi precisi
seccò prima quello armato
e poi l'altro
cercava di non sbagliare un colpo

posò l'arma sul bancone vetrinetta
a dieci centimetri precisi
dal bordo

a certa gente
è meglio
non toccargliela
una precisione
così precisa

Ligabue - Lettere d'amore nel frigo 2006




 





 



Ligabue - Un amore pronto a sudare (tratto dal libro Lettera d'Amore Nel Frigo)
segue
ho perso le parole




GOODNIGHT

MIC
~



 

martedì 15 giugno 2010

BUON COMPLEANNO MAX


 




 



Per festeggiare oggi non saremmo potuti andare al mare.
Piove e tira vento in questo giugno che non sembra contento.
Avremmo messo due panini nella sacca ed una birra da dividere in due.
Il costume indosso sulla tua pelle già dorata e avremmo gridato canzoni d'altri idoli che tu imitavi e mi facevi ridere.
Non avresti potuto indossare oggi la tua camicia azzurro cielo che tua nonna profumava di delicato amore, eri sempre fresco di bucato e forse questo mi aveva innamorato
Una volta per festeggiare mi facesti guidare, incoscienti ragazzini ero priva di foglio rosa ma ero già esperta dalle tue guide e quelle di papà, io e te sempre e comunque in rotta verso il mare.
Quanto ti piaceva il rotolare delle pietre quando le onde spingevano a riva ed il tuo sorriso troppo bianco lavava la coscienza.
Dove guardano ora i tuoi occhi verde giada e il tuo profilo da dio greco, le tue mani delicate di bambino sempre sui libri e poesie che mi leggevi al telefono.
Passavamo i pomeriggi nella penombra di un salotto in velluto verde scuro.
Le tue buone maniere imparate sulle pagine dei romanzi d'Oscar Wilde e Keates e poi venne Pasolini, la musica di protesta, Jimi Hendrix e l'LSD.
Non ci sono più i tuoi amici per festeggiare, pochi sono rimasti altri avevi già visto prendere il viaggio del non ritorno, lo spettro dell'AIDS, i suicidi, l' overdose, anche il tuo amico fedele deve aver pianto quando te ne sei andato prima di lui, solo un pò prima che lo trovassero solo con il suo lupo che guaiva accanto al suo corpo di novantenne, nella carta d'identità c'era un errore portava scritto anno di nascita 1961.
E sono passati già quattro anni, il figlio che mai hai avuto non avrebbe voluto un padre disperato, volevi tanto amore quanto ne facevi rabbia.
Tua madre ti assecondava... mai assecondare un figlio sull'orlo del destino
Imparasti l'inganno perchè ti avevano ingannato.
Mi piaceva quando anche dopo, anche quando fu il poi del dopo, passavi sotto le mie finestre per cercarmi come chi il primo amore non ha mai scordato
ci guardavamo attenti con sguardi indifferenti, eravamo lì per noi ma non lo volevamo dare a vedere, ora mi brucia quell'orgoglio infantile per non averti più chiesto come stavi
e festeggio quell'ultima volta che ti vidi davanti alla chiesa, tenevo in braccio la mia piccola e mi avvolgesti da lontano con un lieve sorriso smarrito e di rimpianto.
Ma ora che le pene terrene da un pezzo sono cessate e vivi un'altra storia a noi tutti ignota raccontami di quel che fai confezionando stelle, collaudando ali d'angelo e pioggia fine di ricordo.
Ti ho nei pensieri pieni di macerie se non ti fossi accorto da e toglie questa miserabile vita, ma nel mezzo resta, il ricordo dei giorni felici.



BUON COMPLEANNO MAX
TI VOGLIO BENE
UN BACIO ALATO FIN LASSU'
TUA D.




sabato 12 giugno 2010

C.E.D.(Centro Elaborazione Dati)




 



Trascorro numerose ore a dormire, trascino il passo senza un vero stato di lucidità una volta in piedi.
Mi guardo intorno annebbiata con la vista destabilizzata dai fattori REM post veglia ancora in circolo.

Possiedo trenta miliardi di neuroni interconnessi tra loro ma è solo per contratto, la connessione da un pezzo ha problemi di gap junction.



Definirmi sognatrice è sottostimarmi.
Sono una centrale d'elaborazione dati
più è sostanziale e necessaria 
una valutazione della realtà
più si eleva il bisogno di ristrutturazione
attraverso lo stato di allucinazione onirica.
Contrattazione.
Costipazione Cerebrale.
Contraddizione.



Stasi elettroencefalotica. Stato di fermo biologico. Sinapsi elettrica attiva propulsione allucinogena, dove sono stata quel che ho fatto, si trasforma in immagini, suoni e voci dove cado in stato di illusione ipnagogica, un film in prima visione.



Ora sono stanca, il flusso energetico e vitale per rimanere sveglia sembra essersi improvvisamente esaurito dopo la concentrazione posta in questo scritto.



Vado a distendermi. Imposterò il programma sul ritorno al passato. Lo rivivrò captando elettromagnetismo che si propagherà nello spazio mio onirico trasportando quell'energia sottomarina d'onde theta e delta a cullarmi fra quelle braccia immense di un dio immaginifico concepito dall'amore d' Ipno e Notte - Stella fattasi Uomo - in lucido sogno pianeta d'altro Mondo dal quale mai vorrei tornare.
 



