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venerdì 29 giugno 2007

Pur non avendoti - 1


 




PUR NON AVENDOTI


Ti ho amato
pur non amandoti.

Ti ho avuto
pur non avendoti.

Ad arco ora flette
la dolcezza

che tesa ascolta i venti,
puntando sull'incrocio della notte
che l'aurora l'attraversa.

Micol

mercoledì 27 giugno 2007

Riflessioni di un tempo piccolo


 








E so…



 


… di essere quella donna



 


che cammina  sul filo del tuo pensiero



 


in equilibrio dentro la sintesi di  un tempo



 


di vissuti e amnesie.



 



Micol




 





 




domenica 24 giugno 2007

"THE END"


 



- Non essere così triste e pensieroso, ricorda che la vita è come uno specchio, ti sorride se la guardi sorridendo. - Jim Morrison


THE END

Perché bevo?
Così posso scrivere poesie.
Talvolta quando si è a fine corsa
e ogni bruttura recede
in un sonno profondo
c'è come un risveglio
e ogni cosa rimasta è reale.
Per quanto devastato è il corpo
lo spirito cresce in energia.
Perdona a me Padre poiché io so
quello che faccio.
Io voglio ascoltare l'ultima Poesia
dell'ultimo Poeta.
(da "Tempesta elettrica")

James Douglas Morrison in arte Jim Morrison








Potrei iniziare scrivendo: "c'era una volta una giovane ragazza che..." ma non è una favola, allora posso raccontare che c'è stato un periodo della mia vita dove l'avventura l'avevo a portata di mano, tanto da toccarla, ma come una cieca in un ambiente nuovo, non ne riconoscevo i contorni.
Ero giovane e tutto quello che vivevo era diventata abitudine come uscire con il gruppo di amici, ascoltare la musica migliore, fumare erba, ubriacarsi insieme, correre in auto per raggiungere panorami differenti, contaminati solo dalla natura e le sfide a chi arrivava prima verso la riva, scalzi, sfidando l'inverno e affondando nella sabbia di una spiaggia bagnata, sentire la sabbia attraverso il jeans del giubbotto allargarsi nella schiena, mentre il cielo sembrava piombare addosso con tutte le stelle, sulla sensorialità alterata da tutte quelle sostanze che non a caso vengono definite "stupefacenti".
Ma erano altro anche le droghe e io rifiutavo quelle "pesanti"... perchè volevo rimanere lucida (ah! pia illusione), perchè vedevo la distruzione intorno a me di chi amavo, degli amici che oggi proprio quella droga, quella generosità e appartenenza mi hanno dato ragione di averla sempre osservata da vicino ma distaccata.
La fine, per loro è arrivata con nomi differenti quali: AIDS, OVERDOSE, SUICIDIO, eventi comunque tragici che hanno spezzato le loro vite, alcuni di loro ancora giovanissimi, pochi amici di quel tempo sono sopravvissuti.
Ma torniamo a quella ragazza, sognatrice, che amava la musica e la poesia... che per un lungo periodo ebbe un idolo, bello come un Dio, incompreso, audace, intelligente, fatto di colori forti e sfumature delicate. Dalla voce incredibilmente ipnotica, leader di notti solitarie, musa ispiratrice che muoveva in continuazione la penna sul foglio, qualsiasi foglio, in qualsiasi luogo: Jim Duglas Morrison!
A lui faccio omaggio di questo racconto su un piccolo aspetto della mia vita.
Ricordo quanto mi sentivo infelice, quando parcheggiavo la mia auto di fortuna, spesso i sedili non erano occupati che da poche mie cose, davanti a quel mare che guardavo attraverso un parabrezza umido di pioggia, quel mare che mi appartiene ma che riesco ad amare soltanto nelle stagioni fredde e la voce di Jim apriva le porte della mia fantasia, della mia sensibilità.
Era la colonna sonora dell'incanto in quell'infrangesi d'onde e frastuono sulle scogliere alte e scure nelle notti in cui assistevo con l'animo denso di domande sul futuro.
Fra le tante cose che portavo dentro al mio zaino di cuoio un'agenda rilegata in pelle, quaderni, piccole agendine dove scrivere... scrivere... scrivere!
Il mio banco di scuola tra i sedili d' auto, seduta su un prato, in riva al mare, all'ombra di una pianta di fichi ispirata dal profumo che emanava, o dopo un'allegro pasto con gli amici in una casa di campagna, fra i resti di un panino, nella pineta dopo aver marinato la scuola. Ho scritto su fogli bagnati di lacrime, illuminati da un raggio di sole, ho scritto sopra foglie di edera, sopra nastri di tessuto e scrivere mi ha accompagnato nelle esperienze diverse della vita.
Non posso più fare a meno di scrivere, è questa la mia unica droga, i miei stati d'animo, quello che sono e quello che vorrei essere, hanno bisogno della densità nera riscaldata dalla fiamma della passione sul bianco che scioglie tutte le riserve del corpo e dell'anima.
La mia vita fino ad oggi è stata un'avventura che ha avuto degli sviluppi incerti, inaspettati e ancora sono curiosa di vedere quello che scriverò in futuro, perchè sarà esperienza, esistenza.
Tutto ciò che ho scritto è la testimonianza che io esisto, e' diventata memoria, un filo conduttore tra passato e presente, un nastro continuo ed indelebile ovunque io metta mano, fra le pagine di un vecchio libro, quando apro un cassetto e fra tanti oggetti nel fondo trovo sempre una traccia di un pensiero che è stato mio.
Trovarmi e rileggere di me stessa dopo anni e alle volte mi porta a non riconoscermi e domandarmi se effettivamente fossi stata io ad imprimere quelle parole che descrivevano quello stato d'animo oppure mi ritrovo, come se non fossi mai cambiata fossilizzata in quella stessa circostanza nonostante il trascorrere del tempo.
Ma è sempre una meraviglia, sono fiori che ritrovo essiccati ma ancora stupendi da guardare.
Troppa sensibilità, troppa introversione, troppo amore.
Sono consapevole di essere eccessiva, lo sono in tutti gli aspetti nella rabbia come nella passione, forse non riesco a dosare né sentimenti e neanche le emozioni, ma la vita va presa con pienezza.

