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venerdì 16 maggio 2008

DIEGO CUGIA


Queste parole le ho "prese" da un sito di scrittura, faranno da presentazione ad un'antologia... ma stanno lì così fresche e poi appartengono ad uno dei miei  "amori" artistici, che porto nel cuore per aver letto i suoi libri e per aver ascoltato le sue trasmissioni quando si trattava di JACK FOLLA, di ALCATRAZ... perchè è proprio nel sito di ALCATRAZ che ho datoi miei natali come internauta... bellissima esperienza alta culturalmente, politicamente, artisticamente etc...  che non ho potuto fare a meno di condurle qui.
ok! ora darò spazio alle sue parole
Grande Diego Cugia!



Si diventa poeti per necessità,
perché scopri di essere un organo dai cento registri
il flauto, il corno inglese, vox umana, violini
ma ne suoni uno solo per volta e gli altri o muti o stonano
e allora capisci che deve salire un artista
lui solo può, col verso delle sue mani folli
suonarli tutti insieme, eseguire il tuo accordo
fare un Io di un coro

Si diventa poeti per necessità
sopravvivenza, esercizio, solitudine e rabbia
finché dopo decenni di incomprensione di te
entra nella tua chiesa uno straniero, ombra
generata dai tuoi incubi e dai tuoi sogni
e per un secondo ti dona te stesso.
Da quel momento, e per sempre,
cercherai di ripetere quell'accordo felice.


(Diego Cugia)


fonte: http://www.apostrofo.com/phpBB2/portal.php

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