Micol©

martedì 8 giugno 2010

La Signora






In un momento in cui i miei interessi sul web si ridussero quasi a zero mi ritrovai un giorno a leggere il diario virtuale di una signora "di una certa età". Vi arrivai per caso attraverso un motore di ricerca nell'intento di trovare un'immagine idonea a corredare un mio pubblicato.
Provai immediata attrazione sia per i suoi dipinti, che per la bella scrittura da cui versava le sue documentazioni i suoi pensieri.
Fu immediata la mia affezione per le sue parole e l'immagine che mi feci di lei che salvai nei preferiti il suo indirizzo.
Così ogni giorno le faccio visita.
Arrivo in punta di piedi, non ho mai nemmeno lasciato una virgola, ha il suo seguito e leggo anche tra i commenti che le vengono lasciati che l'impressione sulla sua personalità e l'arte che gli è propria è comune alla mia.
Lei m'insegna l'amore per le piccole e buone cose, mi dice che la passione non cesserà mai nemmeno a cent'anni perchè una nuova arriva ad abitarci quando quelle del corpo cominciano a farsi meno e giungono prepotenti quelle del ricordo. La passione diventerà nostalgia e la memoria s'arrenderà su particolari estremi come quelli più piacevoli tanto quelli più dolorosi.
Attraverso i suoi disegni e i suoi dipinti la mano educata al tratto e al colore s'evvince la lucidità della memoria.
Paesaggi, luoghi vissuti e amati, come il bel panorama in un'estate trascorsa in riviera ricordando quello che sarà l'ultimo periodo di vita di sua madre e quale struggimento nelle parole che descrivono l'assenza di presagio di una malattia che repentina non la farà giungere al successivo Natale. Dopo quell'estate i suoi dipinti diventeranno cupi, flebilmente astratti come sragionati perchè quello è il canto di dolore per la morte di sua madre e poi ecco un profilo di suo padre che cattura la solitudine della vedovanza, la senilità e l'oblio. Saranno il ritratto delle sue mani poggiate una sull'altra come a mitigare l'assenza di altre mani che per lunga vita avevano stretto le sue, quelle sono mani d'artista, dita affusolate e unghie curate per un uomo quasi centenario, la signora descrive il suo quadro e aggiunge alcune note, pensieri sparsi a completare quel ritratto. Le mani di suo padre, maniaco della pulizia e della scrittura, uomo dal carattere forte, ma incline ad una dolcezza nascosta.
Ogni giorno leggo e aspiro a fondo la calma che ne traggo da quel racconto autobiografico, in un'atmosfera d'appartamento in un palazzo antico in un centro storico della capitale, oppure quando si trasferisce con il portatile regalatogli dalle nipoti nella sua casa di campagna, conosco ogni suo spostamento ed è facile collocare l'ambientazione figurativa data la sua puntigliosa descrizione vivace e fantasiosa.
E' facile immaginarla intenta tra giardinaggio e ricamo, il pasto che consuma, il piccolo piacere di una libro o l'affitto di un film, poco avezza al mondo esterno come potrebbe un'artista del suo calibro?
Con l'arte ci si misura in solitudine. Non può un'artista comporre un'aria musicale o dipingere un quadro, tanto meno scrivere un romanzo se non trova l'ideale dimensione del rapporto con se stesso da donarsi con l'Arte.
Io stessa non riesco più a dipingere perchè è basilare un luogo fisico su cui piantare l'attrezzatura, avere la giusta luce e l'equilibrio tra l'ispirazione e il mio "la" interiore.
Non posso dipingere in un appartamento di 50mq dove regna il caos e interessi non comuni degli altri abitanti che si scontrano con l'aspirazione alla quiete e alla realizzazione della bellezza che star soli occorre per la creazione.
Quindi un pò invidio "la signora D." (anche l'iniziale del nome abbiamo in comune).
Ogni giorno vado a trovarla e mi siedo nel salottino di midollino intrecciato verde bottiglia foderato di cuscini accoglienti in fantasie di rose bianche e rosa (così lei descrive il luogo dove riposa il quotidiano e attende d'ospitare il passato).
Mi siedo ad osservarla, a leggere nelle sue rughe, il suo umore non sembra particolarmente incline alla malinconia è sempre fresco di mattino anche quando racconta d'aver preso l'auto per recarsi a far la spesa.
Ci manca solo che racconti che il giovedì tra l'ora del pomeriggio che lascia alla sera prima dell'ultimo desinare della giornata ha il bridge con alcune amiche, quelle di sempre.
No questo non lo fa, le sue amiche anzi i suoi amici sono una coppia di labrador che non le levano mai lo sguardo di dosso, pazienti custodi e fedeli compagni di un'esistenza arrivata a sentirsi completa nonostante la vita ha tolto più che dato.
La musica classica fa da sottofondo alla lettura, convincendomi che non sarà così traumatico trovarsi un giorno davanti allo specchio senza più giovinezza e in quegli occhi diventati fessure languide e azzurrine il volto giovane di chi tanto ho amato e perduto rimarrà tale per sempre.

Micol




domenica 6 giugno 2010

Lavori in corso






Domando scusa per l'interruzione
Le pubblicazioni riprenderanno
al più presto.

BUONA SERATA

Micol