Splinder da segni di cedimento strutturale sempre più frequenti pendono i time out di connessione per manutenzione.
Ogni volta che accade per me è motivo di apprensione per il timore che quel 31/01/2012 sia una data "ficticius" non tanto per dare largo respiro ai superstiti e titubanti blogger ancora sulla piattaforma quanto per assicurarsi con largo anticipo il totale sgomebero. Ieri sera l'utenza collegata non raggiungeva le 20 unità.
Mi sento costretta per placare soprattutto la mia preoccupazione a decidere di "domiciliare" su io.bloggo starò lì momentaneamente e comunque nei luoghi che almeno gli amici più vicini a me sanno che frequento. Vi prego quindi di aiutarmi a migrare. Potete farlo frequentando anche voi, lasciandomi la vostra partecipazione lì su:
http://micoldanielsforever.iobloggo.com
e poi c'è questa novità io e Marisa che mai ci siamo abbracciate nella realtà ma che nella realtà condividiamo più di quanto alle volte può succedere con una persona che magari abita sotto lo stesso tetto con noi... dicevo Lei perchè è merito tutto suo, mi ha coinvolto in questo progetto del forum con un entusiasmo molto forte. Ho già scritto che è in strutturazione di conseguenza se doveste venire sappiate che qualcosina va ancora vista e rivalutata... insomma non è il nostro lavoro e ci stiamo mettendo tutto l'impegno e la possibilità che arrivino persone a mettere un mattoncino sopra il nostro.
Le iscrizioni sono aperte e se non basta io e Marisa siamo la garanzia con i nostri sorrisi, il nostro carattere accogliente e affabile della libertà assoluta di ognuno si presenterà, esiste un regolamento ma noi siamo fiduciose e confidiamo nella responsabilità e soprattutto del rispetto di regole implicite fra tutti, tanto che non abbiamo preso in considerazione di mostrarci "proprietarie" ma desiderose di trascorrere piacevolmente insieme ad amici vecchi e nuovi il nostro tempo.CLI
CLICCA SULL'IMMAGINE PER ENTRARE NEL FORUM
http://paroleditraverso.forumfree.it Venite a trovarci e partecipate con noi alla creazione della comunità
ma... ma... mi seguirete anche quando le lucine verdi di questo luogo si spegneranno? Non mi lascerete sola vero? Io sono piccola oltre che birba e fragile oltre che monellina, ma ho paura del buio e voi siete la mia luce!
Non è vero che le stagioni non sono più le stesse di un tempo E' il nitido ricordo di un novembre quattro anni fa l'ultimo giorno nel calendario era tepore e mattino il trenta Adesso sul display scivola la traccia impressa sulla scheda telefonica l'ultima chiamata, ancora scolpito il periodo di conversazione senza dote quella terra sconosciuta che striscerà serpentino rimpianto . minuti . attimi sensazioni l'inchiostro nero s'allargava invadendo il mio campo visivo dovevo ascoltare più attentamente la voce, non la mia un sortilegio malvagio strizzava il mio cuore . arco di ciglio sul sorriso in tensione muscoli tesi, fiato irregolare niente di definito foglia d'autunno altrove cadeva non lasciava speranze . ed il sole dai vetri chiusi entrando sherniva la scena perchè dall'alto poteva vedere il seguito di quella pellicola danneggiarsi sotto i suoi occhi
e ridere dopo aver chiesto la testa del regista maldestro coprire la disperazione col senno del dopo con quelle stesse mani con cui pensò ad un finale terapeutico
. . vorrei riscrivere la storia vorrei riavvolgere il nastro vorrei cancellare le incomprensioni le distanze le attese le rinunce ... vorrei bucare la nebbia che ci vieta di guardarci pensaci è inconsistente, penetrabile, volatile non è reale ... noi lo siamo... per me è importante.
Questo Social splinderiano non lo sa ma io sono una donna caparbia e munita di una pazienza infinita e se ci mette mezz'ora a farmi entrare io attenderò una mezz'ora più una ma alla fine entrerò.
