segui i miei passi

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venerdì 25 febbraio 2011

SE OGNI COSA E' AL SUO POSTO E NULLA CAMBIA DOVE STA L'ERRORE?


 



 



A memoria non ricordo più d'aver trascorso un'intera notte di sonno, qualcuno sta sempre male e ha bisogno di me, mi chiama nel cuore della notte e io mi alzo come in trance, spesso ho la sensazione che il mio corpo rimanga sul letto e una parte di me si solleva per alleggerire il malessere di chi chiede il mio aiuto.



Ogni mattina per cinque giorni lavorativi la sveglia suona alla medesima ora, lei (la sveglia) riposa per il fine settimana e in giornate segnate in rosso sui calendari, ma per tutto il resto dell'anno, degli anni e del tempo che mi parla di mezza vita vissuta la sveglia - sveglia sempre alla stessa ora spaccando il minuto.



Raccolgo la cianfrusaglia che sono appena apro le palpebre e vado in cucina per la colazione, dopo di che coordino e programmo le azioni della famiglia e le mie per la giornata, sono già alla porta, poi in macchina e ancora dopo poco alla mia scrivania sul luogo di lavoro.



Tutti i giorni come gettata nel cestello della lavatrice a strizzarmi lembi, orli, pezze di me.



Nessuna novità o relativamente poche.



In questi ultimi anni a parte qualche matrimonio e troppi funerali anche le mani da stringere sono venute a mancare.



Ogni mattina mi sollevo dal letto e il primo gesto che faccio una volta alzata è quello di sollevare la persiana avvolgibile anche se so perfettamente che fuori magari è ancora buio, o sta albeggiando e le volte che già il giorno sorride prendendoti per il culo.



La giornata poi trascorre con i soliti appuntamenti, le solite cose da fare, le solite strade da percorrere e il telefono che non squilla più.



Le amiche, quelle più vere e più intime, sono abbottonate nei loro disastri esistenziali, come me d'altronde e anche se poi sentirci e chiacchierare, confidarci i nostri dubbi, le speranze sopite, la rabbia soffocata e ancora quel bisogno di realizzarci che non arriva, quella realizzazione che ci faccia sentire in pace con noi stesse e con il mondo circostante ci fa dire: "che bello esserci sentite dobbiamo farlo più spesso!" in realtà siamo troppo fagocitate da un sistema che reprime ogni entusiasmo ed iniziativa e ci capita sempre più di rado.



Così si va avanti trascinando il peso di sporte per la spesa colme di cose inutili e cibi calorici che servono a riempire gli spazi vuoti tra una sigaretta e un bicchier di vino.



Così porto avanti la mia vita, ma da ieri ho un ferro da stiro nuovo bello e professionale, mi ha detto: "voglio il meglio per te!"



Ma non è questo il meglio per me, è il meglio per te che avrai camicie perfette come uscite da una sartoria.



Poi arriva la sera e vedo il suo sguardo deluso gli offro una carezza sulla zazzera sale e pepe, mi siedo sulle sue ginocchia lunghe e magre e lo stringo cullandoci un poco l'uno abbracciato all'altra, ci sfioriamo le labbra in casti baci e appena le sue mani si fanno esigenti lascio il suo corpo che sospira per lavare i piatti.



Qualche volta lui parla mentre la televisione è accesa e io ho gli auricolari per ascoltare musica.



ho imparato la parte e automaticamente faccio cenni di assenso con la testa senza sapere realmente di cosa stia parlando.



Più tardi entro in stanza da letto, scalza per alleggerire il passo ma lui sembra sempre accorgersi quando m'infilo sotto le coperte e la sua mano raggiunge la mia schiena in una richiesta muta, mentre invece io allungo la mano dall'altro lato verso la sveglia per dargli la buonanotte.