Forse è per questo che oggi mi ritrovo qui. Ho cercato un luogo dove lasciare le mie emozioni, tracce di me ora vagano per l'etere, tra web ed energia espressa. Particelle di me vagano ovunque, nel ricordo di quello che ero e di quel che sono oggi. Mi muovo attraverso il pensiero di quelli che mi hanno conosciuta e amata. Di quelli che mi hanno conosciuta ed odiata. Gioia e dolore, fra tanti simili a me, e ancora lascio al tempo di chiudere un capitolo, l'ultimo di un romanzo colmo di profumi, colori, storie narrate o appena accennate, di poesie e dei suoi protagonisti tutti primi attori che hanno dato vita ad emozioni che non potrò scordare.
Che mai scorderò, che porterò sempre in quello zaino Zippo di pelle martellata, finchè avrò modo di scrivere o far scrivere per me la parola FINE

Micol




Sii sempre come il mare
che infrangendosi
contro gli scogli
trova sempre la forza
di riprovarci

Jim Morrison



giovedì 21 giugno 2007

TI SENTO SAI?




Salvador Dalì - The meditative Rose

"TI SENTO SAI?!"



L'elegante calligrafia che ti è propria, quel tratto in blu che esprime la tua esperienza mi affascina, da leggere e rileggere senza stancarsi, nonostante tutto sia in ordine fra punti esclamativi e quelli interrogativi, lasci troppi spazi bianchi che a fissarli danno un profondo senso di perdizione.
Ogni tanto apro quella pagina e guardo quelle onde davanti ai mie occhi: Ti sento sai?!
Pronuncio piano e assaporo il suono che emettono certe parole e per un istante chiudendo gli occhi, le vedo alimentarsi di vita propria e mi faccio rapire.
Poesie timide, passionali, racconti di vita, qualche frase buttata lì fra parole pratiche di azioni ordinarie, sembrano venire fuori con un evidenza sfacciata che mi rende debole.
Mi senti?
Mi senti dentro, fuori, nell'aria, alle tue spalle, non puoi confondermi così e lasciare in sospeso un senso che dovrebbe considerarsi compiuto.
Dovrai emozionarmi e ancora sorprendermi, incuriosirmi, solleticare la mia fantasia, la mia femminilià.
Dovrai mostrarmi la tua mente.
Il corpo è solo un limite, traccia un confine senza possibilità di concessione, comandato da pulsioni che abnegano la vera bellezza di un sentimento.
Non voglio sapere se hai un passato, null'altro di te se non che arrivi come fossi nata oggi.
Ti sento forte, tenera, insidiosa, commossa davanti ad una nuova emozione che grava sul petto e io non posso far altro che lasciarmi andare, fino a non emettere più respiro, affogare in questo mare di parole, tra le onde in piena che arrivano tumultuose a buttarmi di sotto.
Ti sento sai? Anima che lotta e si ribella e che quieto con le note di una rapsodia.
Anima è mente e pur non mento al mio corpo il desiderio di averti ancora con lo stesso trasporto dei giorni mai dimenticati, della fantasia e dell'attesa, di un amore mai avuto e tanto bramato.
Mai dimenticherò il fondersi delle labbra con il cuore in subbuglio e gli occhi chiusi a cercare di nascondermi dentro il buio dell'intimo dolore.
Dove inizi tu? Dove finisco io? Eppure le mani che non conoscevano le strade, hanno percorso il tuo tempo e le tue rughe fino alle parole amare.
Ora che ti sento non posso fare a meno di te, ti voglio con tutta me stessa, in corsa con l'affanno del ritardo. Sei l'ultima fermata prima che il tramonto trasformi la mia pelle sotto il gelo delle notti bianche di panorami interrotti.
Ti voglio Vita,
Ora ti sento.

mICOL



mercoledì 20 giugno 2007

Nessun giorno


 



 


Nessun giorno è uguale



a questo giorno,



ho la pioggia in una tasca



e il cuore dentro ad un bicchiere



Non porto mai con me



quel che mi serve davvero



cammino in attesa



d'incontrare l'improbabile.