Mi sono chiesta se era il caso scrivere oggi questo post che si aprirà davanti a chi leggerà per tanti motivi ma uno per tutti perchè oggi è il 22 novembre una di quelle date interiori che ho profondamente radicate in me, vigilia di un evento speciale che da qualche giorno celebro intimamente con tutto l'affetto possibile, momento nel quale mi preparo con piccoli riti propriziatori per chi donare il mio dono astratto e il pensiero si è fatto lieve, così la commozione nel recuperare ricordi, parole, momenti perchè non c'è dolcezza più grande della celebrazione di un natale anche se in un percorso di perdita.
Così ho vissuto questi ultimi giorni, questo pensiero è l'unico che mi ha distolto da una realtà pesante, impegnativa, responsabile, fatta di orari, di incovenienti, di corse al minuto e ritardi di quarti d'ora.
Molte volte ho lasciato sfogare la mia triste nostalgia, i miei umori non proprio ottimistici al pianto... in solitudine, quando tutti dormono, al buio con un bicchiere di vino e una sigaretta.
Così dicevo tra me: "lascia defluire il dolore e la frustrazione, fa che sia come l'acqua che scorre a pelo di una corrente... andrà via anche oggi, ti sentirai meglio, ti sentirai più libera!"
Ovviamente all'indomani tutto si ripresenterà perchè questo è il ciclo in cui sono imbrigliata, conosco ogni particolare della mia giornata senza alcuna novità, scossone emotivo, piacere invasivo d'anima e corpo.
Conosco ogni passo e quando dico di conoscerlo è perchè ho sempre le stesse scarpe, anche quelle non cambiano se non per ovvi motivi stagionali, per cui so della pressione che il tacco farà sull'asfalto sotto il peso del mio corpo, so come metterò il piede per sollevarmi sul marciapiede, quanti passi occorrono per arrivare nei soliti luoghi, quante scale e di quanti gradini sono fatte.
Poi un giorno di questi ultimi trascorsi ricordo d'essermi seduta e aver pensato: "Che strano scherzo mi ha fatto il destino? Mi ha fatto credere di poter accedere alle mille possibilità e non me ne ha data che una, dove sono finite le altre novecentonovantanove?" - "Che idea assurda se penso di proiettarmi nel futuro ho la certezza che sarò esattamente in questa stessa posizione, con lo stesso sguardo perduto nel vuoto e la sensazione d'esser viva solo per il dolore che mi porto dentro, sento solo quel dolore... è tutto ciò che provo. Un dolore che non uccide ma paradossalmente ha ucciso la mia vitalità, il mio orgoglio, la mia sete di sapori, di creatività!"
Qualche notte fa ho ripreso in mano delle cose che scrivevo nemmeno tanto tempo addietro, anche se oggi mi sembra d'averle vissute un'altra me tanto mi sembra assurdo ciò che avvenne poi, ma quelle parole mi cullavano come una corrispondenza dettata da due cuori a tratti all'unisono.
Ricordo che mi fu detto che scrivevo tanto, bastava darmi un là e io andavo spedita con la mia scrittura. Mi fu chiesto perchè non pensassi seriamente a fare la scrittrice. Oggi mi domando cosa significa per me divenire una scrittrice.
Non certo pubblicherei un libro nel senso fisico del termine, il libro è stato pubblicato, forse più d'uno. Un'autobiografia, un'istantanea introspettica che ha sottolineato il carattere accondiscendente contro le avversità, amabile, spontaneo, dotata di spirito di sacrificio e non so che dire di me oltre quello che non ho già scritto.
Questa sera parecchio tempo dopo essere uscita dall'ufficio mi trovavo questa volta ad uscire dallo studio del mio medico non soltanto con le prescrizioni terapeutiche ma soprattutto con la dimostrazione che il serbatoio quale io sono del mio dolore ha mostrato le sue falle, non ce la fa più a contenere tutto. Il mio corpo ha urlato quello che i miei sorrisi non dicono, quello che il mio modo affabile e generoso non mostra.
Non è stato un insetto a pungermi sopra l'arcata sopracigliare, mi è stato diagnosticato il cosidetto "fuoco di sant'Antonio".