Se ogni cosa è al suo posto, ogni giorno alla stessa ora e nulla cambia, dove sta l'errore? Perchè ho la sensazione che nessuno sia felice?

giovedì 24 febbraio 2011

VOGLIO PER TE MILLE FIAMMELLE



Bianca come una tela la tua anima che dipingi o imbratti quando il pittore sfregia con pennelli indipendenti e ostili rovesciano pozzanghere scure di smog.
Bella come il sorriso di una madre, faro per chi si perde e dentro la tua bellezza ci si perde, nulla di evidente è così nascosta che stenti a trovarla pure tu.
Ora sovrastano i silenzi ma tu ed io facciamo da padrone, non ci spaventano perchè conosciamo la pazienza e la fiducia che il sereno arriva dai piccoli cenni e tu guardi verso un triciclo multicolore e senti il peso soffice dell'ala che prendi in braccio.
Ti regalo un sorriso e mi ricambierai con il tuo risorto da rose blu appassite.
Ti regalo la mia presenza, piccola e incantata difronte alla semplicità della nostra assennata ricerca per migliorarci districando matasse e disarcionando malesseri.
Sono qui, non perfetta, non idealizzata, solo spontanea e compassionevole.
Oggi ho il cuore gonfio di te e il mio augurio sia perchè si dimentichino le lacrime dei tuoi occhi.



MARISA
TANTI AUGURI
TI VOGLIO BENE 





BUON COMPLEANNO!



TUA DILLINA!

 

lunedì 21 febbraio 2011

Metti in circolo il tuo Amore!



Voglio volere 
io voglio un mondo all'altezza dei sogni che ho 



Voglio volere 
voglio deciderlo io se mi basta o se no 

Voglio volere 
voglio godermela tutta fin quando si può 



 






Mi capita spessissimo trovare nei testi delle canzoni qualcosa di me o che avrei voluto scrivere o dire!
"Lui" ci riesce benissimo!

Buona serata!

Mic




 

sabato 19 febbraio 2011

SCRIVERE E POI CANCELLARE



Scrivere e poi cancellare, presa da indecisione, i discorsi ben definiti nella mente ma difficili da srotolare come fossero papiro, resta solo accartocciare come una rabbia da reprimere.
Scrivere aiuta? Tante volte la scrittura mi è stata amica e compagna ma qualche volta dopo aver letto il riflesso dentro la vasca, si decide che sia meglio sturare lo scarico e liquesfarsi morendo un poco.
In sottofondo un pianoforte mi regala sempre lo stesso motivo, non rinnova più quella poesia da dedicarmi
... e io non posso ricamare parole, perchè ho scritto tanto e non ho fatto nulla per evitare che si trasformassero in spine e ferissero, grafiassero, pungessero.
Non ho provato neppure a consolare convinta com'ero d'esser nel giusto, non ho provato neppure ad allontanarmi dal centro d'attenzione in cui io stessa mi ero sottoposta e invece buttavo parole in quel vortice nero che inghiottiva con egoistico piacere di provare dolore, una perversione proveniente dalla notte degli abbandoni.
Non ho cercato di vedere rappresentato l'altrui strappo quello che avenne dopo, quello che dovette subire dopo le parole come lame. Sicuro: avrei potuto allentare il nodo senza sfilare i lembi delle due stoffe che s'intonavano insieme così gradevolmente, forse c'era qualcosa di più di un sogno cromatico acceso e sincrono, forse le parole non bastavano più e occorrevano quei gesti larghi della mano nell'arrotondare calligrafie.
Se non è troppo tardi per comprendere non sarà troppo tardi per (ri)unire.
Parole ... solo con le parole quelle incancellabili perchè indelebili.

Goodnight 
Mic

 



waiting...

lunedì 14 febbraio 2011

MIA LUCE






A Te che la voce sospirata e il dolce volto
mi riveli in sogno per dirmi che sei al mio fianco
come se non fossi mai andata via
Tu che mi sei stata Madre e sempre accanto
e hai aperto sofferente misericordiosi occhi già vacui
con rassegnata estasi per cercare i miei
un'ultima volta per sorridermi
alla carezza che diedi sulla fronte perlata
che tanta fatica e speranza 
spegneva lenta l'agonia.
Non andrai mai via perchè io ti darò Vita
con Amore caparbio che sconfigge la morte.

A zia Anna per sempre mia Luce


Dani



 






 

sabato 12 febbraio 2011

LA MIA MANO SENZA DITA








Gravida di nostalgia quest'attesa allarga le reni
rallenta la pressione del mio sangue, mi prova pesante - assente -
Concentrata su movimenti e segnali d'ogni pulsazione e pulsione,
attenta con occhi languidi là dove un futuro esistente non perdona.
Gravida di semi rossi e ciglia nere ricoperte di mascara
colano riflesso sanguigno rappreso di contrazione uterina.
Non sarò madre del figlio che vorrei
dare vita con un soffio, come Dio sulla costola fece per Adamo,
ed è faticoso un lungo travaglio, il dolore e il fallimento,
ed è inferma la carezza della mia mano monca delle tue cinque dita.

