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giovedì 10 febbraio 2011

IL SABATO DEL VILLAGGIO FRAGOLE E PANNA






"Mammaaaa io non 'c'ho voglia di studiare questa poesia" arriva la topastra con un foglio 4x4 fra le mani, le spalle scese, le braccia perpendicolari il broncio pronunciato è decisamente demotivata.
"mmore sto preparando le fragole x merenda tuo fratello le vuole prima di uscire con gli amici... dopo la vediamo insieme"
"dai maaaaaaaa è difficile io non ci capisco nulla me la spieghi?" 
Ho finito di lavare le fragole, mi asciugo le mani nel canovaccio e le passo un braccio intorno alle spalle.
"Andiamo a vedere quant'è difficile 'sta poesia... di chi è?"
mi risponde la topastra... "uffa ma' ma come scriveva questo qua?"
Prendo il testo e lo stendo sul tavolo e mi vien da ridere" Questo qua è il signor Giacomo Leopardi , è uno scrittore molto famoso, la Suora ve lo avrà spiegato no?"
E' veramente sconfortata comincio a leggere ad alta voce attenta alla punteggiatura e scandendo per bene ogni singola parola offrendo la chiave di ogni significato con le dovute spiegazioni di quei vocaboli sconosciuti al linguaggio modernizzatosi.
"ma che significa - questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia?"
"Tesoro mio qual'è il soggetto poetico? Il sabato giusto? la settimana di quanti giorni è formata? Di sette!
Questo di sette cioè della settimana questo  (il sabato) è il giorno più atteso pieno di speranza e gioia..."
Comincio a vederla interessata... s'illumina (d'immenso?) mah!
"Mààà ... e cosa vuol dire Garzoncello scherzoso cotesta età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno (etc)"
Il Garzoncello è il ragazzo, tantissimo tempo fa i ragazzini facevano già dei mestieri ed in genere erano quelli che andavano per far commissioni ai loro datori di lavoro, oppure quei lavori che insegnavano appunto un mestiere, allora venivano nominati garzoni o garzoncelli... nella poesia però il senso è che venga definito "garzoncello" il periodo spensierato della vita ed appunto il Leopardi scrive questo idillio alla giovinezza, il sabato è rappresentativo come l'età più bella e la domenica è descritta in quel "diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascun in suo pensier farà ritorno" e cioè l'età adulta, l'età in cui ci sono le preoccupazioni, le fatiche e non più l'allegria dei giochi.
"Ma io certe parole non le so dire... "
Ripetiamola insieme



 - Il sabato del villaggio -

La donzelletta vien dalla campagna

in sul calar del sole,

col suo fascio dell'erba; e reca in mano

un mazzolin di rose e viole,

onde, siccome suole, ornare ella si appresta

dimani, al dí di festa, il petto e il crine.

Siede con le vicine

su la scala a filar la vecchierella,

incontro là dove si perde il giorno;

e novellando vien del suo buon tempo,

quando ai dí della festa ella si ornava,

ed ancor sana e snella

solea danzar la sera intra di quei

ch'ebbe compagni nell'età piú bella.

Già tutta l'aria imbruna,

torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre

giú da' colli e da' tetti,

al biancheggiar della recente luna.

Or la squilla dà segno

della festa che viene;

ed a quel suon diresti

che il cor si riconforta.

I fanciulli gridando

su la piazzuola in frotta,

e qua e là saltando,


fanno un lieto romore;

e intanto riede alla sua parca mensa,

fischiando, il zappatore,

e seco pensa al dí del suo riposo.



Poi quando intorno è spenta ogni altra face,

e tutto l'altro tace,

odi il martel picchiare, odi la sega

del legnaiuol, che veglia

nella chiusa bottega alla lucerna,

e s'affretta, e s'adopra

di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba.



Questo di sette è il più gradito giorno,

pien di speme e di gioia:

diman tristezza e noia

recheran l'ore, ed al travaglio usato

ciascuno in suo pensier farà ritorno.



Garzoncello scherzoso,

cotesta età fiorita

è come un giorno d'allegrezza pieno,

giorno chiaro, sereno,

che precorre alla festa di tua vita.