Stavo in ufficio e sentivo le ghiandole linfatiche del collo ingrossarsi, le mie ossa erano doloranti, sentivo la febbre e la stanchezza nel sorreggere lo sguardo, ma non ho avuto preoccupazione, ansia o che, sentivo il movimento interno che il mio organismo faceva per combattere e difendersi, ho un gran bell'esercito.
Le mie difese immunitarie si sono abbassate a causa del forte stress psico.fisico che da mesi, da anni sono sottoposta.
Ok sono qui che devo fare? Finalmente il mio corpo ha urlato, finalmente ha dato voce al dolore che mi inocula il silenzio, mi danno le assenze, l'amore mancato, sospeso, spezzato.
Finalmente è qui visibile, posso dare forma e sembianza al volto appartenente al mio dolore la tumefazione si è allargata e la sua conformità assomiglia ad un vulcano in miniatura con la sua bocca che esercita l'eruzione rossastra e molle.
Il medico è preoccupato per l'occhio che non venga interessata la cornea.
Sinceramente non me ne frega nulla! Desidero intensamente soltanto che mi venga offerta la cura per questo dolore che ho dentro o brucerà tutto il mio corpo.
Che una mano accarezzi i miei pensieri e mi faccia sentire la consistenza della gioia.
Nella notte chiederò in prestito ad un Angelo soprano la voce per un canto rivolto al Cielo novembrino e perchè si propaghi in trilli e suoni nel buio oltre i confini dell'etere, voglio che in questa notte ogni bene raggiunga a lambire ogni fronda, stelo, petalo, fiume, monte, mare e città e voglio ali per la mia voce perchè possa con la tenerezza e la purezza sciogliere ogni distanza e orgoglio e da soffici nuvole desidero che una pioggia che sappia di primavera scenda leggera a riempire bocche aperte in sorrisi di stupore e per ogni goccia un augurio che festeggerò dentro il mio cuore.
Per me non vale il detto che un posto vale un altro.
Vorrei, lo dico sinceramente, essere diversa... essere come gli altri, sempre distaccati da tutto.
La gente non si affeziona a nulla... la gente da un altro metro di proporzione alle cose, agli eventi alle persone stesse con cui hanno rapporti.
Non riesco neppure a confessarlo per la paura di sentirmi ridicola, ma questa storia di dover perdere questo luogo, benchè sia virtuale, benchè la mia parte razionale mi voglia convincere che sto dando un peso eccessivo a questa chiusura della piattaforma...
Io non sono legata a splinder in generale... è ovvio!
Io sono legata al mio angolo, alla mia stanzetta che ho cercato di curare, per il quale ho imparato delle cose io che non sapevo neppure muovermi con il mouse... Le mie foto, i miei template... e poi i miei affetti che qui hanno lasciato la loro orma... le impronte digitali, un respiro, un pensiero, un sorriso, un bacio.
Io non ce la faccio... soffro moralmente e fisicamente.
Sarà che è tutta una conseguenza di accadimenti in questo periodo, una serie di sconvolgimenti che ho bisogno di un punto fermo.
Di un raccordo di strade che puntino ad un centro.
Questo E' il mio centro.
Non è banale.
Qui mi sono analizzata, mi sono sfogata, qui ci sono le mie speranze e non so spiegarlo ma non serve "traslocare" per rendere inocuo il mio dolore.
E' spezzare qualcosa che ha la sua importanza.
Non mi piacciono gli altri luoghi.
Io voglio tutte le mie cosette al loro posto e mai più lo potranno essere.
Ho bisogno delle mie piccole sicurezze, ignare per gli occhi di chi non capirebbe, che mi diano un labile senso di equilibrio.
Mi si spezza il cuore.
Vi potrò apparire patetica... lo sono? Mi sembra di vedervi fingere un lungo e fisso sguardo su un punto impreciso del paviemento per non guardarmi in faccia, per non dirmi quello che vi passa per la mente su di me.
ma pensate: non ci sto dormendo la notte! Come sempre da quando ero piccola le cose per me NON DOVREBBERO FINIRE MAI! Quelle situazioni che in fondo sai che ti daranno quel tepore di braccia accoglienti, fosse anche illusorio... ma ricevere il sollievo dalle preoccupazioni e tutto il resto.
