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lunedì 18 settembre 2006

IL DANNO


 



Andromeda - Tamara de Lempicka




IL DANNO.
Chi scrive è chiunque voi vogliate leggerci.
Mi avventurerò in questo racconto con fantasia, forse m' inoltrerò anche nell'autobiografia, dipenderà dal momento, dalla voglia di confondere il lettore e anche quella sottile ipocrisia verso me stessa che immagino mi aiuterà a credere che ho superato l'assurdo attraverso la maschera virtuale dell'anonimato e rischierò di uscire allo scoperto.

Non ho nemmeno la musica ad accompagnarmi.
Lei che ho sempre amato e desiderato avere accanto, soprattutto nei momenti di solitudine perché mi servisse come mezzo per inseguire i ricordi, oppure come sottile trama che mi portasse a sfogare il rimpianto che albergava in me.
La musica, piccola amica che sempre mi è stata accanto, dalla prima ninna nanna suono melodioso che proveniva dalla voce di mia madre o da chi per lei mi ha allevata.

In questa notte non ho musica da ascoltare, è così lontana da me, ma non ha colpa d'essersene andata, semplicemente non l'ho cercata, solamente non voglio ascoltarla, in questa notte ho solo voglia di ascoltare
il silenzio, interrotto solo dal contrasto meccanico dei tasti che le mie dita pigiano stanche sotto l'impulso nevrotico dei pensieri.

Il silenzio.
Il mio respiro è calmo sotto la spinta del mio universo fisico, materiale, tangibile e godo dell'assenza dell'anima.
Mi piace chiamare “anima” quella parte di me che percepisco essere il centro di tutte le emozioni, dei miei sogni, ma anche di quel sintomo negativo fatto di represso desiderio per quel tanto agognato mistero per cui le cose non vanno mai come si vorrebbe e non vorrei mai venisse a galla, come in certe ore tristi, densa e oleosa macchia di petrolio nero/blu su un mare di amore che tende ad allargarsi.

Sono consapevole, che chi si è apprestato a leggere, arrivato a questo punto starà pensando che questo sia il solito banale sfogo di una stupida donna arrivata in un'età in cui si tende a mettere sulla bilancia la propria vita e osserva senza stupore, ancora meglio: rassegnazione, l'ago della bilancia che pende verso gli insoluti.
Probabilmente è come pensi tu, ora che hai deciso di non proseguire su questo racconto, ma ho bisogno anche della tua attenzione e quindi vorrei pregarti di trattenerti ancora un poco per un rigo o due soltanto.
Tutti abbiamo bisogno di attenzione, anche tu che leggi e faremo un po’ per uno.

Quando si pretende amore, attenzione, attaccamento si è per inteso piuttosto egoisti, ma quando si è ricolmi di amore da donare si è forse generosi?
No! Questa è presunzione! E' in assoluto contrasto con la disinvoltura del dare senza aspettarsi nulla, perché è da menzogneri crederlo, magari incoscientemente, non esplicitamente mostriamo che ci è indifferente se non ci viene restituita almeno parte della nostra stessa volontà affettiva, ma intanto siamo lì inebetiti dal dolore e dalla paura di perdere, di essere traditi, di essere così stupidamente legati ad un futuro che è un "per sempre" inesistente.
Questo ovviamente è un ragionamento soggettivo, dato che non tutti usiamo lo stesso metro di valutazione.
Ora siete sul punto di pensare che io stia delirando, se non addirittura che io sia impazzita!
Ecco, vi confido, che sono spesso portata a credere che una qualche anomalia mi possieda ed è un'elaborazione che mi è in circolo da sempre, ma quando ero una fanciulla non potevo capire, poi da ragazza, le fantasie e le tempeste ormonali, mi impegnarono in round da KO dentro la mia testa e il mio ventre tanto da distrarmi da una qualsiasi logica.
Oggi, trovo che stare seduta a contemplare una finestra per lunghissimi istanti senza vederci altro che il film della propria vita, deve aver sì, maturato qualcosa e individuato il movente che ha fatto emergere.

E'qualcosa che ho sempre saputo, ma che non ho mai voluto rivelare con la sfrontatezza della cruda verità, nemmeno a me stessa e che, ho trovato dentro l'anima riflessa dentro gli stessi miei occhi guardando centinaia di fotografie di giorni lontani.
Io non so amare, non so cosa significhi amore, so però cosa significa spegnermi dentro un pianto, in un grido soffocato e conosco l'entità del danno che lo ha procurato.

Sono riuscita a guardarlo in faccia e in quel preciso istante ho capito che mi ha sradicato la possibilità di vivere amando nella più completa libertà delle intenzioni.

