
Quella appena trascorsa è stata una giornata piena di tensioni
Un risveglio che mi ha catapultato giù dal letto. Organizzarsi in moto frenetico nello stato confusionale di una casa (che non sento più mia) che ancora dormiva. In strada già mi attendeva, un traffico caotico che m'innervosiva... e poi una mattinata di lavoro in mezzo a tensioni e arrabbiature feroci. Di quelle che mordono lo stomaco e i nervi difficili da controllare.
Controllarsi, auto-punirsi per colpe non commesse.
Correre per corridoi sbattendo porte di stanze fin troppo rumorose.
Non so fino a che punto riuscirò a sostenere questa situazione.
Non lo so.
La mente urla, lo sguardo è cambiato. Sono piena di risentimento, continuo a domandarmi: "perchè a me?!" quali errori ho commesso, quali scelte sbagliate ho intrapreso.
Fino a che punto sono responsabile?
Chiudo ogni accesso possibile all'esterno, vorrei che nessuno mi rivolgesse la parola perchè non desidero trovarmi nella condizione di rispondere. Voglio tacere, tenere per me tutte le parole. Sono gelosa della mia voce.
Nessuno è degno di sentirla.
La mia realtà è abitata da fin troppe persone. Io bramo l'esilio, l'eremo, il confino.
Questo malessere deve trovare una via di fuga o mi dilanierà.
Lo sento, arriva bruciante, mi soffoca e lo sforzo per addomesticarlo è sempre più esile.
Vorrei fuggire, vorrei arrampicarmi su per questo muro e buttarmi dall'altra parte.
EVASIONE!
E' una prigione senza sbarre, né cancelli.
Ho diritto alla mia ora d'aria, voglio guardare il cielo e bearmi della sua esistenza.
Gioire del primo volo di rondini, sorridere sul verde cupo delle colline.
Liberatemi:
Sono innocente!!