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sabato 15 gennaio 2011

BRUTTA TOPASTRA SE TI PRENDO... :O)




Secondo un ragionamento della mia piccola precoce adolescente dovrei buttarmi nella mischia di Face Book perchè "mamma le tue poesie sono troppo belle e scrivi quelle cose troppo ggiuste (si con due g)". Davanti al mio ostinato rifiuto di far parte del social network in questione la topastra mi raggira e io cado nella trappola presa d'affetto materno davanti al musetto e le sue braccine che mi attirano a se mentre c'incrociamo in corridoio:
"Mamy ... daiiii posso mettere le tue poesie su FB?"
Rispondo io: "Amore lo sai che mamma non gli va d'iscriversi su FB non insistere..."
Altri bacini mmmmh mi prende una brama carnale quando si lascia spupazzare le morderei la scarna guancia, le pizziccherei il naso fino a farla gridare... così sempre in piedi al centro del corridoio lei mi spiega che io non devo iscrivermi che pubblicherà "da lei"!"
...mi lascio convincere... "eh! va bene"... oramai ho ceduto "ma ricordati di mettere il mio nick e la fonte"!...
Lei è già corsa al pc io sono in cucina, dopo un pò arriva lamentandosi che non abbiamo una foto che ci ritrae insieme recente "posso mettere quella là che ho su FB?" "coooooosa? hai una foto dove ci sto pure io su FB?... "lei ride e ..." e i mie amici l'hanno pure tagata ci hanno fatto i complimenti e mi hanno detto che vorrebbero una mamma come te così dolce!" - La guardo un pò contrariata "Quanti anni hanno i tuoi amici?" (non si sa mai!)
"Allora posso?".... Naaaaaaaaa!
"E' si o no?" - "Mi chiedi l'autorizzazione quando stai già facendo da te? tanto ti conosco sei una leonessa e chi ti ferma? L'importante è che sia tutto regolare"
"Tranqua mà!" - Rieccola arrivare di corsa con mezza scivolata sul pavimento per bloccarsi ad un passo da me, sto girando il risotto.
Ha in mano un mezzo foglio di protocollo ed un pennarello blu: "maaah!" - Sono un pò seccata:"che c'èèè!"
"Puoi vedere se ho scritto ggiusto (sempre con due g) devo farti la presentazione!"
"Coooosa? Ma che stai a fare? Non mi starai creando un profilo su FB, tanto io non ci entrerò quindi puoi chiuderla così!" - "Noo maaaaaaaa è un'altra cosa vedrai che bella cosuccia che ti sto preparando " - "Mi devo fidare?" Lei mostra il pollice alzato: " FI -DA- TI -  DI  ME "e scoppiamo a ridere!
Le ho stravolto un pò la presentazione ma ho lasciato l'essenziale di tutto il suo impegno
DEDICO A MIA MADRE QUESTO ANGOLO PER LE SUE BELLISSIME POESIE. ALESSIA

http://www.facebook.com/pages/Le-poesie-di-Micol/173743186001469


Non essendo iscritta non posso ringraziarla, lo faccio così tra il mio disordine organizzato che mi porto appresso da anni, in questo mio luogo che è piccoli anedotti di vita, percorsi su sentieri e pseudo-poesie di una mente labile.







GRAZIE AMMMMMORE MIO TOPASTRA DEL MIO CUORE!!!
VORREI DIRTI DI PIU' TE LO DIRO' APPENA POTRO' MORSICARTI PER BENE LE OSSICINA

TE QUIERO MUCHO - TE AMO - TE SBRANO APPENA TI HO SOTTO TIRO!!! TUA TUA MAMY



 

venerdì 14 gennaio 2011

NOMEN OMEN


Il nome di un uomo ha la forza evocativa del suono che è presagio o meglio il destino nel nome.


Potrei fare molti esempi ma ne faccio uno per esempio:



BERLUSCONI




VARIANTI
Berlusconi è un cognome originale che non ha defomazioni ne varianti, al momento non ci sono informazioni sulle varianti.

DIFFUSIONE
Cognome poco diffuso, meno di cento nella sola lombardia, nessun ceppo nel resto dell'Italia.