E’ una bestia che si nasconde, è deforme, puzza e ansima è il peggiore dei miei incubi ma non viene a trovarmi nei sogni.
Arriva quando meno me l'aspetto perché il danno è infimo e sleale.
Basta poco: una parola, un fruscio, un alito di vento a riportarlo nel presente per spaventare la matrioska che lo contiene, per dividere la donna in tante piccole altre donne fino a quella piccina-piccina e poi spezzarla spargendone o confondendone le parti che l'aiuterebbero a ricomporsi, riconoscendo in se le altre mille parti che le somigliano, perché dice: "sono sempre dentro di te e non ti abbandonerò, io ti controllo, ho potere su di te e appena scatenerai le tue emozioni io ti annienterò".

Non sono arrabbiata, non mi sento offesa, non sono triste, tanto meno allegra, non ho neppure più fiducia, ma ora non mi va di essere diffidente, voglio tornare a guardare verso la finestra, rompere il vetro, forse il fragore mi procurerà qualche emozione o forse il vento insieme alla pioggia sconfinando mi farebbero sentire freddo e umido sulla pelle.
Ma io non posso e non devo provare stimoli, lui sta in agguato.
Non ho più voglia di pensare, tanto meno di scrivere, non ho più nessun desiderio.
Forse lo confonderò e ritornerà nel suo antro a nascondersi.

Se non so amare, se non potrò amare, allora significa che sono come involucro vuoto.
Essere vuoti è come se la morte avesse sopravvento sull’anima e io mi sento solo un pò smarrita.
Anche la paura è un'emozione allora dirò di non aver paura.
Farò così: vivrò senza più chiedermi che cosa sia la felicità, mi esprimerò sottovoce, prima che il danno finisca di fare il suo lavoro, rendendomi sterile.

Mic_aleinad*


6 commenti:

5867dori ha detto...

Oddio D, mi fai morire di spavento! Penso che ognuno ami a modo suo, gli sterotipi lasciamoli a chi di dovere...Si può amare senza chiedere per un certo periodo e dopo...Dopo? si cadrebbe nell'annullamento del nostro essere, nel non amare noi stessi...e non amando noi stessi non amiamo gli altri. Bisognerebbe essere stupidi, o depressi, al giorno d'oggi, o non essere consapevoli della bellezza, pur mista a bruttezza, che abbiamo dentro...che fai scherzi? Cammina...datte 'na mossa:))) smackkkkkkkkkkkkkkk! Aspetta un trillo...

5867dori ha detto...

...e più rileggo questo post e più, se qui t'avessi, ti prenderei a schiaffi (non ne son capace ma mi piace dirlo per esprimere ciò che provo). Ma pensa te...arghhhhhhhhh!!! Ma che vai dicendo? E soprattutto pensando??????????????

Scusami ma il sangue m'è andato alla testa sentendo st'eresie;)! So già che m'hai perdonato:)!

A dopo...

anonimo ha detto...

dori...amica dalla voce che par sempre stupita... è questo il senso! stupiscimi vita! dammi un'emozione e fai che io non ne debba aver paura!

... è stato emozionante sentirti! Mi sorprendi e mi scaldi!

grazie per la tua candida amicizia!

Micol_D*

anonimo ha detto...

Didi, per me resti Didi....faccio fatica a trovarti dietro queste parole, sebbene nulla per te è stato facile, quello che ho di te è un immagine solare, splendente, limpida e carica. Si, carica di sentimento vero e passione smisurata anche nelle piccole cose. Ne incontrassi di Donne come te.....


D/A

Pecco73 ha detto...

Tu sai amare.

MicolForever ha detto...

11 Aug 2008 : 17:24:55

da millestorie




LUPA


Mi sento come un animale selvatico: ferito.

Forse ferita da una freccia scagliata da un'arco, un vetrata rotta mentre scappavo per paura non per arroganza.

Forse sono stata ferita mentre sognavo sotto un cielo di stelle cadenti!

Non ho idea di cosa mi abbia ferito, o forse lo so ma non voglio guardarlo in faccia come un nemico.

Non è un nemico, anche se mi ha quasi uccisa.

Ora voglio rintanarmi in un antro... un luogo mio, sentire l'umido della vegetazione abituata a vivere al buio nel naturale umido della grotta.

Ora ho paura. Il mio udito avverte ogni piccolo rumore, sono in una condizione d'isolamento volontario... non voglio che mi trovi in questo stato se mai verrà a cercarmi... mi riprenderò, guarirò... o morirò in questo antro come un segreto.

Sono sicura che un giorno verrà a cerchermi e allungherà una mano verso di me.

NOn lo farà per abbattermi, ma per curarmi.

Devo solo attendere fiduciosa...

Lui. L'amore tornerà a farmi sentire nuovamente una donna e non una lupa scappata dal branco.