... e mi riparo così, dalle tempeste dell'anima che vorrebbero venire a prendermi... Ti vengo a cercare, musica: pura emozione, che solo dai e nulla togli. Dalla mia Isola, dal mio Esilio vedo terre che mai potrò raggiungere. Scaduto il tempo, il pendolo ha fermato la sua corsa, portando con sè i giochi e le note stonate cantate col riso dell'incoscienza, lasciando cadere i veli blues della notte sulla memoria
La gola è chiusa dalla malinconia, di quelle Vigilie senza abeti da abbellire. Non ci saranno doni da confezionare, in un giorno vuoto che s'affaccia sul mare.
Infinitamente grande è la speranza nella risoluzione di quanto mi assilla. Solo un pò di pace anelo impaziente, un gesto, un dono, un raggio di sole, in questo inverno alle porte che già il mio corpo è gelido e sembra non riuscire a scaldarsi. Stavo in cima ad una montagna con le braccia aperte volevo abbracciare l'amore e un pò di fortuna. Ma lei è bendata, e non so se sono io che vago in sua ricerca oppure è lei che ancora non mi ha trovata. Probabilmente dovrei fermarmi. Forse passerà da queste parti per sfiorarmi un poco. Mic
Travasami, lasciandomi spellare sotto la tua silicea terra da amebe e tarli in un’invadenza disattesa dalla luna per tua rugiadosa difesa
Sorseggia la mia indiscrezione come fai ogni volta sciogliendo il mio riserbo col tuo fiato rallentato, più lento poi, snida la fama del soddisfare di dentro le tue ciglia abbassate ripiegandomi le dita come un gemito che si sfoglia in melodia laddove far scorrere lo sguardo incarnando la voce dell’amore con polvere dal dolce sapore in calori dai vapori dipinti essenza d'altri istinti
Ora, l’iride è una gelida gora che cela nell’ impetuoso utero la lavica massa di limiti deglutiti incantati enzimi, mentre noi, avveniamo nello stesso modo in cui, Penelope sciupa la sua tela, per non restituire più l’attesa al vento che in ghiaccio si trasforma uccidendo il suo stesso impulso quando il nucleo ha bisogno di sentirsi vivo e il principio non vuol essere la fine di quell’essere innamorati che, condiviso nell’amniotico liquido ancora fantastica
Contro i Venti della Notte ho soffiato in ore piccole fogli fitti di parole e ho speso tutto il mio valore al mercato delle profonde ferite. Dall'altro lato della strada venditori di fumo promettono a squarciagola saldi di fine serie. Sono cicatrici da indossare, false rose da tatuare, sopra il battito di un seno sinistro.
Anima mia chiudi gli occhi piano piano e come s’affonda nell’acqua immergiti nel sonno nuda e vestita di bianco il più bello dei sogni ti accoglierà
Anima mia chiudi gli occhi piano piano abbandonati come nell’arco delle mie braccia nel tuo sonno non dimenticarmi chiudi gli occhi pian piano i tuoi occhi marroni dove brucia una fiamma verde anima mia.
Ieri non ce l'ho fatta dal trattenermi dall'acquistarlo appena l'ho visto esposto in vetrina. Paulo Coelho con BRIDA, non potevo passare oltre senza provare la sensazione di aver perso qualcosa. Uno degli autori che amo oltremodo per la spiccata sensibilità, spiritualità e capacità narrativa. Le sue storie affascinanti catturano quella parte di me oscura e sempre a caccia di risposte. E come se fossi stata trasportata in un altro mondo, fatto di magia e occulto, appena aperto il libro già dalle prime pagine sono stata completamente rapita.
testo tratto dal libro:
"Un testo anonimo della Tradizione afferma che,nel corso della propria esistenza, ogni essere umano può adottare due atteggiamenti: Costruire o Piantare. I costruttori possono dilungarsi per anni nei loro compiti, ma arriva un giorno in cui terminano la propria opera. A quel punto si fermano, e il loro spazio risulta limitato dalle pareti che hanno eretto. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato. Poi ci sono quelli che piantano: talvolta soffrono per le tempeste e le stagioni, e raramente riposano. Ma al contrario di un edificio, il giardino non smette mai di svilupparsi. Esso richiede l'attenzione continua del giardiniere ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere una grande avventura. I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l'un l'altro, perchè nella storia d ogni pianta c'è la crescita della terra intera" P. Coelho
Ogni riferimento a fatti e persone non è puramente casuale.