C'è un genere di perdita che mi distrugge. Ma è difficile spiegarlo, in fondo chi capirebbe?
Questo blog è il mio alter ego, vederlo un giorno scomparire sarà come morire per metà. Camminerà una metà di me, si laverà, si vestirà, andrà a fr la spesa... una metà di me.
Immaginatevi una persona a metà... sa di macabro?
Non avete la fantasia che ho io... metà gallina che va per l'aia vi fa sorridere? è un esempio migliore?
Ok! allora sarò mezza gallina a stare su una zampa e cercare di tentare un equilibrio con quella sorta d' ala che il Buon Signore ha dato per uno scherzo: Ti do un'ala sola perchè con due potresti addirittura volare.
E' passato del tempo da quando avevo due ali.
Ora sono solo uno scherzo del destino.
... e chissà quanto se la riderà... lui ... lo scherzo a vedermi ridotta così!
Ora non riesco a controllare la mia follia, non riesco a superare con il ragionamento le mancanze, il silenzio con questo ulteriore cambiamento. Ho paura... tanta paura... per un blog mi chiedereste voi? Tutto questo per un diario virtuale?
Non è un blog, vi rispondo io... questa è Anima ... avete avuto modo di leggerla e non vi siete accorti d'esserle stati tanto vicini, vi si è offerta, vi ha bagnato con le sue lacrime, vi ha illuminato con il suo sorriso, scaldato con il suo amore... e non vi siete resi conto d'aver accostato la vostra fronte alle labbra di un' Anima. IO!
LA SOFFERENZA APPARTIENE A CHI ELETTO SI TROVA DIFFRONTE LA PROVA DEL VARCARE LA SOGLIA EMPATICA SENZA ALTRE ARMI CHE IL PROPRIO DESTINO INVISIBILE UNA FORZA CHE ACCORCIA DISTANZE CURA FERITE E POSSIEDE LA CONOSCENZA DELL'INTRINSECO SIGNIFICATO SCATURITO DALLA COMPASSIONE E IL PERDONO.
Amici miei giuro che il cuore mi si stringe a lasciare questo diario virtuale che mi ha accompagnata per tanti anni.
Quasi 6. Non mi dilungo nel discorso per mancanza di tempo e anche d'energia. Un pò le parole si spengono, o si è entusiasti dei cambiamenti oppure ci si sente un senso d'impotenza, come in questo caso.
Ho fatto un giro di ricognizione su varie piattaforme. Questa mi è sembrata abbastanza in sintonia con le mie corde. L'indirizzo è:
http://micolforever.blogspot.com
il blog di micol poesie è trasferito a mò d'archivio, in un template dinamico che a me piace molto, si possono fare diverse scelte di visualizzazione, scorrendo il mause sulla barra superiore in alto a sinistra.
tatuaggimonocromatici.bogspot.com
Ora non ho tempo di curare i particolari perciò se entrerete
troverete ancora gli operai nell'appartamento... sto solo facendo delle prove, nulla di definitivo.
Comunque io starò qui fino a che la barca affonda... fino a quando la porta mi verrà sbattuta in faccia. Questo al momento è il luogo che continua a rimanere ufficialmente il posto dove mi troverete.
A dopo
p.s. se date uno sguardo "di là" ho attivato anche i commenti anonimi, così mi potete lasciare un parere o un consiglio... ora devo scappare.
No mammotta mia non me lo posso ricordare, però sono sicura che in quel mentre che papà ci teneva in posa per immortalare quell'attimo tu l'hai detto, perchè nel tempo a venire te lo sentii dire ai miei bambini in quel gesto di guidare il braccino alzato a mimare il saluto: "Fai ciao ciao!" La mia mamma! potrei stare ore a parlare di te e di noi e non basterebbe una vita per quanto ci sarebbe da dire e sorridere e purtroppo anche piangere, distacchi e rinunce, riabbracci e... tutto il resto. Chissà se e quando penserai a me ti farai delle domande. Questa figlia che s'è fatta così silnziosa a cui hai visto spegnersi l'allegria, questa figlia che è diventata grande ma che ancora rimproveri perchè lo so che per una madre i figli in fondo non crescono mai. La tua voce alta e piena di contentezza forse è la cosa tua che amo di più. Le mattine dei giorni di festa svegliarmi ancora come da ragazza, con te che al piano di sotto intoni una delle tue canzoni napoletane preferite:
"Tu che nun chiagne e chiagnere me faie,
tu, stanotte addò staie? Voglio a te! Voglio a te!
