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domenica 4 luglio 2010

# verde#




(foto Daniela.esse - Prospettive sul verde)




Spesso mi perdo sul verde che sovrasta il giardino di mio padre. Ricordo quando gli alberi erano bassi fusti che mi permettevano di guardare lontano sulla strada che litoranea unisce la città a questo paese che gli fu procreatore una settantina d'anni fa, era possibile osservare l'orizzonte e vedere dalla mia terrazza sulla destra in lontananza le alte ciminiere sputare fumo denso, vaporoso e bianco della spesso menzionata nelle attuali cronache politiche ALCOA oppure sulla prospettiva centrale e verso sinistra godevo la vista del mare.
Secondo la luce riflessa dal cielo potevo scorgere lo specchio d'acqua illuminarsi come un prezioso swarovskj.
Da un pò di tempo gli alberi crescendo con la presunzione di toccare le nuvole passeggere, mi hanno tolto i riflessi del mare al largo, non vedo più i fumi delle ciminiere delle fabbriche d'alluminio cambiare a seconda del vento che tirava, non vedo più il traffico sulla lunga strada che soprattutto la notte s'accendeva di lampioni e fari da darle vita. Tutto sembra voglia innalzarsi davanti a me, dai muri di silenzio, le montagne invalicabili dell'assenza imponente d'affetti importanti e questi alberi che per quanto magnifici nella loro naturale bellezza prorompente fanno di me un'isola sempre più confinata circondata in una prigione che al contrario dell'aria che spazia mi lascia senza respiro.

Micol

7 commenti:

grooveup ha detto...


taglia qualche fronda e esci dalla prigione
sempre ottima la musica 
hello micol

MicolForever ha detto...

Bentornato groove
è una piacevole sorpresa quella che mi fai!
Mi consiglieresti di tagliare qualche fronda? La cortina d'alberi ha una forte rilevanza metaforica... risultato: nessun abbattimento di quegli alti ed imponenti fusti riempiranno gli occhi d'altro panorama.
Grazie!

bye bye!

MicolForever ha detto...

Sono in totale apnea... Manca l'ossigeno, fa male non riuscire a respirare.
Fa male...
.
.
.

diversamenteintelligente ha detto...

Sì... succede.
E paradossalmente, sono proprio gli elementi che più dovrebbero darci ossigeno, quelli a toglierci invece l'aria...
Ognuno vive le proprie esperienze, per cui i consigli servono piuttosto relativamente.
Ai tempi, ho risolto cambiando ambiente.
Drasticamente.
Dolorosamente.
Ma poi, sono tornato a respirare.

Buona fortuna, ne hai davvero bisogno...

MicolForever ha detto...

diversamente = Fino a qualche tempo fa non riuscivo a realizzare quale fosse la causa primaria delle mie frustrazioni, in seguito ho compreso che l'ambiente in cui vivo e le persone coabitanti sono in buona parte la fonte.
Ad esempio, un motivo ci sarà perchè rifiuto d'andare al mare, non è un capriccio ma bensì una reazione totalmente biologica.
Mentre invece s'insiste perchè io "respiri aria di mare" per i miei problemi di salute.
Oppure perchè una sofferente d'asma e rinite allergica debba vivere in aperta campagna dove il vicino di casa ha un allevamento di pollame, suini e ovini (fortunatamente a ciclo periodico e non tutti insieme).
Perchè un'amante dell'ordine e della pulizia debba condividere un piccolo appartamente con tre individui disordinati e incapaci a sottostare a qualsivoglia regola di convivenza.
Insomma io c'ho provato a cambiare casa ma evidentemente il destino ha puntato il dito su di me perchè mi torturassi vita natural durante in un luogo "insano" e inadatto alle mie esigenze psico-fisiche.
Il drastico sarebbe il divorzio... li lascerei volentieri dove stanno, il problema è che gli avvocati divorzisti costano: conviene acquistarsi un superattico piuttosto che avviare le pratiche per una separazione.
Rido ma non troppo!
Grazie, avrei bisogno di un pò di fortuna, ma anche quella è andata a prostituirsi, pure quella va dove la vita è comoda!
buona giornata diversamente (ma ce l'avrai un nome?)

invivibile ha detto...

una sana potatura farà bene a entrambi,e accrescerà la tua complicità con la natura ;-)

MicolForever ha detto...

Non sono padrona in quel giardino sono stati piantati perchè facessero da frangivento e delimitassero confini tra un terreno di proprietà e un altro.
E' la legge dei padri, pionieri d'antiche terre e di uomini con storie d'eredità e confini.
Io non sono padrona di nulla anche se qualche volta ho la tentazione di diventarlo quando lo sguardo attento allenta l'attenzione.
Allora vorrei essere un pochino padrona della mia vita... solo per ridere, ballare e cantare liberamente... o soltanto per sentirmi infinitamente triste senza dover rendere conto a nessuno del mio stato.
Ciao invivibile: un nick che calzerebbe a pennello anche a me!