Un bel giorno soleggiato di primavera, un uomo non vedente stava seduto sui gradini di una chiesa con un cappello ai suoi piedi e un cartello su cui era scritto: "Sono cieco, aiutatemi per favore". Un copywriter che passeggiava lì vicino si fermò e notò che nel cappello del cieco c'era solo qualche misero spicciolo. Si chinò e versò altre monete; poi, senza chiedere il permesso dell'uomo, prese il cartello, lo girò e scrisse un'altra frase. Quello stesso pomeriggio il copywriter tornò da quell'uomo, e vide che il suo cappello era pieno di monete da uno e due euro, e anche di qualche banconota. Il cieco riconobbe il passo dell'uomo: chiese se fosse stato lui ad aver riscritto il suo cartello e cosa avesse scritto. Il copywriter rispose: "Niente che non fosse vero, ho solo scritto il tuo in maniera diversa". Sorrise e andò via. Il cieco non seppe mai che sul suo cartello c'era scritto: "Oggi è primavera, e io non la posso vedere".
******************
Mi farebbe piacere aprire una discussione in merito alla libertà di espressione siano esse presentate sotto forma di scrittura, pensiero e parola. Perchè non tutto ciò che si legge è da considerare dettato da delirio e nevrosi.
Sabato mattina, la casa piena di voci, suoni, presenze e di tutta quella confusione risultato di una settimana lavorativa. Gli occhi pieni di sonno davanti ai biscotti tuffati nel cappuccino, appena il giusto per gustarli. Occhi pieni di sogni che non sono arrivati a riempire di corredo da sposa, le casse chiuse, stipate negli scaffali delle mie notti. Quelle nuvole di pizzi e organze dal profumo dolciastro, confetti bianchi leccati sulle pareti di dura glassa ad arrivare al cuore di mandorla, in contrasto con il dolcissimo zuccheroso candore. Questa è il senso della vita, questo il senso dell'Amore.
... e non mi lascerà mai la musica!
good luck Mic
... lui non lo ha mai saputo, ma da ragazzina volevo sposarlo!!!
PFM Maestro della voce- Live in Japan 2002
FRANZ DI CIOCCIO
Artista poliedrico, oltre alla musica e al cinema si dedica al giornalismo collaborando con alcune testate nazionali. È il primo a presentare in televisone i videoclip con la sua trasmissione "Punk e a capo", diventata subito un cult. Durante gli anni 80, ha presentato sulle reti allora Fininvest, "So to speak" una trasmissione dove veniva insegnata la lingua inglese prendendo spunti da interviste e viaggi all'estero.
È autore del libro "Due volte nella vita" (Mondadori), un affascinante viaggio attraverso i concerti ed i tour mondiali della PFM.
È direttore artistico di due etichette discografiche; FermentiVivi (di area rock) e Immaginifica (di area progressive).
Il 27 dicembre2006, Franz Di Cioccio è stato insignito del titolo di Commendatore al Merito della Repubblica, onorificenza attribuita dal Presidente della Repubblica a personalità che si sono particolarmente distinte nel campo della scienza, delle lettere, delle arti e dell´economia. Di Cioccio inoltre è il primo artista dell´area rock a ricevere questo importante riconoscimento. L'attestato di Commendatore è stato consegnato il 20 aprile 2007. Di Cioccio è inoltre Cittadino Benemerito della Città di Pratola Peligna e Cittadino Onorario di Provvidenti.
Conosco la noia del mare intravisto dai vetri di un bar, nel cuore il ridicolo e un cane che abbaia in continuità, capire in un lampo di non possedere nessuna certezza: so tutto su questa tristezza, questo teatrino meccanico.