Chist' uocchie te vonno n' ata vota vedè!
oppure Rose rosse per te e quante altre con mio padre che giù dalla cantina o nel cortile ti fa da controcanto fischiettando il motivo che tu fai vibrare nell'aria di volta in volta.
Amo quell'accordo, l'ho sempre amato e forse anche un pò invidiato, quell'esempio semplice anche nel sacrificio costante che avete dimostrato sempre uniti tu e papà, ed è quello che ho sempre cercato ma con poca fortuna. Se sono stati commessi degli errori sono stati perdonati perchè l'Amore vince su tutto e io, e noi tutti, ti amiamo tantissimo.
BUON COMPLEANNO MAMMOTTA MIA e non fare la furbina dire che non ricordi più quanti anni compi oggi ma meno di trenta sicuramente io ti vedo ancora come allora nella foto.
L'immagine del Grande Faber unisce due grandi realtà italiane, la Liguria e la Sardegna. Lui genovese nato nel quartiere di Pegli con una ricca storia d'esperienze e sensibilità raccontata nei testi delle sue canzoni, un uomo di mare non poteva che scegliere di stabilirsi in un'isola nell'incantevole tenuta di Agnata verso Tempo Pausania. De Andrè è l'immagine significante di un appello che circola da oggi su Twitter e Facebook. E' stato creato un gruppo per la raccolta di adesioni ed aiuti per le zone colpite tragicamente dalle alluvioni di questi giorni in Liguria e in particolarmodo a Genova. http://www.facebook.com/fangosullemagliette
Mi piacerebbe con la divulgazione di quest'indirizzo contribuire con un'infinitesima parte ad aiutare una popolazione sconvolta che ha perso tutto e chi con il lutto nel cuore ha perso una famiglia. bambini che hanno provato il terrore e la peggior morte soffocate da un fango liquido portato dalla furia delle acque d'esondazione dei fiumi Fereggiano e Bisagno dopo ore di nubifragio, il mostro li ha imprigionati là dove credevano d'aver trovato rifugio, creature strappate dalle mani di una madre che credeva di proteggerle tenendole strette a se, invece una furia devastatrice ha strappato portandosi via il loro respiro.
Come si può morire nel 2011 per un'alluvione per altro annunciata e allertata dai centri Meteo per giorni, morire in quelle strade così famigliari, che sono per chi ci vive vie abitudinarie, luoghi delle proprie residenze. dove sta casa quale tragedia scoprire che nulla è più sicuro.
Ritorna la memoria al terremoto all'Aquila, ricordo i racconti su quella casa dello studente che per giorni emetteva il suo intimo codice morse di morte, per giorni prima di quella terribile scossa del 6 aprile del 2009 alle 3.32 ha dato ragione a quei ragazzi che avevano capito, avevano denunciato, a quelli che avevano pressato per un controllo diagnostico dell'edificio che li aveva rassicurati. Loro in quelle stanze, nei loro piccoli mondi con i pochi arredi pieni delle loro storie personali, quei ragazzi non ascoltati cheper alcuni di loro la vita si è fermata a quella terribile mezz'ora dopo le 3 colti nei propri sogni di futuro.
Mi riallaccio alla tragedia ligure di ieri. L'allerta meteo non è cessata, si allarga al Piemonte e altre regioni anche se pur a zone e parte della Sardegna. Qui piove oramai da ore, dopo giorni di vento di levante, fortissimo e caldo umido un temporale con grandinata l'ha fermato. dopo di che la pioggia.
