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mercoledì 21 gennaio 2009

L’angelo necessario



L’angelo necessario


Io sono l’angelo della realtà,
intravisto un istante sulla soglia.
Non ho ala di cenere, né di oro stinto,
né tepore d’aureola mi riscalda.
Non mi seguono stelle in corteo,
in me racchiudo l’essere e il conoscere.
Sono uno come voi, e ciò che sono e so
per me come per voi è la stessa cosa.
Eppure, io sono l’Angelo necessario della terra,
poiché chi vede me vede di nuovo
la terra, libera dai ceppi della mente, dura,
caparbia, e chi ascolta me ne ascolta il canto
monotono levarsi in liquide lentezze e affiorare
in sillabe d’acqua: come un significato
che si cerchi per ripetizioni, approssimando.
O forse io sono soltanto una figura a metà,
intravista un istante, un’invenzione della mente,
un’apparizione tanto lieve all’apparenza
che basta ch’io volga le spalle,
ed eccomi presto, troppo presto scomparso?

(W. Stevens)



... sono sicura d'averlo visto, per un attimo si è espresso in tutta la Sua Luce...
forse è stato quel bagliore per il quale, d'istinto ho chiuso gli occhi
per poi aprirli sul vuoto, in quel luogo che un istante prima aveva occupato
... non è stata un'apparizione e se anche per ipotesi lo fosse stata...
mi occupo d'altro, in attesa, di riascoltarne il canto o soltanto la melodia.
Un Angelo non volta le spalle... è apparenza, anche se all'occorrenza
sembra necessario farlo. E' per questo che sempre guardo là dove ha posato l'ombra
prima d'incendiarsi, non c'è marea che possa portar via l'orma che ha lasciato.

Mic







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