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domenica 17 gennaio 2010

(senza titolo)





Mi piacerebbe che le mie parole fossero comprese.
Tra il dire e il fare, loro compresse nel mezzo, a produrre effetti
ma soprattutto suoni e mi piacerebbe che profumassero
come fiori appena sbocciati, tanto da sembrare sciocche perchè ancora
non è dato loro sapere che cosa riserva quella bestia avara che è la vita
ma loro corrono senza che si possano fermare
nel bisogno di mettere in circolazione la loro energheia,la loro azione, la loro forza.
Mi piacerebbe che le mie parole venissero ascoltate,
accolte, assimilate, metabolizzate e finalmente ne venisse colto il senso.
Quel che accade mio malgrado è invece di calcare la scena di un mondo di sordi,
chiusi e assenti nel loro emisfero di condotto uditivo esterno disconnesso.
Mi piacerebbe che il fiato che produco inspirando ossigeno
non fosse perduto invano costringendomi ad apnee fino allo stremo,
perchè non vorrò mai imparare il silenzio da chi lo impone o semplicemente insegna.
Se nessuno vorrà o saprà ascoltare, il destino della mia parola entrerà in eutanasia
lasciando eredità frammentate su fogli di carta da cestinare e morirà la fantasia
per quei colori che scivoleranno da immagini divenute in bianco e nero delle parole che ho detto.
Micol©forever

venerdì 15 gennaio 2010

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

La perseveranza può essere favorevole nel caso si preveda si otterranno risultati cercati.
Non è il mio caso.
E se di errori ne ho commessi e continuo a commetterne non significa
che sia diabolico il mio perseverare... è solo pura, limpida disperazione.

Mic

domenica 10 gennaio 2010

Illusione ottica





Non sono riuscita a trattenermi appena li ho visti. Lui e lei. Quasi un unico profilo rivolti verso il mare e con lo sguardo fisso su quell'unico orizzonte per cui assistere il perpetuo mutamento delle stagioni.
Può darsi che sia stata solo io a catturare l'illusione ottica che l'imponente roccia granitica mi ha donato mentre mi sovrastava stagliando il cielo di un pomeriggio, il penultimo, dello scorso dicembre.
Mic

 

sabato 9 gennaio 2010

Piano piano.


 

Camminavo a piedi nudi sulla spiaggia con lo sguardo rivolto alla profondità dell'orizzonte, pensavo a quanto questo mare mi divida da terre e pelle che mai lambirò con le mie onde.
Sorridevo immalinconita con la maturità che oggi mi è propria, finiti i giochi di quella me donna che non si rassegnava a crescere. Vivo con un dolore sospeso ma che ha preso forma piano piano, compagno di viaggio silenzioso e assorto, così come io sono.
Mi hanno detto che sono saggia e profonda, questa saggezza (se essa esiste veramente in me) è il frutto di esperienza forte e dura come un pugno in piena faccia. Lo sono diventata dopo lo spavento dato dalla perdita di gran parte di me per rinascere dalle ceneri piano piano.
Così ho avuto due vite. Una che precede quella che ora vivo, se guardo ad un passato lontano stento a riconoscermi, stento a credere d'averla vissuta. Tutto quello che ho è stato costruito con difficoltà e pianto e non mi rassegno e denuncio ogni parola che diventa cemento e ferro.
Guardavo le onde infrangersi sugli scogli e ho visto me stessa tutte quelle volte che mi sono infranta sugli scogli, per tutte le volte che sono divenuta acqua ripresa dal mare e portata via ... lasciandomi andare... con il desiderio di mai più tornare e morire in quell'orizzonte che da tutto mi divide, piano piano.

Goodnight Mic



 


 

martedì 5 gennaio 2010

Anatomie De L' Enfer












Il titolo originale è di gran lunga più poetico quasi filosofico, in Italia arriverà con il titolo di "Pornocrazia" questo fa pensare a come si lega al porno una politica d'incassi.
Troviamo un Rocco Siffredi lontano dall'usuale ruolo di "stallone". Impersona un gay che si lascia coinvolgere da una donna (l'attrice Amira Casir) in un ruolo di voyeur, per finire in un incontro etero.
La trama ha della provocazione soprattutto in immagini che parlano sopra gli scarsi dialoghi.
A me è piaciuta la colonna sonora. Questo video trae alcune immagini del film.
Mic


 

domenica 3 gennaio 2010

Non stare sotto vento.


web image



Mi sento fuori posto!
E' così. Guardo intorno a me e tutto quanto mi fa quasi orrore.
Ho talloni bucati dalle puntine da disegno sparse sul pavimento.
Quei progetti che avevo appuntato alle pareti di sughero naturale perchè venissero sviluppati e realizzati.
Nulla è stato di quella carta millimetrata caduta lentamente sullo zoccolo di base per bagnarsi d'umido di inadeguatezza e confusione.
Dev' essere così che sono rotolate giù le puntine da disegno capocchiette colorate con quel tridente appuntito ai bordi. Ho corso per i lunghi corridoi e mi sono ferita.
Larghi teli di garza piovono dalle pareti che un mattino di primavera si macchiarono di piccoli fiori di sangue.
Così l'amore portò via la mia verginità. Colava dalle pareti del mio sesso martoriato fin dentro le cosce livide di preteso dolore.
Scavava e picchiava sull'imene che preservava carezze d'infanzia, incurante del mio sacrificio.
A quanti davanzali di rovi mi sono affacciata per amore? Supponevo grandi risposte ho sgranato solo rosari di quei perchè pieni di tragedia!
Valevi forse una preghiera? Un atto di dolore? Questo valeva la mia vita appesa alla tua?
Un dramma in tre atti. E' bastato uno per far disertare la platea e anche noi due protagonisti abbiamo lasciato la scena.
Che ne sarebbe stato di noi se avessimo continuato? Realtà e finzione. Finzione e realtà... ci saremmo accorti della differenza?
Ho capelli spettinati intrisi di sonno e cuscini stretti sul seno per sognarmi ancora bambina.
Carico pistole con un solo proiettile. Non stare sotto vento!

Micol