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domenica 31 agosto 2008

Un applauso lungo una notte



foto D.S.

In religioso silenzio.
Completamente concentrata su di un sogno durato c.ca due ore.
Lui è Francesco De Gregori. Con indosso la sua redingotte 7/8 su jeans consunti e comicia grigio canna di fucile, il cappello che fa parte unica con il suo ritratto, la barba incolta da cantautore di strada. Mani agili da musicista, portamento sobrio ed elegante... un pò d'ironia quando all'apertura del concerto saluta dicendo: "Signori, noi siamo in forma e siamo qui per farvi divertire" e chiude con "... ve lo avevo detto che ci saremo divertiti. Buonanotte"! e si toglie il cappello e ci fa un inchino... commovente! Una band di musici professionisti lo ha accompagnato senza deludere mai. Repertorio atteso ma che forza sapere che era lì, sentirlo dal vivo. Il mio cuore si spezza sulle note de "La donna cannone" lasciato il palco nel buio della notte dove solo le stelle facevano da scenario per illuminarsi gradualmente sulla sua voce. Grazie Francesco! un applauso lungo una notte, un inchino al Maestro! Mic

sabato 30 agosto 2008

Il Maestro, il Poeta, il Cantastorie

.





La mia vita formata da tanti piccoli ciottoli chiamati desideri... tantissimi sono rotolati verso il fiume dell'esistenza e trasportati lontano da me, irrecuperabili... altri li ho tenuti nelle tasche... sarà questo che mi rende così pesante nell'incedere lento.
Ma qualche sassolino non si è dimenticato che un giorno lo presi fra le mani e accarezzandolo come fosse la lampada di Aladino, esclamai ascoltando una poesia abbellita da un maestoso spartito: "questo è un Maestro, un Poeta, un Cantastorie mi piacerebbe un giorno poterlo vedere in concerto!"
No, questa volta un sassolino mi ha ascoltato e non si è scordato facendo di tutto per realizzare il mio piccolo desiderio.
Ho un ciottolino in meno dentro le tasche, ma due biglietti per una serata in Concerto!






30 AGOSTO 2008
FRANCESCO DE GREGORI






Sempre e per sempre

 Pioggia e sole
cambiano
la faccia alle persone
Fanno il diavolo a quattro nel cuore
e passano
e tornano
E non la smettono mai
Sempre e per sempre tu
Ricordati
dovunque sei,
se mi cercherai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte
mi troverai
Ho visto gente andare,
perdersi e tornare
e perdersi ancora
E tendere la mano
a mani vuote
E con le stesse scarpe
camminare
per diverse strade
O con diverse scarpe
su una strada sola
Tu non credere
se qualcuno ti dirà
che non sono più lo stesso ormai
Pioggia e sole abbaiano e mordono
ma lasciano,
 lasciano il tempo che trovano
 E il vero amore può
nascondersi,
confondersi
ma non può perdersi mai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte
 mi troverai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte
mi troverai

Francesco De Gregori


for a Angel!


venerdì 29 agosto 2008

FiLo a PiOMbo




M'accorgo d'esser filo a piombo
pesante e teso verso il basso.

Perpendicolare, senza ombra di dubbio
imperterrita sulla mira,
ferma sul punto.

Non vado a capo,
nè oscillo
disponibile solo
all'attrattiva gravitazionale
anche se costa,
questa fatica testarda
che collima in discussione aperta
per razionalizzare la relazione
tra ragione e sentimento.

Inutile il ruolo d'arbitro,
perchè mi fu assicurato
il libero arbitrio e
se patibolo deve essere

allora sia,

ma prima d'ogni pronuncia
al mio esecutore
voglio guardar bene in faccia.

Micol

http://www.millestorie.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=20456


mercoledì 27 agosto 2008

POèSIA**


Non ho bisogno di denaro.

Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Alda MERINI



Diario di bordo

Qui ad ascoltare musica e farsi guidare dalle onde emozionali.
Entrare in un circuito a spirale.
Non ho mai imparato a suonare uno strumento, è uno dei miei rimpianti.
Chissà se lo avessi fatto... mi piace pensare che in questo momento invece d'esser qui
starei a comporre qualche melodia.
Ascolto i Pearl Jam with Alice... ovviamente in cuffia ho un'altra estrazione, su You tube la definizione è spuria.

Diario di bordo, 27/08/08 h. 00:47:22

Buona notte
clik!

lunedì 25 agosto 2008

Che sia data la parola ai sassi





L’anima scalza ha piedi bianchi che corrono lontano
il suo volto è un riflesso senza più somiglianze.
Stride l’anima urlante
nell’assordante silenzio che la segue.
Ha un basso che batte sullo stomaco
e Il fiato corto
si aggira smarrita  e chiede ai sassi:
<Avete visto una donna dagli occhi scuri
Vestita di mesto rimpianto?>
Che sia data la parola ai sassi
perchè possano risponderle,
prima che il purpureo colori il suo volo
e il cielo batta ciglia d’ali di neri corvi.


Micol


NOtte



Non si concede alla notte
l'anima errante
che più non ha sogni!