ETIMOLOGIA
Il cognome Berlusconi è composto dal germanico "ber" e dall'aggettivo "luscone".
Ber è un ipocorostico apocopato di Berna o Berno del nome germanico *beran- = "orso".
Luscone, nel passato veniva chiamato "lusco" o "luscone" una piccola finestra delle cantine o dei solai dove passa poca luce (senza fonte). Da lusco nasce l'aggettivo "losco" di chi è strabico e di chi, in senso figurativo guarda bieco per invidia o malvolere, e ancora in senso figurativo di dubbia onestà.
Tra il lusco e il brusco, locuzione per intendere al crepuscolo, quando c'è poca luce, in senso figurativo per intendere una situazione incerta poco chiara.
Berlusconi = Orso strabico oppure orso losco, figurativo una persona forte come un orso e poco chiara o poco onesta.
Significato di losco
Definizione di Ber
Secondo il dizionario etimologico Pianigiani (edito nel 1907) il termine "berlusco" significa due volte losco = bilosco. Questa definizione si ottiene dividendo ber da lusco. Lusco è un sinonimo di losco, che vede male a un'occhio. Bis-lusco perché vede male ad entrambi gli occhi. Il bis, per un processo di assimilazione dialettale diventa ber, vedi per esempio Bircio.

SIgnificato di Berlusca

TRACCIA STORICA

Silvio Berlusconi, presidente del consiglio, primo ministro del governo omonimo, in carica dall'8 maggio 2008. Il sessantesimo governo della Repubblica italiana.
STEMMA
STEMMA NOBILIARE NON TROVATO



Un ringraziamento va ad una personcina solare che condivide con me il piacere dell'informazione, della cultura, che come me s' intriga giocare con le parole, scarabocchiare, che ama le luci della mia "anche" Città e che mi strappa dalla noia mortale, gli piaciono le svedesi... anche le danesi non sono male!

Tu sai... non c'è bisogno d'aggiungere altro!


giovedì 13 gennaio 2011

I SOGNI SOTTERRATI IN FONDO AL POZZO CHE NON C'E'




Mi manca la luna, mi manca anche il pozzo,
nel giardino che non c'è
ho piantato in profondità  bulbi di sognanze*
Giardiniera sprovveduta e maldestra io, 
dimenticai di consultare il calendario
che sulle quattro fasi e i santi,
ad ogni nuova aurora prima del gallo
s'alza Frate Indovino e di sua personale mano
appone il proverbio degli avi che per avere la florida fioritura
bisogna fare, dire e baciare in prospera stagione
invece io non ho ascoltato gli ancestrali avvertimenti
e così i miei sogni non hanno visto luce
rimasti indifesi e mischiati fra viscidi lombrichi accocolati,
non dischiusi son dormienti 
nell'argillosa umidità della notte sotterranea.

MICOL


 



N.d.A.
(*) licenza poetica = semenze di sogno

martedì 11 gennaio 2011

NON FAR RUMORE




Quindi quel che resta visibile sono lembi di cerniere, mimata la chiusura le labbra si serrano l'una sull'altra.
Ho preparato la cena, abbiamo consumato il menù casalingo con il frastuono della televisione accesa, voci sopra altre voci, ho sparecchiato e di spalle ho ripreso a cucinare per organizzare il pranzo di domani.
Fumo di sigarette, le tue, io e te corpi a distanza ravvicinata schiena contro schiena.
Rassegnazione e rabbia vorrebbero diventare il condimento dentro la pentola a pressione avrebbero almeno uno sfiato a tempo debito invece mi hai detto che il mio dovere è quello di tacere.
Come se non fosse già sufficiente tutto questo silenzio. 
Mi muovo senza disturbare, una forchetta che cade potrebbe diventare il martelletto sul nervo dolente, meglio fare attenzione.
Fuori piove e quando spegni la tv la pioggia è un martellare sul tetto come se non fossero gocce quelle che cadono ma intere pozzanghere rovesciate dal cielo.
Guardo il soffitto, scorgo una ragnatela e parlo mentalmente all'operoso ragno che come me non fa rumore.