Le strade sono deserte, forse ciò che è accaduto ai nostri connazionali un pò ci mette apprensione. Le strade si allagano facilmente e non drenano bene. I manti stradali idrorepellenti fanno scivolare l'acqua verso le cunette, gli apparati di scolo... non abbiamo fiumi importanti nelle vicinanze ma dei torrentelli, uno è stato circa vent'anni fa praticamente sotterrato per tirar su delle villette a schiera da una cooperativa edilizia. Io mi ricordo quel fiume, il ponte. Lo attraversavo da ragazzina per arrivare a casa di mia nonna. Quando pioveva s'ingrossava non arrivava mai a livelli massimi, ma oggi che il cemento avrebbe voluto cancellare, ci sono storie che parlano di garage e scantinati allagati proprio in quelle villette a schiera costruite sul letto di quel fiume.
Poi non dimentichiamo l'alluvione che nel dicembre del 2008 a Capoterra si portò via case intere. Un fiume improvvisamente si riappropriò del suo naturale corso.
Lo Stato in tutti i casi ha sempre e solo fatto promesse, non ha nemmeno dato le giuste competenze e adeguato gli Enti e Servizi per la risistemazione e bonifica dei territori colpiti.
Pochi giorni fa un appello proprio da Capoterra, proprio da quella gente che è già stata colpita in previsioni di queste precipitazioni, chiedevano la pulizia dei fiumi e canali dove da tempo non si sono fatte più manutenzioni.
Accadeva questo quando i nostri nonni o i nostri padri avevano un patto con la natura?
Io ti lavoro, ti tengo sana e tersa e tu mi restituirai in cambio il frutto del mio lavoro, il pascolo per il mio bestiame, la legna per riscaldarmi, l'acqua piovana per le mie bestie e per i miei raccolti...
Sicuro che il rispetto dell'uomo verso la natura è mancato quando l'uomo ha sentito d'essere l'onnipotente ingegnere del cemento armato.
La speculazione edilizia. L'impatto sulla natura di urbanizzazioni selvagge. La presunzione delle classi dirigenziali e dei vertici politici sul concedere autorizzazioni imprenditoriali eludendo analisi ed indagini geofisiche e geotecniche su quei specifici territori stanno facendo collassando l'italia.
Frane, smottamenti, la vulnerabilità delle città sotto le alluvioni, e se di certo un terremoto non può essere la causa di quanto detto sopra è vero che la concausa della distruzione avviene quando in un territorio soprattutto se geologicamente è sismico che almeno siano monitorati le abitazioni dei centri abitati, che vengano costruite con i criteri antisismici e non quelle quattro boiate su sistemi pneumatici antisismici che sono pure orribili da vedere, che quelle fanno un'impatto indecoroso sulla natura solo perchè il politico di turno (non voglio fare nomi e polemiche tanto chi mi frequenta sa già come la penso e quindi lascio... anzi passo) doveva dimostrare che "qualcosa per la ricostruzione" in una di quelle che fu tra le più belle Città storiche dell'italia, L'Aquila è stata fatta.
E' una spina nel fianco personale, la mia, per l'Aquila. Perchè il mio sogno era di andarla a visitare un giorno, mi aveva particolarmente colpito la storia che fosse il Centro di quel misterioso storico ed ideologico pensiero che avesse ospitato il Santo Graal.
Una storia che non è andata sicuramente perduta, ma che le mura possono testimoniare di essere state violentate prima dall'evento sismico e poi dalla mano di quell'uomo indifferente al patrimonio culturale e storico che essa si chiude in quel cuore grande di città ferita, non solo una mano speculatrice e capace solo di dare un'immagine di quella che fu una meravigliosa città di mura orgogliose, in quelle mura vedo solo l'immagine di un uomo decadente e spero che il buon Dio abbia misericordia delle sue miserie umane e di tutti i morti che si porta in quella coscienza che non ha.
Meglio il buon Faber.
Genova è una città generosa di talento, forza ed orgoglio. Si risolleverà. Con grande sacrificio ma ce la farà.
Spero che un'unica forza aiuti quella gente che in queste ore piange per non avere neppure un letto dove dormire o da mangiare per i propri figli.