Mic

mercoledì 6 agosto 2008

Viede 'o mare quant'è belloooo

...spira tantu sentimentu







è qui dove il vento non trova strada per spirare
che il profumo della vegetazione
e l'odore del sale
si sposano
con il calore del sole
festosa esplosione di luci e colori
ed è subito
mare!




 Ciao ciao!
Mic





martedì 5 agosto 2008

RADICI

Quando ero bambina mi dicevano che non dovevo ridere "sguaiatamente" perchè non stava bene ad una signorina mostrarsi troppo espansiva.
Quando ero bambina mi dicevano sempre di star seduta composta, dritta sulla schiena e gambe serrate, possibilmente braccia conserte.
Quando ero bambina dovevo giocare in silenzio, andare a Messa, cantare piano, saper leggere e scrivere prima che entrassi a scuola, perchè io "portavo il nome di una famiglia conosciuta e perbene"!
Quando ero piccola non dovevo correre troppo oppure avrei sudato, non dovevo giocare con chicchessia ma solo con i bambini che "la famiglia" sceglieva per me.
Quando ero bambina il mio mondo era di giochi regalati e che dopo pochi giorni scomparivano (non ho mai capito perchè), il mio mondo era fatto di voci di donne sempre insoddisfatte, imbruttite da una vita non voluta, voci stanche e rotte a causa d'infanzie non vissute eppure un vanto quella sottomissione "alla famiglia"!
Quando mia nonna ci lasciò; la grande mamma della famiglia... capì immediatamente che qualcosa era cambiato.
Era lei che nella sua esile figura vestita di nero, che si  muoveva quasi pattinando su pantofole di panno grigio come i suoi occhi, divenuti piccoli e acquosi sotto l'imperativo dei novant'anni, che teneva strette, fra le mani fragili percorse da vene azzurre in rilievo, quelle redini invisibili sulla casta.
Era marzo, di un decennio e poco più oramai passato che il canto di un usignolo fu così potente da oltrepassate i doppi vetri della mia camera a svegliarmi.
Il legame consanguineo fu immediatamente presentimento, e benchè fui ben certa di ciò che era accaduto, fui invasa da una pace incredibile. Mi chiamarono un'ora dopo per avvertirmi che la nonna si era addormentata nella Grazia del Signore.
Quando entrai nella sua stanza, indossava l'abito della cerimonia, un prezioso "costume sardo", le zie mi chiesero di aiutarle in quelle poche ultime finiture perchè fosse perfetta.
La mia nonnina era diventata piccola, i suoi lineamenti, sempre molto fini, sembravano darle un'aria di un tempo mai passato.
Ci aggiravamo tutte molto serene, solo qualche improvviso singhiozzo rompeva il silenzio o il leggero brusio dei nostri compiti.
Poi ci sedemmo intorno in preghiera e contemplazione, era un mattino meraviglioso.
Benchè fossi già sposata e con un bimbo di poco più di tre anni credo che fu in quella mattina che diventai veramente donna.
Quel giorno che mia nonna ci lasciò si portò via la mia infanzia e la mia giovinezza, insieme alla sua ombra sotto la pianta del fico, insieme a quella forza, serietà, umiltà e l'insegnamento di grandi valori che più non ho trovato.
Con lei se ne è andata anche la "famiglia" : quel senso di obbligo, di rispetto, di onorabilità, di unità, di stabilità... nulla sarà più come allora... in quella casa dove io sono cresciuta... quella casa che ora è fonte di discordia e malignità.
Ma per anni mi hanno insegnato di non mostrare di aver visto pur avendo ben osservato, di non mostrare le mie opinioni e riferire ciò che avrei sentito, che l'omertà è un fatto d'onore e oggi vedo (pur non guardando) quelle donne, quelle sorelle così attaccate alla famiglia da tirare con unghie e denti  per strappare e seppellire quell'onore, quell'unione in nome di un'eredità fatta a brandelli dall'ingordigia, dall'avarizia, dall'orgoglio, il pregiudizio,la malafede.
Quale onore?
A quarantaquattro anni mi domando ancora ,sotto quale esempio ho coltivato le mie radici.

Mic




sabato 2 agosto 2008

La notte - 1


... mi sta chiamando, vuole giocare con me, vuole mostrarmi la sfera di cristallo dove io vedrò ogni mio desiderio realizzarsi.
... mi chiama la sua magia, quell'incantesimo che solo i sogni riescono a dare e io attraverserò la soglia della nuova dimensione, dimenticando gli affanni che il giorno invece mi da.
Correrò per prati umidi di rugiada e stanca mi riposerò sul loro manto e lascerò che un cielo sereno mi cada addosso con il suo azzurro per accarezzarmi.
Sussurrerò armonie leggere per far addomesticare il vento sul mio cuore.
Prendimi per mano ... portami con te. Notte, Tu sola conosci i miei desideri più segreti, tu solo sai i colori da usare per le mie emozioni, le voci che vorrei riascoltare.
Dolce notte abbracciami e coccolami come solo tu sai...

Goodnight!

Mic






(dedicata a Maria Grazia alias Angelo Serenella)
- mi manca il tuo grembo e la tua carezza -
Dd*