So bene che quando si è soli si dice sempre qualche bugia, si cena sperduti nelle cronache regionali, ci si sente una spia, che poi si vorrebbe anche telefonare a un compagno di scuola, cantare insieme a squarciagola, lontani da tutti e da qui, ma voglio credere ancora in una notte così che per gente per bene, normale, se vuoi, gente un po' come noi, esista ancora un amore e, per questo cammino, in qualche punto del nostro destino, un altro sole nascosto nel cielo o più su qualcuno a cui dire: non mi lasciare più. Conosco quel vuoto che ci spinge a comprare stravaganti dolciumi, e la sensazione di non essere niente, di cadere in frantumi, perché poi si rida e ci si allacci le scarpe con così grande cura, so tutto su questa paura, che in qualche modo è anche qui, ma voglio credere ancora in una notte così che per gente per bene, normale, se vuoi, gente un po' come noi, esista ancora un amore e, per questo cammino, in qualche punto del nostro destino, un altro sole nascosto nel cielo o più su qualcuno a cui dire: non mi lasciare più, non mi lasciare più, non mi lasciare più. Mimì
Girovagando per il web cercando notizie sulla vita di Domenica Bertè in arte Mia Martini, ho trovato una recensione che mi ha colpito per quello che ritengo sia la versione veritiera della personalità e di quelle verità nascoste ai più sull'artista. Suppongo sia tutto scritto da qualcuno che l'abbia conosciuta molto da vicino. Riporto qui, fra le mie buone cose da conservare, l'articolo:
L’album ‘Macramè’ di Ivano Fossati, pubblicato nel 1996, l’anno dopo la scomparsa di Mia Martini, non conteneva nessuna dedica da parte del cantautore nei confronti di Mimì. Forse per una forma di pudore o forse perché alcuni ricordi, quelli che fanno più male, si tende a dimenticarli. Ma inconsciamente, qualche traccia rimane e viene fuori, nonostante e malgrado tutto. In quel lavoro, basta ascoltare i due brani contenenti due frammenti tratti da lettere portoghesi, recitati da Mercedes Martini, per evidenziare i richiami e i riferimenti ad un tormentato amore, sia per i contenuti (‘ho dimenticato le mie afflizioni e il mio piacere’ ), sia per la coincidenza del cognome dell’attrice in questione, sia per l’accostamento fin troppo evidente alle atmosfere di ‘Oltre la collina’. Ma siamo sicuri anche che Fossati a questa osservazione direbbe, com’è nel suo stile, che non è così e liquiderebbe l’argomento. Lo ha fatto in altre occasioni, quando ha ribadito che ‘La costruzione di un amore’ è un brano universale, in forte contraddizione con quanto dichiarato da Mimì :“Ivano lo ha dedicato a me”. L’incontro tra i due è stato uno scontro frontale tra la freccia del nord e quella del sud. Fossati probabilmente non ha sopportato in questo rapporto l’idea che potesse essere relegato al ruolo di principe consorte dell’artista famosa, considerata da lui, all’epoca della loro storia, soltanto una splendida voce e basta. Nel ’94 , dieci anni dopo la fine del loro rapporto, nella sua prima biografia ‘Per niente facile’, sentenziò che era la più grande interprete che avessimo in Italia e non solo. Che avrebbe ripreso dal vivo, e non l’ha ancora fatto, ‘Canto alla luna’, contenuto nell’album ‘Danza’. E nello stesso periodo, la stessa Mimì si sfogò con il club affermando che avrebbe dovuto però evitare di dirlo anche nei confronti di Fiorella Mannoia. Nel 2004, in una intervista a Radio Capital afferma, in preda della rimozione, che l’unica artista che si è calata maggiormente nella comprensione di ciò che ha scritto è stata la Mannoia, dimenticando che, dopo aver sentito nel ‘94, in studio di registrazione, in compagnia di Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi, la versione emozionante de “I treni a vapore” realizzata da Mia Martini, non aveva esitato a decantare la sua capacità di non cantare solamente ma di dipingere quadri con la sua voce. In questi mesi sono stati pubblicati due libri su di loro “La regina senza trono” e “Il volatore”, nei quali ognuno di loro parla dell’altro. Mimì lo fa in maniera appassionata, sincera, senza veli, Fossati mostra una (in) solita reticenza, quasi a volere glissare l’argomento , ben sottolineata dall’autore Andrea Scanzi : “…le rare volte che abbiamo parlato di “Danza “, Ivano ha gentilmente cambiato discorso. Si è solo limitato a dire ‘contiene buone cose’. Credo che esistano, per lui, tre tipi di ricordi. Quelli che ama rivivere. Quelli che vorrebbe dimenticare. E quelli che fanno male….” Probabilmente, i ricordi della storia con Mia Martini appartengono al secondo e terzo tipo. Fatto curioso è che da qualche anno vive insieme a Mercedes Martini, della quale afferma: “E’ arrivata come una benedizione inaspettata e forse anche immeritata, ma sto facendo del mio meglio”. Buon per lui… L’unico aspetto in cui Fossati sembra sciogliersi un pochino di più è legato alla jella e all’ostracismo: “ …Sentivo la forza immensa di questa donna che era veramente un’artista, con tutte le lettere maiuscole. Penso di avere imparato moltissime cose da lei. I musicisti erano molto attenti a lei, ma la gente non l’ha mai afferrata nella sua pienezza. Era di una bravura dirompente, a livelli non italiani. Ha lottato per rendere internazionale la musica italiana, si è sforzata in maniera sovrumana, ed è stata ripagata con un atteggiamento criminale. Sarebbe stata degnissima di una carriera internazionale e avrebbe fatto benissimo… …come si potesse esercitare una tale crudeltà e idiozia insieme su Mimì, non l’ho mai capito. Era una cosa molto brutta, molto italiana, inclassificabile. Un comportamento criminale dell’ambiente e di una parte di pubblico. Un caso tipico di cattiveria umana che si sviluppa contro altre persone. La teoria del branco, tutti contro uno. E’ stata una vicenda pesante, generata dalla parte più oscura dell’animo umano e al tempo stesso mescolata a certe nostre abitudini mentali latino-cattoliche e italiane in particolare, perché nemmeno in Sud america ho visto usare una tale tendenza a usare la cattiveria in questo modo… …Quando nel mondo appare un vero genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui”. Il capitolo del libro "Il volatore", dedicato a Mia Martini, dal titolo “Buona notte, dolce notte”, si conclude con un riferimento dell’autore a questo brano: "Il momento più bello di ‘Danza’ è la traccia numero sei. Buona notte, dolce notte. Fossati la riprenderà per ‘Ventilazione’, ma non suonerà così bene. In ‘Danza’ sono voci che si sposano. ‘Per capirlo dovrei cantare/ una vita in più/ Ma la vita va/ quieto amore mio/ niente, niente che non va.’ Niente che non va".
Il blog interamente dedicato all'artista è:
http://questimieipensieri.blogspot.com/
Buonanotte girovaghi e saltimbanchi musici e poeti! Mic
Ho poche cose con me. Rientro dall' esilio solo perchè ho nostalgia di certi gesti. Sarà questione di ore, probabilmente tra un attimo cambierò idea. Non riesco a gestire più gli umori che si contrastano, si contraddicono, si abbracciano e poi si urlano addosso. Non vorrei lasciare le mie impronte digitali ovunque il mio passaggio si fermasse.
L'indignazione per certe persone sta arrivando a livelli massimi di guardia.
Traboccherò di nausea fino ai conati. Questo malessere deve trovare la sua via d'uscita o ne verrei irrimediabilmente schiacciata e io non sono una che si ricostruisce dalle rovine. sarò io stessa destinata alla totale rovina.
Sono così avvilita dalle continue tensioni che arrivano da ogni parte.
Vivo questa realtà nelle ore lavorative, a casa la malattia ... si aspetta la risoluzione del problema... ci sono i dubbi, le paure, le ore di sonno perse, dare una parvenza di serenità ai ragazzi... e l'ansia continua a salire a mordere lo stomaco, a stringermi la mandibola.
Il mio cuore che spazza ingiustizie e contraddizioni, che si limita ad assistere in silenzio solo con qualche ritmo accelerato e poi nuovamente la forza di ritornare nella giusta forma, oramai sembra pesi dieci volte il suo volume.
Credevo poi di aver trovato un' isola su cui avere un pò di tranquillità, invece scopro l'ignobile natura umana che ancora si mostra nella veste peggiore.
Potere e assoluta mancanza di rispetto per chi ha prestato il suo lavoro, il proprio entusiasmo, il tempo prezioso.
Continuo a pensare ad un mondo in esilio.
Voglio rintanarmi in una stanza, chiudere porte e finestre.
Cercherò il buio, il silenzio e i miei pensieri d'amore.
Porterò con me pochissime cose, la mia compagna di sempre: la musica, la poesia e una bottiglia d'acqua... basteranno per sopravvivere... altrimenti il mio sguardo fisso davanti al vuoto, diventerà un salto nel vuoto.