Micol



 

giovedì 10 febbraio 2011

IL SABATO DEL VILLAGGIO FRAGOLE E PANNA






"Mammaaaa io non 'c'ho voglia di studiare questa poesia" arriva la topastra con un foglio 4x4 fra le mani, le spalle scese, le braccia perpendicolari il broncio pronunciato è decisamente demotivata.
"mmore sto preparando le fragole x merenda tuo fratello le vuole prima di uscire con gli amici... dopo la vediamo insieme"
"dai maaaaaaaa è difficile io non ci capisco nulla me la spieghi?" 
Ho finito di lavare le fragole, mi asciugo le mani nel canovaccio e le passo un braccio intorno alle spalle.
"Andiamo a vedere quant'è difficile 'sta poesia... di chi è?"
mi risponde la topastra... "uffa ma' ma come scriveva questo qua?"
Prendo il testo e lo stendo sul tavolo e mi vien da ridere" Questo qua è il signor Giacomo Leopardi , è uno scrittore molto famoso, la Suora ve lo avrà spiegato no?"
E' veramente sconfortata comincio a leggere ad alta voce attenta alla punteggiatura e scandendo per bene ogni singola parola offrendo la chiave di ogni significato con le dovute spiegazioni di quei vocaboli sconosciuti al linguaggio modernizzatosi.
"ma che significa - questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia?"
"Tesoro mio qual'è il soggetto poetico? Il sabato giusto? la settimana di quanti giorni è formata? Di sette!
Questo di sette cioè della settimana questo  (il sabato) è il giorno più atteso pieno di speranza e gioia..."
Comincio a vederla interessata... s'illumina (d'immenso?) mah!
"Mààà ... e cosa vuol dire Garzoncello scherzoso cotesta età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno (etc)"
Il Garzoncello è il ragazzo, tantissimo tempo fa i ragazzini facevano già dei mestieri ed in genere erano quelli che andavano per far commissioni ai loro datori di lavoro, oppure quei lavori che insegnavano appunto un mestiere, allora venivano nominati garzoni o garzoncelli... nella poesia però il senso è che venga definito "garzoncello" il periodo spensierato della vita ed appunto il Leopardi scrive questo idillio alla giovinezza, il sabato è rappresentativo come l'età più bella e la domenica è descritta in quel "diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascun in suo pensier farà ritorno" e cioè l'età adulta, l'età in cui ci sono le preoccupazioni, le fatiche e non più l'allegria dei giochi.
"Ma io certe parole non le so dire... "
Ripetiamola insieme



 - Il sabato del villaggio -

La donzelletta vien dalla campagna

in sul calar del sole,

col suo fascio dell'erba; e reca in mano

un mazzolin di rose e viole,

onde, siccome suole, ornare ella si appresta

dimani, al dí di festa, il petto e il crine.

Siede con le vicine

su la scala a filar la vecchierella,

incontro là dove si perde il giorno;

e novellando vien del suo buon tempo,

quando ai dí della festa ella si ornava,

ed ancor sana e snella

solea danzar la sera intra di quei

ch'ebbe compagni nell'età piú bella.

Già tutta l'aria imbruna,

torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre

giú da' colli e da' tetti,

al biancheggiar della recente luna.

Or la squilla dà segno

della festa che viene;

ed a quel suon diresti

che il cor si riconforta.

I fanciulli gridando

su la piazzuola in frotta,

e qua e là saltando,


fanno un lieto romore;

e intanto riede alla sua parca mensa,

fischiando, il zappatore,

e seco pensa al dí del suo riposo.



Poi quando intorno è spenta ogni altra face,

e tutto l'altro tace,

odi il martel picchiare, odi la sega

del legnaiuol, che veglia

nella chiusa bottega alla lucerna,

e s'affretta, e s'adopra

di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba.



Questo di sette è il più gradito giorno,

pien di speme e di gioia:

diman tristezza e noia

recheran l'ore, ed al travaglio usato

ciascuno in suo pensier farà ritorno.



Garzoncello scherzoso,

cotesta età fiorita

è come un giorno d'allegrezza pieno,

giorno chiaro, sereno,

che precorre alla festa di tua vita.

Godi, fanciullo mio; stato soave,

stagion lieta è cotesta.

Altro dirti non vo'; ma la tua festa

ch'anco tardi a venir non ti sia grave.


