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venerdì 19 novembre 2010

L'uomo non aspetta tempo! Riflessione spicciola di una donna malinconica.





Questa sera ho fatto rifornimento alla mia macchinina e ho preso a girare per la città.
Il traffico era intenso ma non m'innervosiva come solitamente accade soprattutto quando incrocio automobilisti pedanti o imbranati.
Mi godevo l'aria umida della sera precoce "come s'accorciano le giornate!" mi disse l'ometto del distributore. C'è sempre bisogno di scambiare due parole anche tra sconosciuti, peggio sono quelle parole non dette fra chi si conosce.
Le ampie vetrine del negozio di una mia amica allestite con una pioggia a cascata di luci natalizie mi ha catturata.
Ho parcheggiato senza aver preventivato la fermata e sono andata a vedere le novità esposte.
Un profumo misto di candele aromatizzate mi ha accolto. Il bianco degli oggetti creavano un bagliore sotto i fari illuminanti. Angeli di ogni forma e dimensione facevano capolino da ogni scaffale o angolo, insieme a fiori in tessuto e cristalli colorati. Quadri etnici appesi senza sincrono e orologi in varie forme e di foggia antica ricordavano le antiche stazioni ferroviarie o i locali fine '800. Mobiglia provenzale anticata erano stipate di articoli da regalo: piatti centrotavola, portacenere dalle forme inusuali, design nobili e portaoggetti in vimini intrecciato rifinito con fiori e bacche.
Un piccolo babbo Natale a pile cantava Jingle bells muovendo a ritmo i larghi fianchi fasciati dalla caratteristica divisa natalizia.
"Ecco ci siamo!" ho pensato con un forte senso di malinconia aggirandomi fra gli stend che mostravano qualche piccolo alberello stilizzato in studiata progettazione per interni moderni, imbiancati di tempera o innevati di neve sintetica, "ecco manca più di un mese e si respira già aria natalizia" il momento dell'anno che più mi ferisce.
La mia amica dopo aver servito due clienti che sentivo parlare sul come programmare gli acquisti per i regali, si è avvicinata chiedendomi con il suo aperto sorriso notizie su di me e la mia famiglia.
"Tutto bene, grazie!" non ho voglia di ripetermi sulle stesse cose e poi lei ha da fare e io mi voglio perdere fra quelle belle cose che immagino arredare la mia casetta senza senso.
Per le mani ho un album per fotografie ha una forma inconsueta, è una piccola cassettiera di legno, i cassetti hanno al loro interno dei fogli contenitori per foto, quattro o cinque cassettini, lo stile è Vecchia Provenza, da un lato della scatola un ricamo punto croce con l'elegante scritta anticata "I tuoi ricordi" dall'altra parte invece sta un elegante scomparto portafoto. Il costo non è eccessivo e per un attimo quell'oggetto diventa un desiderio inaspettato, mi da un senso di tempo perduto, ricordi appunto ma non posso fare una spesa non programmata.
Ripongo il bell'oggetto e osservo un lungo vaso a forma di foglia d'iris, mi attardo sulla trasparenza del vetro il colore limpido sembra acqua di un ruscello. Finisco per comprare tre candele tondeggianti in ciotole legnose.
Quella verde scuro ha una profumazione al melone, quella arancione scuro di legno di sandalo, quella viola-lilla sa di mora selvatica. Non avrei voluto spendere ma alla fine non ho resistito. Ho pensato alla mia casa invasa delicatamente da questi profumi. Sono uscita con le mie buste dal negozio con un senso di colpa e la sensazione di novità si è un pò affievolita. In strada ho seguito le auto che si fermavano in coda al semaforo, mi sono diretta al centro commerciale per un pò di spesa per la cena. Una strana calma davanti ai parcheggi completamente occupati, poi ho visto un SUV fare retromarcia e ho atteso che uscisse per immettermi nel posto che si liberava. Due uomini visibilmente in difficoltà economica suonavano in approssimazione dell'ingresso al complesso commerciale, un violino tzigano ed un'armonica, qualcuno lasciava qualche spicciolo d'euro dentro la custodia del violino lasciata aperta ai piedi del violinista, ho pensato che erano veramente bravi, quella musica mi piaceva e ho rallentato il passo per poterne ascoltare un pò. Il violinista mi ha fatto un cenno ed un sorriso scoprendo la dentatura malsana, ero ingessata nella mia posizione con le mani in tasca al cappotto e non le ho tolte per cercare fra la borsa qualche soldo, mi sono rammaricata tra me e me rispondendo al sorriso con un'espressione di scuse.
Dentro il centro commerciale pullulava di gente indaffarata, al bar un gruppo di giovani ridevano e scherzavano, la visione si apriva in un Abete sintetico addobbato a festa, giocattoli impilati, libri scontati, ho evitato l'area regali ed elettrodomestici per andare agli alimentari. Mi domandavo perchè l'uomo vuole consumare il tempo in anticipo, perchè il consumismo domanda l'acquisto anzi tempo di oggetti che rimarranno depositati per settimane dentro armadi ad ingolfare gli abiti. Mi domando perchè nulla ha il suo naturale corso, a novembre è già Natale quando solo ieri si commemoravano i nostri cari defunti.
Mic

2 commenti:

anonimo ha detto...

Il tempo è denaro per quello lo si spende nei supermercati.
Qualcuno diceva chi ha tempo non aspetti tempo. E così lo si spende in anticipo. Dicono che questo sia un tempo in cui non ci siano più valori, ma secondo me è diametralmente opposto il discorso. Questo è un tempo a cui i cerca di dare un valore a tutto, anche far pipì ha un costo(vedere principali stazioni ferrioviarie) e a tutto quello che non può essere quantificato un costo, perché inestimabile, si mette da parte. Per me va più che bene, visto che posso appropriarmi di questi beni senza che nessuno muova ciglio.
Io infatti non corro, me ne sto fermo ad ammirare la mia ricchezza accumulata. Sono una specie di magazziniere delle emozioni. Forse per quello la gente mi guarda con occhi sognanti.
C'è ancora molto da salvare. Io lo salvo e se qualcuno ne ha bisogno ho sempre qualcosa di valore da dare.
Visto che passavo di qui ne approfitto per lasciare una carezza.

BAU

MicolForever ha detto...

Sarebbe infinitamente più semplice se ai bancomat potessimo ritirare ideali piuttosto che danaro.
Spendere ideali ed essere sempre ricchi per questi valori ed immetterli sul mercato delle possibilità.
E se riesci ad attirare lo sguardo degli altri ed incantare per la ricchezza interiore allora non è un'utopia credere che esista ancora una bellezza inestimabile su cui fare affidamento.
Io voglio crederci!
Ti lascio grattoni sul tuo lungo pelo pezzato. [IMMAGINE]