In queste tragedie l'uomo, quello normale, quello che ha conosciuto il sacrificio e il dolore si fa in due, in tre e in quattro, si divide in tarti parti per dare se stesso in missioni d'aiuto verso i propri simili. Per ricordare fra queste righe anche il sacrificio del volontario Sandro Usai di appena 40 anni, un eroe anche nostro che abbraccio, fratello nato in questa Terra che un giorno lo lasciò andar via come madre compassionevole perchè lui avesse l'opportunità di crearsi un futuro in quel confine di mare ligure. Così non è stato ma il coraggio della sua missione si è compiuto lasciando che il mare lo restituisse assieme a lacrime ed orgoglio.
Meglio Faber con le mani sporche di fango che un Cavaliere con l'elmetto da pompiere!
IL MIO ABBRACCIO A TUTTI I LIGURI A TUTTI I TOSCANI A TUTTI GLI ABRUZZESI A TUTTI COLORO CHE SOFFRONO IMPOTENTI PAGANDO UN GROSSO PREZZO CON LA VITA DEI SUOI UOMINI.
IO VI AMO!
mic
GENOVA O4/11/2011
p.s. qualcuno mi conforti per favore. Ho scritto il post ma poi per scrupolo sono andata a verificare se la foto in questione sia effettivamente un ritratto di Fabrizio de Andrè, dopo diverse googolate d'immagine questa pubblicata qui e sul profilo del gruppo: fango sulle magliette di FB, non appare. Condizionata dal pensiero che Faber è più volte citato e accostato per l'esperienza dell'alluvione in liguria del '70 e per il grande amore per la sua terra d'origine ho valutato istintivamente che quello fosse lui. Se ciò non corrispondesse al vero sono pronta a correggere il mio "pezzo". Grazie a chi vorrà rispondere.
Mi sto analizzando. Rifletto. Quando sono un fiume in piena di parole. Quando non ho più parole per essere fiume. Difficile trovare un'unica definizione che racchiuda tutti i miei stati d'animo.
Nonostante l'allenamento ogni nuovo giorno mi trova impreparata ad affrontarlo. Non sento più la vita e ogni mio sogno come eretico è stato condannato al rogo. Corpo e mente abbandonati a se stessi senza che uno mano pietosa togli la polvere del tempo delle mancate carezze. Di quanto tempo stiamo parlando? Ho perso il conto e la memoria.
L'età sta portando via tante cose e mi regala mani di fatica, filo spinato di rughe e rimpianto. Non ho più nessuna chance.
Avete per caso sentito un rumore d'alti e bassi di cocci in frantumi?
Adotta una parola anche tu per promuoverne un uso corretto, per favorire una più ampia conoscenza del lessico e stimolare l'adozione di una varietà di lemmi per un'azione di comunicazione più ricca ed intelligente
Che avrai fatto di male? sei persino bello, luminoso e profumi di mare profondo.
Sei così bbbuooono soprattutto con le patate e i pomodorini freschi. Colpa di quella molluschina disinvolta che ti faceva l'occhiolino "mangiami dai... che aspetti bel parago, che fusto che sei bello grande... su ammmore sono qui tutta per te!" e con un boccone ti sei trovato in un attimo attaccato all'amò.
Io potrei, giuro, farne a meno, non ci vado matta per tipi come te... ma tutti hanno esultato vedendoti, nemmeno fossi stato un fenomeno da baraccone, è stata una gran festa, un sacco di uuuuhhh aaaahhh eeehhh da chi ti ha pescato fino all'accoglienza nel cassetto frigo. A me sinceramente dispiace vedere che mi guardi e non parli, muto come un pesce eh?, non hai da dire nulla in tua discolpa? allora non guardarmi così, sembra voglia rimproverarmi, non è colpa mia se discuto per farti in umido o al forno.
Smettila dai... finirò per non digerire "il senso di colpa", ma anche tu, abboccare così ingenuamente... la molluschina ti ha fatto proprio gola eh?!
Non occorre che ci sia una logica, la musica nasce dal caos perchè sia metronomo ad impartire il tempo e non ho a disposizione nessuna verità, sono insofferente ai cambiamenti per questo preferisco pagine dove il pulviscolo dei significati si è mischiato alla porosità della carta. L'odore delle radici è pungente per quella fedeltà alla sua zolla di terra che una mano ha deciso di strappare, ma il solco ha una nuova interpretazione prima della ferita era grembo ora è lo spazio semplice tra un minuto diverrà l'attimo del seme posato per rigermogliare. Quell'attimo pieno di ogni cosa e vuoto di niente. Con semplicità ho inamidato la liana che mi fa oscillare come un pendolo afferrata dai piedi a testa in giù io vedo un mondo che corre concitato sugli assi di un parquet e non sa per quale direzione. L'unica certezza che ho è che io so dove andare.
