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venerdì 8 ottobre 2010

VARREBBE PROPRIO LA PENA





Ritorno sulla triste vicenda che ha per vittima la quindicenne di Avetrana, SARA Scazzi.
Ho letto molte fonti ed articoli e non sto a riportare qui i particolari ancora più scioccanti e raccapriccianti fatti dal reo confesso zio della ragazzina.
Ieri notte guardavo in alcune immagini il volto pulito che esce dall'infanzia, quello di Sara, mi colpiscono i suoi occhi, gli occhi sono proverbialmente detti: specchio dell'anima, e in quegl'occhi il turbamento si scorge.
Un piccolo rimprovero ho rivolto a quell'anima defraudata: "Dovevi parlare... quale minaccia ti faceva stare zitta? Dovevi parlare con tua madre, denunciarlo ai Carabinieri, appendere manifesti sui muri... ma mai starsene con la bocca chiusa e accettare sottomesse minacce e abusi!"
Ritorno su questa vicenda che ha scosso profondamente le sensibilità di tutta una Nazione, e ancora l'indignazione si fa più grave quando ho letto un articolo di cui riporto il link e incollo il titolo mi pare sufficiente e non aggiungo altro perchè mi è difficile sotto ogni profilo che mi vorrebbe ragionevolmente pacata e credere siano fenomeni da non considerare, è anche vero che il MALE si presenta sotto aspetti differenti, come in tutta questa storia, con la faccia di quello che somigliava ad un uomo come tanti .

http://www.nuovasocieta.it/attualita/8424-sara-scazzi-lo-zio-assassino-ha-dei-fans-su-facebook.html

Sara Scazzi, lo zio assassino ha dei fans su facebook

Il mio pensiero dietro Sara mi ha portata ad una vicenda a me molto vicina accaduta nel giugno del 1989, portato alla ribalta nazionale da trasmissioni televisive, noti criminologi, vennero scritti libri ma per noi suoi concittadini rimane Gisella Orrù, sedicenne, studentessa, e molto graziosa (anche su Splinder c'è un blog sul "Giallo del Pozzo" http://www.ilgiallodelpozzo.splinder.com/), anche lei scomparve inghiottita dal buco nero della "sparizione" in un incrocio di vie che portava alla sua abitazione. Per una decina di giorni le indagini furono depistate da strane telefonate, voci di donna che dicevano essere amiche ai famigliari informavano che la ragazza si era allontanata volontariamente, fino al ritrovamento del suo corpo avvistato da due ragazzini che giocavano in campagna dentro il sifone di una condotta idrica profonda una decina di metri.
Dall'archivio di Repubblica:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/11/chi-ha-ucciso-gisella-orru-sparisce.html
Fu rinvenuta in un pozzo in piena campagna saponificata e in stato di decomposizione dopo numerosi giorni di permanenza, era irriconoscibile, quando fu trovata ricordo ancora il servizio di un tg locale dissero che poteva essere una donna sui trentacinque anni.
Quegli anni furono particolarmente ombrosi nella nostra Città data una situazione che minacciava la quiete di noi cittadini venutasi a creare.
Nel giro di due anni avvenirono tre omicidi, qualcosa che a memoria non si ricorda sia mai avvenuta, due giovani uomini e Gisella, in situazioni differenti ma che pare fossero collegati in qualche modo.
Mai come in quel periodo ci si sentiva dentro un clima estraneo alla normale vita di sempre, minorenni che inspiegabilmente tentarono il suicidio, una purtroppo perse la vita per aver ingerito acido muriatico,una morte atroce e se si pensa voluta da una quindicenne che non aveva lasciato presagire nulla, fa molto pensare.
Dall'esame autoptico sul corpo di Gisella si riscontrarono raccapriccianti atti di violenza inaudita, picchiata, violentata (preferisco tralasciare i particolari) e quel piccolo foro sul seno sinistro che fu considerato l'atto "pietoso" di un macellaio, l'arma usata per trapassare il cuore di Gisella non fu mai trovata nè identificata come certa se uno spillone o un ferro da calza, fu quello comunque il colpo ultimo infertole per dare fine allo strazio.
perchè tanta ferocia?
Questi non sono che una goccia nel mare dei soprusi e abusi subiti dalle donne in tutta l'Italia, consideriamo il mondo intero la sofferenza è grande da non riuscire a coprire tutta l'infamia.
Cos'è che spinge l'uomo a diventare un mostro? Raptus? No non può tutto definirsi un attimo in cui la ragione e l'umanità in un uomo spegne l'interruttore per cadere nel buio fangoso che trasforma in bestie.
Sono molto triste. Varrebbe la pena di gridare alla pena di morte per questi esseri meschini ed ignobili, ma per loro sarebbe troppo facile cessare la coscienza di tormentarli per quel gesto raccapricciante.
L'agonia dell'anima, fino all'ultimo dei loro giorni, la pazzia che tortura ogni ora d'aria è il minimo della pena.
Auguriamoci che la Giustizia faccia veramente GIUSTIZIA. Viviamo in una società considerata civile anche se tale non sembra essere. Ma chiedere la pena di morte ci porterebbe solo alla loro stessa stregua di mostri.

1 commento:

MicolForever ha detto...

[IMMAGINE]
Yara
tu sei in possesso del Grande Segreto. 
Pensarti solare e vitale, sorridente tredicenne e saperti ora corpo in stato di decomposizione ritrovato in un campo dove solo l'erba è cresciuta facendoti da scudo nel destino implacabile.
Il tuo corpo esposto all'inverno rigido, la neve, il ghiaccio, la pioggia, il fango e Tu lì essere indifeso e tragico, non più una bambina che si affacciava all'adolescenza ma materia ospitata dalla madre terra.
Sgomento, dolore, rabbia, cosa non prova il mio cuore di madre, preferivamo forse tu fossi stata rapita, torturata, venduta, ma viva?
Ti è stato risparmiato un dolore oltre il limite, tu che l'orrore hai dovuto viverlo sulla tua carne e vederlo con i tuoi dolci occhi perdendo il senso dei giorni che una mano ha cancellato rubandoti il futuro.
Ciao piccola Yara, piccolo angelo, ritorna fra le braccia di mamma e papà.
Piango da madre, piango con tua madre.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/11/28/visualizza_new.html_1676255634.html