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mercoledì 18 novembre 2009

Al caro estinto!





Un'irragionevole calma si è impossessata della nostra casa.
Il silenzio di chi vive un verdetto ineluttabile.
Siamo sfiniti, non lottiamo più, non ci si dispera più, neppure si piange.
Quando i bambini riescono a strapparci da tutto questo cerco di godermi il più possibile l'attimo.
Come se il valore di una sana risata, di un gioco, l'allegra festosità dei loro giovani anni per un breve attimo mi contagiasse e subito dopo mi accorgo di quel che è appena stato vissuto e ne ho profonda nostalgia.
Tutto ritorna piatto.
Gli orari di lavoro, i pasti da cucinare, si sta insieme a guardare un pò di tv.
Da quando abbiamo più di 100 canali, è una sfida a tenere disoccupato il telecomando e il risultato è ache non si guarda nulla a far zapping qua e là, forse per scazzo, ma cazzo io mi rompo le palle e vado a far altro.
La casa ci sta crollando addosso. Il forno si è rotto. Il piano cottura mi ha lasciato con due soli fuochi cosicchè devo rimanere qualche ora a cucinare per quattro.
Il cibo è passato in secondo ordine. Non c'è entusiasmo, non c'è nessuno stimolo, non c'è fame... si mangia perchè l'orologio biologico ci impone un'abitudine ad alimentarci.
Il frigorifero è sempre quasi vuoto, pochi alimenti si cerca di economizzare.
Ai piedi abbiamo scarpe usurate da un paio d'anni e abiti che si è scordato quando li abbiamo acquistati.
Non si parla più... neppure di lavoro.
Quando ci si domanda com'è andata la giornata lavorativa ci si risponde con un'alzata di spalle, quando va bene... altrimenti la risposta è un silenzio pesante.
Non si esce più la domenica. Non si va più neppure per una pizza. .. e ci sembra un gran regalo portarci a tavola una bottiglia di Novello.
Stiamo così a guardare le bollette da pagare in sospeso da mesi, solo ciò che è di stretta necessità va saldato, ma poi il monte dei debiti sale, qualche tempo fa mi prendeva un'ansia fastidiosa, io che arrivavo addirittura a pagare in anticipo i conti mi trovavo a posticipare a considerare entrate e uscite con un incastro certosino verso altre necessità familiari. Oggi mi prende una strana stanchezza quando guardo quelle buste annottate della mia calligrafia di date e scadenze. E' come se non le vedessi, anche se so che ci sono.
Lui sta male, un male cronicizzato dal tempo, dallo stress, dalla mia disattenzione nei suoi confronti... e poi sappiamo cos'ha, sta male e non si cura, ha paura di varcare la soglia dell'ospedale.
Quando m'innervosisco per il suo stato di salute gli ricordo che non possiamo neppure permetterci di morire non so chi potrebbe pagare il nostro funerale. Lui mi risponde "Buttami in discarica!"
Siamo diventati cinici, sarcastici, cattivi.
Ma per la maggioranza del tempo incombe il silenzio che si è fatto padrone di casa, si siede comodamente sul divano, si sdraia sul letto supino a fissare il globo luminoso sul soffitto.
L'astenia, il reprimere l'urlo e la fuga ci ha reso muti.
Probabilmente non siamo neppure così passivi nemmeno rassegnati, siamo solo disarmati da ciò che ci è capitato.
E l'amore che ruolo gioca in questa partita? Si economizza anche quello o probabilmente è sembrato un debito troppo oneroso e alla prima occasione l'abbiamo estinto.



Micol

2 commenti:

anonimo ha detto...

.................[IMMAGINE]
non so come commentare questo tuo sfogo,
posso solo dirti che ti voglio bene.
Giusi

MicolForever ha detto...

Giusi, non c'è bisogno di commentare, ma ti ringrazio per l'affetto che mi dimostri e che ricambio.
Ciao!