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sabato 13 giugno 2009

A mio figlio

Quanto ho desiderato che tu arrivassi a riempire la mia vita.
Penso che la maternità sia un atto d'Amore infinito, ma anche un peccato di egoismo.
Ti volevo per me. Volevo una Persona che fosse solo mia.
E sei arrivato.
La mia felicità era grande e tale che non ti ho mai lasciato fisicamente nè con il pensiero costantemente rivolto a te anche in quelle ore che ci separavano.
Eravamo in simbiosi tutto si svolgeva in armonia in quel mondo in cui eri entrato a far parte e che io curavo custodendolo con tutta me stessa.
Sei anni dopo la tua nascita la nostra casa si è riempita di un'altro vagito. Quello di tua sorella.
In quel momento ho reciso con grave dolore per te, il cordone ombelicale che ci teneva uniti.
Mi è stato detto che soffri dell'amore irrisolto. Mi hanno detto che in quel preciso istante si è innestato un processo di regressione nella tua personalità già fragile e immatura.
In tutti questi ultimi anni mi sono divisa equamente fra te e tua sorella, ma tu non hai sopportato il mio "tradimento", convinto come sei che io ti ho escluso dal mio rapporto con te.
Questo mi addolora profondamente.
Sei mio figlio, il mio bene più prezioso.
Tu e Lei siete due persone distinte ma unite nel sangue e nel nome del mio amore.
Ma tu non riesci a fartene una ragione in quella tua mente e in quel tuo cuore ferito.
E' di queste ore il secondo fallimento della tua carriera scolastica.
Orgoglioso e fiero non comprendi le prese di posizione da parte di noi genitori solo per farti capire che non è il modo giusto per crearti un futuro.
Perchè noi ti saremo sempre accanto, ma la vita è tua e devi camminare anche da solo.
Il dispiacere che tu non possa godere della stima degli altri, perchè hanno un concetto di te distorto dal tuo comportamento e io sto male a vederti deciso e caparbio facendoci credere di affrontare con superficialità e distacco un'esperienza negativa che invece dovrebbe insegnarti parecchio.
La tua Preside ha usato parole come: "Il senso di colpa (il mio) non aiuta a costruire, ma ostacola progetti futuri per suo figlio"
Sì, mi sento in colpa.
In colpa per averti protetto troppo dalle insidie della vita e sbagliato ad interpretare i tuoi segnali di malessere.
Non mi celo dietro alla stanchezza di un'esistenza critica sotto tanti punti di vista. Perchè ritengo di avere delle responsabilità, ma mi discolpa il fatto che a quindici anni un pò di responsabilità sul risultato delle proprie azioni negligenti è necessario prendere atto.
Sono stata in quell'aula dei professori per più di un'ora e mezza, per capire anche insieme a chi ti ha accompagnato per questi anni nel tuo percorso scolastico, cosa impedisce il tuo progresso e cosa ti assilla.
Come vedi, molte persone si preoccupano per te.
Te che con un certo vittimismo accusi il contrario.
Un tempo ti lasciavo dei bigliettini sparsi per casa, con messaggini d'affetto.
In cuor mio perchè volevo recuperare il tempo in cui non ti davo, secondo il mio punto di vista, sufficente ascolto o attenzione, oggi ti scrivo qui con la speranza che leggerai.
Come madre ho grandi sogni e progetti per il mio unico figlio maschio.
Vorrei un giorno, anche se in piccola parte vederli realizzati.
So bene che ce la farai.
Perchè anche se noi ti sembreremo distratti nelle nostre beghe quotidiane, noi ci siamo SEMPRE!
Siamo sempre presenti e in attesa di vederti realizzato.
Ora lasciamo decantare questo nuovo vino, sa di aspro, come un traguardo mai raggiunto.
Ci riprenderemo dopo questa sconfitta e tu sarai forte perchè il temperamento non ti manca.
Devi solo far venire alla luce il coraggio che tieni nascosto.
TI ADORO IMMENSAMENTE
MAMY


4 commenti:

MicolForever ha detto...

DSA

“Un vero professore si preoccupa di comprendere il dolore e la solitudine di un bambino che non capisce in un mondo di ragazzi che capiscono” ha spiegato al Festival della letteratura di Mantova lo scrittore francese Daniel Pennac, docente e autore di un libro sulle proprie difficoltà scolastiche, Diario di Scuola.





“Solo noi possiamo tirare fuori quel bambino dalla sua prigione, sia che siamo formati per farlo o meno. Gli insegnanti che mi hanno salvato e che hanno fatto di me un insegnante, non erano formati per questo. Non si sono preoccupati delle origini della mia infermità scolastica, non hanno perso tempo a cercare le cause e tanto meno a farmi la predica. Erano adulti di fronte a un adolescente in pericolo. Hanno capito che occorreva agire tempestivamente, si sono buttati, non ce l’hanno fatta. Si sono buttati di nuovo, giorno dopo giorno, alla fine mi hanno tirato fuori. E molti altri con me. Ci hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita”.

Daniel Pennac

Nirvanainblu ha detto...

Parole sacre!


Più di mille trattati scientifici è il cuore ed il buon senso che aiuta ciascuno di noi a galleggiare sul mare della vita ...


ogni errore è accettabile quando alla base c'è la volontà ad accogliere con amore


... così penso, così spero

MicolForever ha detto...

Anna, mi è servito tantissimo ciò che ci siamo dette e le tue parole ancora "macinano" elaborando ricordi e situazioni vissute.

Per quanto riguarda Pennac, appena ho letto questo suo pensiero mi sono commossa, ora rileggendolo mi commuovo due volte perchè io so... sappiamo... se i bambini non verranno accettati per la loro specialità si sentiranno esclusi per il resto della vita.

Se l'adulto non offre comprensione, ascolto, dedizione e amore soprattutto in quelle difficoltà che "particolari" bambini e/o ragazzi mostrano diventeranno quegli adulti che un domani collezioneranno un fallimento dopo l'altro.

Offrire loro il giusto aiuto, la migliore bussola per orientarsi sarà dare loro nuove possibilità di successo, di realizzazione.

Purtroppo il mondo degli adulti crea barriere, soprattutto quando con la codardia gira le spalle indifferente o si mostra incostante e insofferente solo perchè si trova ad affrontare quella "cosa" a cui non sa dare un nome ma che ha il sapore della diversità.

Grazie di tutto Anna.

... grazie!

anche a nome di Chicco!

:)


Nirvanainblu ha detto...

sono io che vi ringrazio e di tutto cuore, non mi ero accorta che avevo bisogno di fermarmi e guardarmi dentro, ma non con quell'occhio di commiserazione, che mi stava incancrenendo


e tu, voi, mi avete invitata a farlo con spontanea delicatezza ... grazie


un abbraccio speciale :)))