GOODNIGHT
MI
C


 

venerdì 7 gennaio 2011

L'AMOR IN PUNTA DI PENNA E CALAMAIO - AMANTI STORICI









da Gabriele D’Annunzio a Jouvence



 



(Mezzanotte, 24 Aprile 1923 Frate Grillo)



 



In questa notte nera, la corona delle tue braccia m’è come una costellazione indelebile.
Perché oggi, in quei pochi attimi di sogno, ho avuto dalle tue giovani braccia una sensazione luminosa, come se tu avessi cinto d’un fuoco bianco la mia tenerezza e la mia tristezza?
Esiste un fuoco fresco ?
Non saprò mai dirti quel che provo, quel che tu mi dai.
Tra l’ebbrezza di ieri e quella d’oggi, non v’è stato per me che supplizio corporale e inquietudine interiore. Tu hai ascoltato, con l’indulgenza più delicata, le mie confessioni.
La grazia del tuo volto attento sembrava modellarsi sulla mia sofferenza.
                            Poco a poco, credevo di sentire la sostanza del tuo corpo cambiarsi in una specie d’amore caritatevole. Credevo di assistere a un miracolo inaudito: il frutto voluttuoso che si muta in fiore sensibile! Puoi capire ?
Mai tu m’avevi preso fra le tue braccia con tanta dolcezza.
Io ti parlavo delle mie voluttà tormentose e menzognere; e, senza parlare, tu calmavi il mio dispiacere, rinfrescavi la mia bruciatura, consolavi i miei rimpianti e i miei rimorsi.
E, come tu non m’avevi mai coronato con braccia cosi tenere e cosi chiare, tu non avevi mai avuto labbra cosi musicali. La tua carezza era come una melodia infinita.
                               Ogni moto delle tue labbra era un accordo che, ogni volta, sembrava compiere la perfezione della mia estasi.
Eri una dolce piccola anima con delle labbra. Eri la bocca stessa dell’Amore che guarisce.
Ed eccomi solo, nella notte ! Tu eri seduta là. Qualche filo d’oro riluce nella tua testa bruna…
Come l’altro giorno, quando il mio desiderio ti chiamava, sei riapparsa?
M’hai lasciato di te una sensazione luminosa.
Mi sembra d’avere della luce sulla punta delle mie dita, come se avessi toccato il fosforo.
Dormi ? Tu circondi forse con le tue braccia il sogno dell’amico insonne.
Il tuo seno sinistro mi chiama e si offre…
Vorrei che il mio grido giungesse fino a te; vorrei che il mio desiderio traversasse il lago scuro fino al tuo giardino umido… Tenterò di farti giungere questa lettera notturna.
Sarai forse contenta di stringerla sul petto o di farne il tuo guanciale.
Le tue braccia chiare e tenere sono l’unica aureola della martire Notte.







 



giovedì 6 gennaio 2011

martedì 4 gennaio 2011

CORSA AD OSTACOLI


 






La immagino muoversi nella sua grande casa, che sente più vuota mentre sola aggiusta un peso da sopportare.
Quel peso del quale io conosco la forma e la dimensione ma sono distante per poterle stare accanto, quanto vorrei correre da lei, sollevarla con la compagnia, alzare un calice di vino e brindare alla nostra.
Invece non posso altro che leggere le sue poesie e senza riuscire a formulare un solo pensiero che:
"Ecco che al bivio ci siamo ritrovate per camminare nello stesso sentiero!"
I suoi capelli bianchi e quelli miei grigi coperti da ipocriti colori per negare il tempo che ci trasforma e il tempo dell'amore assume l'aspetto di una cattedrale nel deserto, bella da ammirare ma solo da lontano.
Noi ancora che vorremo sognare un caldo maglione che profuma di ricordo e protezione dove strofinare il sorriso e nascondere il rossore per quel calore improvviso che invece ci viene negato.
I silenzi sovrastano in bigio contrappunto al cielo nessuna melodia diventa aspirazione solo un fiato che si dissimula voce di vento.
Io la osservo con gli occhi dell'immaginazione e vorrei farle posare il capo sul mio grembo, lei che mi è madre e sorella, lei che è mia nell'anima, vorrei che riposasse i capricci dei dubbi e l'assillo dei nefasti presagi.
A lei che per me è sempre stata sinonimo di speranza, coraggio, il messaggero che l'impossibile può invece diventare possibile, l'esperienza da cui attingere riserva.
A lei nella tenerezza del mio affetto promessa di legame indissolubile e fiero, compagna d'avventura e generosa consigliera nella corsa ad ostacoli delle nostre esistenze.

Mic