Giacomo LEOPARDI
 


... ad essere sincera, benchè io abbia cercato di fargliela piacere mi domando come nella scuola elementare ancor oggi si insegni il Leopardi, i bambini non arrivano a comprenderlo soprattutto oggi per il linguaggio usato per la composizione, e per questo a parer mio, li si allontana dalla letteratura classica e dalla poesia.
La letteratura classica andrebbe dosata e proposta in quell'età dove si presuppone un apprendimento più consapevole.
Date Rodari ai bimbi (per citarne uno) ... una ricerca su autori contemporanei più "vicini" al mondo dei bambini, stimolarli con la visione di un ambiente conosciuto. Una bambina di dieci anni non può figurarsi la "donzelletta che vien dalla campagna" o "il legnaiuol, che veglia nella chiusa bottega alla lucerna" non sono simbolismi che stimolano la sua curiosità. La scuola dovrebbe progettare un protocollo d'insegnamento differente, i tempi sono cambiati e il progresso si porta via le fresche intelligenze dei bambini e degli adolescenti, dato che la scuola non riesce a svilupparsi e rendersi attendibile. Con i mezzi di supporto didattici a disposizione nella nostra epoca si riuscirebbe ad accattivare la loro curiosità e sviluppare più volontà verso il sapere.
Con ciò non dico che bisognerebbe abolire dalla storia della nostra letteratura i grandi poeti e narratori o lezioni sulle correnti filosofiche e di pensiero delle varie epoche di evoluzione della nostra lingua. Ma nell'era del linguaggio "sms" questo sistema d'insegnamento fermo alla metà del secolo scorso diventa obsoleto e incocludente.
Questa è una delle maggiori cause d'abbandono scolastico e l' aumento purtroppo, aimè  di un terribile picco negativo sulle capacità d'apprendimento nelle scuole. 
Ma io e la topastra abbiamo dimostrato che a tempo di panna e fragole e tante risate, si possa digerire anche il Sabato leopardiano.
Mic

(appena possibile la pubblicazione delle foto pazzoide fatte mentre recitavamo la poesia e si merendava i frutti succosi)... vado a comprar la legna dal legnaiuol o nell'antro della dimora il desinar vesprino s'avvolgerà di gelo!


 

mercoledì 9 febbraio 2011

LORY D.V. PER SEMPRE!



Tra una manciata di minuti andrò a casa, è stata una giornata produttiva sotto l'aspetto lavorativo, anche se come al solito caotico e non senza qualche malumore che sembrava volesse rovinare il resto della giornata, ma ad un certo punto è arrivata una sorpresona, si... proprio di quelle cose che non ci si aspetta minimamente e che mi ha fatto felice!
La mia amica Lory D.V. mi ha telefonato e fin qui tutto normale perchè di tanto in tanto ci sentiamo, ma quando ho risposto alla sua chiamata già contenta così di sentirla mi ha detto:
"Tesoro puoi uscire due minuti per un abbraccio sono fuori nel piazzale..." non ci potevo credere... non ci capitava da circa sei mesi da quando lei ha preso il coraggio a quattro mani e ha scelto la strada per la sua nuova vita lontano da qui (non tanto lontano ma abbastanza da me).
Io non potevo stare fuori e a malincuore ci siamo dovute separare... che commozione!
La cosa era così reciproca che ha sentito la necessità di chiamarmi in serata e ci siamo lasciate andare ad una bella chiacchierata... una lunga chiacchierata... talmente lunga che credo che per cena sulle nostre tavole serviremo le nostre orecchie ben cotte al microonde!
Grazie Lory, per me è stato un dono stupendo rivederti, constatare che sei magnifica forse ancora di più di quando sei partita... sono contenta che sei soddisfatta e felice e ringrazio anche CHI ti ha reso così, un'amore così grande è raro vederlo davanti agli occhi!
Mi hai promesso che se avrai tempo passerai di qui come qualche tempo fa a lasciarmi un pensiero, desidero che trovi questo abbraccio che ancora non si è sciolto.
Un bacio luce e gioia.
Tua D.

