Dopo ho atteso che tornasse.
Qualcuno si era preso la mia febbre di figlia dei sogni.
Accadeva davanti ai miei occhi e io,
non mi accorgevo della voce rauca che dalle menzogne
cambiava il genio impacciato del cantastorie.
Ingenua, ballavo, ridevo, cantavo e amavo.
Amavo! Pendevo dalla lacrima di gioia di una stella.
Riusciva a stupirmi ogni respiro della terra.
Divenni ricca di cieca follia.
Intanto che mi venivano sottratte goccia a goccia
le ore dal profilo della collina.
Stavo lì a guardare l'illusione farsi bella d' immortalità
scivolare via.
Aveva la stessa intuizione dello strascico
che raccoglie e trascina sotto di se
il fruscio dei sensi portandoli via dentro di se.
Portandosi via tutto da me.
Davanti a quello spettacolo, bizzarra fanciulla senza più terra da coltivare,
finii per sollevare il cappello e salutare, flettendo un elegante inchino.
Micol
2 commenti:
Chi sa donare è sempre meglio di chi sa solo prendere...vedrai che la vita è una ruota e ti torneranno ma da un'altra direzione...abbi fiducia!!!
Avere fiducia!
dovrei cominciare da me.
non attendere nulla ed evitare di guardare negli occhi l'irriverente gioco che la vita fa a dispetto dell'ingenuità di quelli come me.
grazie per il tuo pensiero.
ciao
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