Così, piccolo muso acqua e sapone sei sempre meno topastra e più podista. Questa mattina al suono della campanella noi genitori vi abbiamo seguito in aula per il benvenuto e l'augurio di buon auspicio per questo nuovo ciclo scolastico ed eravamo lì con voi nel vociare allegro che tutto comprendeva. Questa mattina abbiamo superato il cancello delle elementari e ti sei voltata fiera: Da qui non si entra più! Il cancello in fondo alla salita, la corsa con lo zaino in spalla oggi ancora leggero, l'abbraccio con i tuoi compagni che quasi in massa siete rimasti coesi in una fratellanza che per alcuni vi vede insieme dall'asilo nido fino a qui alla scuola media. ... e noi madri a dire quanto siete diventati alti dopo solo tre mesi di queste vacanze, quanto vi siete fatti più belli e come (con nostalgia) abbiamo notato che sia nel fisico che nei vostri comportamenti l'infanzia è rimasta un cancello più giù.
BUON ANNO SCOLASTICO TOPASTRA
per noi sei e sarai sempre la MIGLIORE e non ci deluderai - vero?!
Immaginate la scena. Siete al ristorante. Un cordiale ed elegante cameriere vi porta il menu. Vi lascia il tempo di decidere. Dopo un po’ torna da voi. “Benissimo, prenderei degli spaghetti alle vongole e un’insalata di mare”. “Benissimo” fa lui “una bistecca alla fiorentina poco cotta e del tiramisu”. “Mi perdoni: vorrei degli spaghetti alle vongole e un’insalata di mare”. “Avevo capito: ma qui decido io per lei”. Stacco. State passeggiando e vedete esposte un paio di scarpe che vi piacciono. Entrate, le mostrate alla commessa, chiedete un 42. Dopo poco la simpatica ragazza ritorna. Apre la scatola e vi dice: “Ecco i suoi anfibi numero 46″. “Io le chiedevo le altre, in vetrina, 42″. “Non penserà di entrare in un negozio e scegliere cosa comprare?”. Stacco. Adesso siete allo stadio. State andando a vedere la partita della vostra squadra del cuore. Anche qui scoprite che non solo non c’è la partita ma un concerto di un cantante che detestate. Assurdo vero? E’ quello che accade ogni volta che entrate in una cabina elettorale. Potete scegliere il luogo (il partito che più vi rappresenta o dovrebbe rappresentarvi) ma non quello che vi piace (la persona che fisicamente dovrebbe rappresentarvi in Parlamento). Ho guardato le agenzie dell’ultimo mese. Non c’è un politico di spicco di qualsiasi orientamento che non abbia detto: “la legge elettorale va cambiata”. Con una sincerità tra l’imbarazzante e il commovente, chi l’ha pensata l’ha definita “una porcata”. Ora, visto che siamo tutti d’accordo, ma evidentemente chi siede in Parlamento è distratto da altre priorità, è il caso che ci pensiamo da soli. Fino al 30 settembre si raccolgono le firme per un referendum che vuole abrogare questa “porcata”. Diamoci da fare. Perché, non so voi, ma io voglio un piatto di spaghetti, le scarpe della mia taglia e vedere lo spettacolo per cui ho pagato.
Nel nord dell’Italia sono stati fotografati degli stambecchi che si arrampicano sulla parete quasi verticale della diga di Cingino. Come riescono a contrastare la forza di gravità e ad avere anche un’aria rilassata mentre lo fanno? A quanto pare sono fortemente motivati perché amano leccare i minerali salati che rivestono la parete della diga. Prevedo che nelle prossime settimane sarai capace di qualcosa di simile, Capricorno. Raramente hai saputo trovare tanta forza per scalare cime apparentemente irraggiungibili.