lunedì 7 febbraio 2011

DIEGO CUGIA - 1


"Preferisco i rigori della solitudine ad amori mediocri e a convivenze di comodo. Ma se si tratta di un raro, grande amore, mi arruolo subito e gettandomi ogni cosa alle spalle (tranne i figli) parto per questa meravigliosa guerra di emozioni, nervi, sensi e conoscenza, nella quale non arretro e non mi arrendo se non dopo essere stato fucilato dai plotoni di esecuzione di una donna."
Diego Cugia (tratto da www.diegocugia.com)

domenica 6 febbraio 2011

L'ULTIMO TANGO





Bertolucci, Brando e Schneider sul set "Ultimo Tango"





Un paio di giorni fa si è appresa la notizia della scomparsa a soli 58 anni dell'attrice francese Maria Schneider vittima di un tumore.
L'attrice divenne icona della libertà sessuale e lei stessa sex simbol nei primi anni '70 con l'interpretazione da co-protagonista della storia tra una dicianovenne e un maturo quarantottenne (Marlon Brando) nel film "ULTIMO TANGO A PARIGI" del regista Bernardo Bertolucci.



L'attrice in seguito rimarrà relegata in quel ruolo sia nell'immaginario collettivo che in quello che i registi gli offriranno. La Schneider soffrirà molto da questa esperienza e confesserà d' avere ricordi dolorosi di Brando e della sua interpretazione in Ultimo tango. Successivamente all'esperienza, e all'evidentemente fragilità sotto l'aspetto psicologico, fu dedita all'uso di droghe e tentò il suicidio, cercò di riscattarsi come artista con altre interpretazioni minori fino ad un'ultima apparizione nel 1998 ma non riuscì a distaccare il suo personaggio della famose scene dell'Ultimo tango.



Bertolucci fa le sue scuse troppo tardi e si rammarica:




"Scusa, Maria"





"Maria mi accusava di averle rubato la giovinezza e solo oggi mi chiedo se non c'era qualcosa di vero", scrive oggi il regista in una lettera pubblicata da Repubblica. "In realtà era troppo giovane per poter sostenere l'impatto con l'imprevedibile e brutale successo del film".


"La sua morte è arrivata troppo presto, prima che io potessi riabbracciarla, dirle che mi sentivo legato a lei come il primo giorno, e almeno per una volta, chiederle scusa".
 


La Schneider accusava Bertolucci e Brando d'averla "usata" e manipolata data l'inesperienza della sua età. Una scena clou che scandalizzò l'opinione pubblica e fece gridare all'immoralità fino a diverse parti del film censurate fu quella del burro e della sodomizzazione che come dichiarò l'attrice stessa, non fosse neppure nella sceneggiatura, l'allora giovane donna sopportò la decisione scenica senza riuscire a ribellarsi.

Mic

fonti:
ww.repubblica.it/2007/07/sezioni/spettacoli_e_cultura/schneider-bertolucci/schneider-bertolucci/schneider-bertolucci.html

http://www.cinematografo.it/cinemedia/e__morta_maria_schneider/00018023_E__morta_Maria_Schneider.html




POCHI SECONDI DI CENSURA






 

venerdì 4 febbraio 2011

SINERGIE TRA MEDICINA ALLOPATICA E MEDICINA NATURALE


L'articolo è molto interessante:
(lo trovate qui)



http://www.solaris.it/indexprima.asp?Articolo=1652



 



in realtà cercavo un metodo naturale per farmi cessare istantaneamente l'emicrania che mi sta arrovellando le cervella!
Io so bene qual'è la cura, il problema è che non mi è possibile averla!
Probabilmente mi rasserenerebbe la corteccia cerebrale la visione di un girasole! Oppure di un mazzolino di margherite.
Ma la cura consiste nella sorpresa e nella gioia di riceverli, forse a qualcuno farebbe piacere offrirmeli allo sguardo... sarebbe bello!

p.s. se insieme ai fiori nella visione ci fosse anche uno sconfinato cielo azzurro sarebbe il massimo: Che goduria!

Mic in un'altra giornata lavorativa da incubo!


 




 



Dio è morto, Marx è morto e io non mi sento tanto bene! Woody Allen

giovedì 3 febbraio 2011

NON MI VA




Non mi va di sentirmi ostaggio dell'ignoranza
Non merita il sacrificio della mia libertà
chi s'arroga di superiorità con l'illecito.
Rivoglio me stessa perchè sono nel giusto.
Micol



p.s. per chi ha atteso il mio rientro con preoccupazione
(mancavo solo un giorno)
ringrazio - fa bene al cuore essere accolti con un sorriso quando si rientra anche se il viaggio non è stato lungo!
cassandra te possino!