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mercoledì 25 giugno 2008

Ultimo giorno di novembre



Odio me stessa perchè sarebbe stato mio dovere avere cura di noi, soprattutto in quei giorni sul finire di novembre.
Avrei dovuto sospettare della luce che cadeva in angolo acuto dai vetri della camera e si posava sul pavimento di bianco marmo venato di grigio, mentre intrecciavo fili di parole con te e non presagivo affatto che sarebbero state le nostre ultime parole in quell'ultimo giorno di novembre.
L'inverno ancora non era giunto, ma cadevano già rosse le foglie dai rami e accarezzavo i piedi, come sempre imbarazzata dal tuo arrivo frettoloso e che al contrario quella mattina ci concedeva tempo ... sarebbero stati nostri quegli ultimi istanti, mentre rollavi parole come sigarette che aspiravi avido per poi disegnare nell'aria, arabesche spirali e nuvole dense di fumo, come densi di fumo, sarebbero diventati i nostri giorni fino ad allora vissuti.
Non potevo presagire o forse si, che eri al limite della pazienza e cercavo di rincuorarmi riflessa, appena dopo il nostro congedo, sullo specchio del verde the che leggero danzava accerchiando il cucchiaino d'acciaio ed elevava vapore delicatamente profumato sul mio viso stanco, a formarsi condensa di piccole lacrime.
Avrei dovuto certo rendermi conto e fidarmi dell'attesa invece che soffocarla, avrei dovuto insomma lasciare altrove i piccoli egoismi di donna innamorata. Avrei dovuto, ma non l'ho fatto ed è per questo che odio ogni passo che avanza in questa nuova estate, dimentico di portare appresso anche la mia stessa ombra, perchè ogni passo merita solitudine. Avrei dovuto sospettare di quel giorno senza pioggia, aveva in se un'atmosfera irreale e la mia laconica attesa riceveva quel tuo unico bacio delle possibilità negate.

2 commenti:

anonimo ha detto...

incantevole Micol, semplicemente incantevole il tuo modo di esprimere la fine d'un amore, un pezzo di te che ti abbandona e ti rende impossibile sopportare il peso di questa estate vuota ;)

sguardoinfinito ha detto...

...con il senno del "dopo"...si farebbe tutto in un altro modo.

...ma non in "quel" momento: si fa con l'istinto, sperando di non sbagliare... ma tanto si sbaglia sempre...

...hai una voce colma di quella dolcezza che solo una "grande donna" può avere...

un sorriso (il cell. l'ho dimenticato a Padova... lo recupero domani sera...:-)

Bet