Godi, fanciullo mio; stato soave,

stagion lieta è cotesta.

Altro dirti non vo'; ma la tua festa

ch'anco tardi a venir non ti sia grave.


Giacomo LEOPARDI
 


... ad essere sincera, benchè io abbia cercato di fargliela piacere mi domando come nella scuola elementare ancor oggi si insegni il Leopardi, i bambini non arrivano a comprenderlo soprattutto oggi per il linguaggio usato per la composizione, e per questo a parer mio, li si allontana dalla letteratura classica e dalla poesia.
La letteratura classica andrebbe dosata e proposta in quell'età dove si presuppone un apprendimento più consapevole.
Date Rodari ai bimbi (per citarne uno) ... una ricerca su autori contemporanei più "vicini" al mondo dei bambini, stimolarli con la visione di un ambiente conosciuto. Una bambina di dieci anni non può figurarsi la "donzelletta che vien dalla campagna" o "il legnaiuol, che veglia nella chiusa bottega alla lucerna" non sono simbolismi che stimolano la sua curiosità. La scuola dovrebbe progettare un protocollo d'insegnamento differente, i tempi sono cambiati e il progresso si porta via le fresche intelligenze dei bambini e degli adolescenti, dato che la scuola non riesce a svilupparsi e rendersi attendibile. Con i mezzi di supporto didattici a disposizione nella nostra epoca si riuscirebbe ad accattivare la loro curiosità e sviluppare più volontà verso il sapere.
Con ciò non dico che bisognerebbe abolire dalla storia della nostra letteratura i grandi poeti e narratori o lezioni sulle correnti filosofiche e di pensiero delle varie epoche di evoluzione della nostra lingua. Ma nell'era del linguaggio "sms" questo sistema d'insegnamento fermo alla metà del secolo scorso diventa obsoleto e incocludente.
Questa è una delle maggiori cause d'abbandono scolastico e l' aumento purtroppo, aimè  di un terribile picco negativo sulle capacità d'apprendimento nelle scuole. 
Ma io e la topastra abbiamo dimostrato che a tempo di panna e fragole e tante risate, si possa digerire anche il Sabato leopardiano.
Mic

(appena possibile la pubblicazione delle foto pazzoide fatte mentre recitavamo la poesia e si merendava i frutti succosi)... vado a comprar la legna dal legnaiuol o nell'antro della dimora il desinar vesprino s'avvolgerà di gelo!


 

2 commenti:

anonimo ha detto...

mmmmhhhh.......bontà[IMMAGINE] perdona la poca fantasia e le poche parole............

ailacoinotna ha detto...

In effetti i tempi son cambiati... io ero salito in bicicletta a Recanati, girando per le campagne, ma la donzelletta è salita in motorino, mi ha pure sorpassato e io non ho avuto nemmeno il tempo di poterla guardare... che era già scomparsa. I mazzi di fiori magari li aveva sotto il sedile e quindi neanche gli ho visti.
Detto questo però non condivido affatto... anzi io proporrei il contrario, far leggere Rodari anche ai grandi.
La poesia non è solo linguaggio, insegna anche ad osservare ed a immortalare gli attimi rendendoli eterni, e siccome l'infanzia è una fase della vita piena di grande emozioni, credo sia un bene che gli studenti delle elementari imparino ad osservare e a ricordare quei momenti, che ora sembrano volare, anche in un futuro lontano, attraverso la bellezza della poesia, di cui il Leopardi è un gran maestro; e magari raccontare in futuro dei tempi degli SMS, cosa che magari in futuro sarà considerata come oggi viene considerato un telegramma. Chi si ricorda che era una cosa rivoluzionaria allora? Dimenticare il passato è la cosa più triste che possa capitare. Magari se studiassero di più la poesia imparerebbero che per esprimere grandi concetti a volte bastano poche parole e si è anche molto più efficaci. Niente abbreviazioni ma parole giuste! Questo dovrebbe essere lo slogan per i giovani dell'epoca degli SMS :P e dell'epoca dei navigatori internettiani.
Per citare il maestro... "E il naufragar mi è dolce in questo mare".
Molto meglio che: lggrt e smr 1 G pcr. "E" senza accento ovviamente! XD