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sabato 18 febbraio 2012

LESSON NUMBER ONE




Uno degli uomini che in assoluto ha fatto grande il cinema è Woody Allen. 
Ricordi adolescenziali mi portano all'attrazione psicologica che i suoi film producevano nella mia testolina acerba d'esperienze.
Lui piccolo ed emaciato, per nulla vicino a un qualsivoglia canone estetico, ha catalizzato l'interesse di un pubblico di nicchia espandendosi e ottenendo un successo incondizionato.
Le tematiche affrontate nei suoi film sono ordinariamente vissute da chiunque ma la specialità di questo autore, regista, letterato, musicista, scenografo, commediografo etc etc. ha la sfacciataggine di denunciarle con l'autoironia e il sarcasmo di chi l'esperienza la fa su se stesso e fa bagaglio di quei  comportamenti rilevati negli ambienti della borghesia intellettuale statunitense che non è difficile osservando attentamente le sue commedie, estendere in quelle psico-tragedie quotidiane infettate dall'americanismo in Europa, in ritardo sui tempi ma che forse oggi riscontriamo sulla maniacale occupazione del genere moderno.
Allen disquisisce tra etica e morale e gioca carismatico e ironico su come la società abusa di questi termini comportandosi in ossessiva contraddizione, costruisce nel personaggio una casualità di eventi circostanziali che lo inducono a scegliere e dimostrarsi per quelle scelte ben paragonabili agli stereotipi socialmente in uso.
La bellezza sta nei dialoghi che Allen, forse un pò presuntuosamente, srotola come tappeti volanti dove è doveroso un inchino. Sempre raffinato ed estremamente cerebrale, culturalmente appagante e con una dose di pura follia, apre le porte al suo Io e facendolo sprona tutto il suo pubblico a fare come lui.
Domande e teorie su Dio, la donna, il sesso, la psicanalisi e ancora il razzismo, il rapporto dell'uomo con il progresso e quello con il denaro, non c'è argomento che Allen non abbia affrontato mostrando di saper coniugare il passato con quello che è stato il suo presente, ma che ancora oggi per opere non più verdissime Allen ci insegna e ci fa riflettere.

Mic

"Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose: 
qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione." 
W. Allen


3 commenti:

Squilibrato ha detto...

Lo adoro!

Una Rosa Dal Mare ha detto...

Tesora, perdonami per averti rubato la base musicale ma è troppo bella e non ho saputo resiste :o)
kissssssssssss

La casa di Micol ha detto...

Squilibrato
ti ringrazio per orientare il tuo "sguardo" sulle mie pagine.
Lo adoro anch'io questo week end mi sono dedicata al suo genio.
Ciao :)

***

petaluzza mia, mi casa es tu casa!
sono contenta ti sia gradita la mia scelta musicale... serviti pure di tutto ciò che ti piace!
Kissssssss
p.s. invece io ho "tanta voglia" di avere quella M che compare col puntatore del mouse... maghella mi dici come fai?