Fa troppo caldo per indossare



un gessato e i tuoi gemelli d’oro.



Sarei voluta essere uomo



per un solo giorno,



regalare una rosa a tutte le donne



incontrate in stanze segrete,



chiamarle amiche



e ridere dell'impazienza



del sesso mai soddisfatto.



Ma che giorno sarebbe



senza un pò d'amore?



Nessun giorno può andarsene



senza il lamento nero



di un'anima in blu(es)



mIC




 





 

domenica 17 giugno 2007

Legge 626 -sicurezza sul lavoro






Vorrei vedere voi se ad un certo punto, durante una giornata di lavoro, non vi scappa urgentemente di tirare un calcio a... il pallone è figurativo... per questo hanno predisposto le USCITE DI EMERGENZA!

  BYE BYE!

giovedì 14 giugno 2007

CAPIRE


CAPIRE



 



E' probabile che stia cercando
una risposta che ho perduto
dentro me
nonostante abbia scomposto
e successivamente ricomposto
imperterrita mi affanno ancora
ma di lei non trovo traccia

guardo ancora le mani
che un tempo hanno tremato
e che non riesco più a tendere
ma ora chiudo a pugno
dentro tasche inesistenti

nonostante tutto non mi sento leggera
ora che svuotata da ogni emozione
sono stanca di cercare
quel che più non è dato di capire



 



Micol

venerdì 8 giugno 2007

PARETI GALERA


PARETI-GALERA
(POESIA ATIPICA)(RACCONTO ANOMALO)


I resti della cena noncuranti sul tavolo, chi avevo seduto accanto ha raggiunto altre distrazioni e così guardo le mie mani testimoni di privazioni.
Poche parole, le ultime della giornata e poi le luci si spengono sopra i loro occhi, pace notturna e intorno ancora gli echi di discorsi lasciati a metà e rovesciati giochi .
Ora potrei farlo che nessuno udirebbe, ma soffocare ancora un grido non mi riuscirebbe, allora piango e nel silenzioso assenso come fossi un mantello, calo su tutto quanto abbia un senso.
Mi guardo intorno soffocata da pareti -galera, un tempo ricordo che erano bianche e un malessere mi assale gravando su membra già stanche.
Vorrei senza rumore andare in un ovunque senza meta con una valigia carica del poco che mi somiglia per sparire nel mistero di chi non lascia addio.
Insoddisfazione , disaffezione chissà poi cosa sia ,
quella molla scatta dentro e dopo si è persa ogni magia.
Ho cambiato pelle e di tutti i pretesti che mi sono figurata non mi hanno poi convinta veramente, anche se, mi dicono, abbia tutto quel che si dovrebbe avere
ed io ingrata, non sento che l’inquietudine di stare disarmata dietro una barricata.
Vuoi per insofferenza o solo egoismo che non sono questi i patti che avevo stretto con me stessa.
Così mi serro in prigione, sia casa, sia ufficio e prima del cappotto, indosso una maschera abbinata ad un vecchio vestito.
Non mi affaccio più sopra uno specchio perchè questa faccia è quella che conosco più di tutte e non mi è difficile truccarla dando le spalle al mondo.
Sveglia dal torpore del vagar mentale mi accorgo di non aver mosso un passo verso quel bagaglio ed ora indebolita dai progetti illimitati, rimango qui, carceriera fra arredi e parati
Mi muovo in un labirinto con qualcosa che muore dentro e stento a riconoscerla quest’anima mia ormai distorta.
Vorrei gioire, forse solo giocare ma con le manette ai sogni, mi è impossibile anche respirare.

Micol

17/05/06

domenica 3 giugno 2007

Metronomo





............ Metronomo.........


Il metronomo è uno strumento usato in musica, che serve per misurare il tempo o la scansione ritmica.
Sulla base della terza legge dell'oscillazione pendolare è stato costruito il metronomo, una sorta di pendolo capovolto, con un'asta graduata fra le frequenze 40 e 208 al minuto primo ed un peso, detto lente,bpm, ovvero battiti per minuto).
che possiamo spostare lungo quest'asta selezionando le pulsazione per minuto (indicate come MM - acronimo di Metronomo Mälzel - o la sigla di derivazione anglosassone


Questo è uno degli oggetti che da sempre mi ha più affascinato... su di me ha sempre avuto un effetto ipnotico, sia per la bellezza che ha in se che per il potere occulto in quell'oscillazione pendolare.


 


Mic